Equità
di Angela Falconieri Piango, quando vedo i miei fratelli soffrire, piango, quando mi alzo alle 4 del mattino per andare incontro alle mie illusioni nelle piantagioni di arance e mandarini per la modesta somma di 25 euro se non di meno, piango, quando vedo i miei fratelli che vivono nei ghetti senza acqua e senza elettricità, situazione quasi impossibile e inaccettabile per l’umanità, piango, e mi fa male il cuore, piango e soffro. [tratto da Yen Fehi Bako, ‘Le lacrime di Ibrahim’, di Ibrahim Diabate] Spesso di caporalato e sfruttamento agricolo si parla solo quando fa notizia. Quando muore un bracciante per le condizioni disumane di lavoro, quando si parla dello stato dei ghetti, dove queste persone vivono, per i casi di razzismo nei confronti degli immigrati che lavorano nei campi. L’attenzione dura il tempo della copertura mediatica. Poco sappiamo delle vite dei braccianti. E, insieme alle loro storie, ci perdiamo, quando ci sono, anche i loro percor...
di Laetitia Leunkeu Gli europei di calcio sono stati, tra le altre cose, una fiera di simboli. Tra questi si è diffusa un’immagine che parla più delle parole che si vorrebbero forzare sulla pelle del suo soggetto: un bambino, nero, immortalato mentre in un momento di gioia sbandiera il tricolore per festeggiare insieme agli altri la vittoria sudata contro gli inglesi. Il suo corpo in breve diventa simbolo politico. Sui profili su cui gira la sua immagine si parla di prova di integrazione, di inclusione, di appartenenza. “Questa è l’Italia!” gridano. Paradossale l’uso strumentale di un bambino, che nel quadro in cui è ritratto e per come viene raccontata l’immagine appare come una anomalia, una irregolarità di un ordine costituito, un vessillo per rivendicare una famigerata normalità. Paradossale quanto esplicativo di una realtà piuttosto deludente. Sì l’Italia è questa. È quella tendenza al...
Al dramma della guerra in Ucraina e di chi fugge dai bombardamenti dell'esercito russo che stanno devastando il paese e provocando vittime tra i civili se ne è aggiunto uno ulteriore. Quello di chi non riesce a scappare rimanendo bloccato. O di chi ci riesce ma con estrema difficoltà e subendo abusi. Il motivo? Il colore della pelle. Il razzismo non conosce ragioni, neppure durante i conflitti. Prima i bambini, dopo le donne bianche, poi gli uomini bianchi e alla fine gli africani. Sembra una storia di altri tempi. Invece è la gerarchia razziale da rispettare per salire su un treno alla stazione della capitale ucraina, Kyiv, e allontanarsi il più presto possibile per mettersi in salvo. Come se alcune vite valessero meno di altre. Come se a bambini e donne con la carnagione scura non fosse riconosciuto di essere bambini, tanto meno donne. Eppure chi, per motivi diversi, è partito dall'Africa e viveva fino a qualche giorno fa in Ucraina dice di non aver avuto pro...
di Simone Benazzo Il think tank svizzero Global Initiative Against Transnational Organized Crime ha pubblicato a maggio un report dedicato al traffico di persone, droghe e denaro nei Balcani occidentali, curato da Walter Kemp, Kristina Amerhauser e Ruggero Scaturro. Lo studio è stato uno dei primi a trattare in modo sistemico e diacronico le evoluzioni che la “rotta balcanica” ha esperito nel corso dell’ultimo mezzo secolo. Quello che era inizialmente un corridoio per stupefacenti è divenuto in seguito, specie a causa delle guerre in ex Jugoslavia, l'El Dorado per i trafficanti di armi e, in tempi recenti, la via obbligata per decine di migliaia di esseri umani in fuga da guerra, povertà, catastrofi ambientali. Se fin dagli anni ‘70 con “rotta balcanica” si intendeva principalmente la rete di traffico di droga - soprattutto eroina - che si dirama per la penisola balcanica, nel 2015 l’espressione ha infatti assunto un signif...
Della vicenda kafkiana in cui è rimasto coinvolto il giornalista del Guardian Lorenzo Tondo, intercettato dalla Procura di Palermo nel caso giudiziario che stava coprendo per la sua testata, avevamo parlato in questo articolo. La storia ora si arricchisce di nuovi capitoli. Peccato, però, non si tratti di un romanzo. Leggi anche >> Il giornalista italiano del Guardian ‘intercettato’ dalla Procura di Palermo: “Stanno screditando il mio lavoro” Per il Guardian Tondo stava seguendo il cosiddetto caso “Mered”, un caso giudiziario riguardante l’arresto di un pericoloso trafficante di migranti eritreo, Medhanie Yehdego Mered, meglio noto come “Il Generale”. Nel giugno 2016, la Procura di Palermo, in collaborazione con la National Crime Agency (NCA) britannica, aveva annunciato di aver arrestato proprio Medhanie Yehdego Mered, accusato di guidare un’organizzazione con base in Libia che gestiva il traffico di mi...