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“L’Unione e gli stati membri tengono pienamente conto delle esigenze in materia di benessere degli animali in quanto esseri senzienti”. È quanto afferma l’articolo 13 del titolo II del Trattato sul funzionamento dell’Unione europea. Due sono i principali accordi che traducono questo principio in una serie di impegni concreti: la Convenzione europea sulla protezione degli animali negli allevamenti del 1976 e la Convenzione europea per la protezione degli animali da compagnia del 1987. Quest’ultima riconosce che “l’uomo ha l’obbligo morale di rispettare tutte le creature viventi”. La direttiva 92/43/CEE del 21 maggio 1992, nota come “direttiva habitat”, stabilisce infine degli appositi criteri per la conservazione della flora e della fauna selvatiche.
Il voto che ognuno di noi avrà modo di esprimere alle elezioni europee dell’8 e 9 giugno deciderà quali parlamentari europei ci rappresenteranno nell’elaborazione delle nuove leggi e influenzeranno l’elezione della Commissione europea. Il Parlamento europeo ha un grande potere: nel 2021, per esempio, ha approvato la risoluzione sulla “Strategia dell’Ue sulla biodiversità per il 2030”, aggiungendo un importante tassello alla direttiva Habitat. Quest’anno, invece, ha dato il via libera alla legge sul ripristino della natura (Nature restoration law). Se il testo riceverà l’approvazione finale anche dal Consiglio dell’Ue, vincendo le opposizioni di alcuni stati membri, garantirà la ricostruzione di ecosistemi essenziali per la sopravvivenza delle specie selvatiche, a partire da quelli che rientrano nella rete Natura 2000.
Diritti animali, le richieste dei cittadini e altre tematiche su cui lavorare dopo le elezioni europee
Lo shark finning
Si parla di ecosistemi sia terrestri sia marini e sono tante le specie da tutelare, alcune delle quali, forse, inaspettate. L’Unione europea è responsabile di quasi la metà delle esportazioni di pinne di squalo a livello globale, per esempio. I paesi maggiormente coinvolti nel traffico sono Spagna, Portogallo, Paesi Bassi, Francia e Italia. La Commissione europea ha mantenuto la parola data ai cittadini che hanno aderito all’iniziativa “Stop finning – Stop the trade” e a febbraio ha avviato la valutazione degli impatti di un eventuale bando del commercio di pinne di squalo nell’Unione. Compito della nuova legislatura sarà quello di portare a termine l’analisi.
L’allevamento in gabbia
La popolazione chiede anche l’introduzione di regole più stringenti per la tutela degli animali negli allevamenti, rispetto a quelle contenute nella direttiva 98/58/CE che ha dato seguito alla Convenzione del ’76. A seguito dell’iniziativa dei cittadini europei “End the cage age”, firmata da 1,4 milioni di persone, il Parlamento ha invitato la Commissione a presentare una proposta per vietare l’allevamento in gabbia sull’intero territorio comunitario entro il 2027.
Il trasporto di animali vivi
Oltre al problema delle gabbie, c’è quello dei mezzi di trasporto: ogni anno, milioni di animali vivi sono trasportati su strada, via mare, su rotaia e per via aerea tra gli stati membri e verso paesi terzi per vari scopi, fra cui la macellazione. Sebbene esistano delle norme europee volte a tutelare il loro benessere durante questo tipo di viaggi, un’inchiesta del Parlamento ha svelato come non vengano sempre rispettate dai paesi membri e non tengano pienamente conto delle diverse esigenze degli animali, costringendoli spesso a viaggiare in condizioni di sovraffollamento e caldo estremo. Vietarne il trasporto su lunghe distanze, a partire dagli esemplari gravidi o non svezzati, potrà essere uno degli obiettivi da raggiungere dopo le elezioni.
La sperimentazione animale
Se l’Unione europea ha già vietato i test sugli animali nel settore della cosmesi, l’iniziativa dei cittadini europei “Salvare i cosmetici cruelty-free: impegnarsi per un’Europa senza sperimentazione animale” ha spinto la Commissione a impegnarsi a delineare una tabella di marcia per arrivare a trovare valide alternative anche nei processi di valutazione della sicurezza delle sostanza chimiche, nella ricerca e nell’istruzione. Sarà quindi fondamentale procedere lungo questo percorso.
Il commercio di pellicce
E se l’85 per cento degli elettori italiani si dichiara interessato alla tutela degli animali, stando a un sondaggio realizzato da Youtrend/Quorum per la coalizione Vote for animals, il 63 per cento vorrebbe che le restrizioni sulla produzione e commercializzazione di pellicce esistenti in Italia venissero estese all’intero territorio europeo. Il 73 per cento chiede, inoltre, l’introduzione di regole chiare riguardo all’allevamento, alla tracciabilità e alla cessione di cani e gatti.
Il randagismo
Come sottolinea la fondazione Save the dogs and other animals, infatti, manca una direttiva europea che regolamenti questioni come la vendita dei cuccioli, la prevenzione del randagismo e la gestione di canili e gattili: ogni stato è lasciato da solo a decidere le normative da applicare. Si stima che siano quasi mezzo milione i cani e i gatti pronti per essere venduti in qualsiasi momento all’interno dell’Unione europea, provenienti da allevamenti legali o illegali, e non esiste un’anagrafe comune. Tutto questo potrebbe cambiare, anche grazie alla nomina di un Commissario europeo per il benessere animale.
Diritti animali, le proposte dei principali gruppi politici candidati alle elezioni europee
Fratelli d’Italia – Ecr party
In attesa della pubblicazione del Programma Europa di Fratelli d’Italia, il partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, ricordiamo queste parole della premier: “Gli animali domestici sono parte della famiglia, a tutti gli effetti, e Fratelli d’Italia intende battersi per garantire loro una vita dignitosa e piena d’affetto. Tra le nostre iniziative già avviate c’è l’inasprimento delle pene per chi li maltratta o li abbandona. Vogliamo batterci per fermare la tratta illegale dei circa 300mila cuccioli che arrivano dall’est Europa e che ogni anno vengono venduti in Italia per migliaia di euro dopo che hanno subito interminabili giorni di viaggio in condizioni pietose. Vogliamo anche ampliare le attività di pet therapy”.
Sono alcuni dei principali punti del documento pubblicato in vista delle elezioni politiche del 2022, cui si aggiungono: campagne di formazione e informazione sul rispetto degli animali; tutela delle specie e della biodiversità tramite la valorizzazione delle aree protette; salvaguardia della cultura rurale; contrasto deciso al bracconaggio. Sempre nell’ottica di farsi un’idea riguardo alle posizioni del partito e dei suoi rappresentanti, fra cui il ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida, segnaliamo che il 6 maggio è stato approvato in Consiglio dei ministri il decreto Agricoltura che ha riportato il Comando unità forestali, ambientali e agroalimentari dei carabinieri sotto il controllo diretto del ministero guidato da Lollobrigida, anziché del ministero dell’Ambiente. Nel manifesto pubblicato il 24 aprile dal Partito dei conservatori e dei riformisti europei (Ecr party) in vista delle elezioni europee non vi è alcun accenno ai diritti animali.
Partito democratico – Partito dei socialisti europei
Il leitmotiv della campagna del Partito democratico è “L’Europa che vogliamo”, che si propone come “un manifesto per un progetto europeo più solidale e attento alle questioni ecologiche”. L’obiettivo del partito è affrontare congiuntamente le sfide legate alla giustizia sociale e a quella climatica. C’è anche un forte impegno a cercare di porre fine ai conflitti. Ne approfittiamo per ricordare che le guerre in Ucraina e Medio Oriente stanno avendo forti ripercussioni anche sugli animali, da quelli domestici a quelli allevati, fino a quelli selvatici.
La tutela del benessere animale rientra fra le proposte elaborate dal Pd nel 2022, con un’enfasi sull’importanza di rafforzare le sanzioni per il contrasto ai maltrattamenti e di aumentare la diffusione delle strutture di accoglienza, oltre a tutelare il mare e a sostenere la transizione ecologica nel settore ittico. Annalisa Corrado, responsabile dem per la Conversione ecologica, ha recentemente commentato la decisione del Consiglio dell’Ue di rinviare l’approvazione della legge sul ripristino della natura come “un gravissimo errore che pagheremo tutti a caro prezzo”.
Nel programma del Partito dei socialisti europei (Pse), cui il Pd è associato, si legge: “Con il Green deal ridurremo la nostra impronta ambientale, ripristineremo e ci prenderemo cura delle nostre foreste, puliremo la nostra aria, la nostra acqua e il nostro suolo e proteggeremo gli ecosistemi. Vogliamo tutelare il nostro ambiente, l’agricoltura sostenibile, lo sviluppo rurale, la biodiversità e la salute delle persone. L’Unione europea deve proteggere la diversità delle specie e il benessere degli animali”.
Movimento 5 stelle – Non iscritti
In attesa che il programma europeo del Movimento 5 stelle venga approvato dagli iscritti nel corso della votazione prevista per il 14 maggio, abbiamo raggiunto Martina Pluda, candidata nella circoscrizione nord-est e giurista specializzata nella salvaguardia dei diritti animali e delle specie. “Credo fermamente che garantire la tutela degli animali e battersi per l’affermazione dei loro diritti sia una questione di civiltà e di giustizia sociale. Il tema della tutela animale è centrale all’interno del programma politico del Movimento 5 stelle per le elezioni europee, non solo per quanto riguarda animali familiari e selvatici, ma anche nel contesto più ampio della produzione alimentare e del suo impatto etico, ambientale e sulla salute pubblica. Proponiamo lo stop ai finanziamenti agli allevamenti intensivi, diciamo sì a una riforma della normativa sul benessere animale e alla transizione a sistemi alimentari maggiormente etici e sostenibili, sostenendo la ricerca nell’ambito delle proteine alternative e dell’agricoltura cellulare”.
Le proposte citate sono elencate nel tredicesimo capitolo del programma. Si sostiene la necessità di “migliorare le attuali leggi a tutela degli animali allevati”, comprese le specie ittiche, introducendo per esempio “l’obbligo dello stordimento pre-macellazione, il divieto di impiegare razze ad alto accrescimento” e di mettere in atto pratiche come “il debeccaggio, il taglio delle corna, l’amputazione di coda e testicoli e l’alimentazione forzata”. Sono citate sia l’iniziativa dei cittadini europei contro lo spinnameno degli squali, sia quella contro l’uso delle gabbie negli allevamenti, oltre all’esigenza di rivedere le norme relative al trasporto degli animali vivi e porre fine al commercio di pellicce. Sono incluse anche la ricerca scientifica cruelty-free, la conservazione dei grandi carnivori e il divieto di importazione di trofei di caccia. C’è un intero focus sul sostegno alla ricerca nell’ambito della carne coltivata.
“Inoltre, come candidata alle elezioni europee, ho sottoscritto il manifesto Vote for animals (Anche gli animali votano)”, prosegue Pluda. “È ora di trasformare questi impegni in azioni concrete e sono felice che il Movimento 5 stelle sostenga in toto le richieste delle associazioni animaliste e sia il partito con il maggior numero di candidate e candidati aderenti. In Europa, voglio essere portavoce delle battaglie a difesa di tutti gli animali e della natura, con determinazione e impegno come ho sempre fatto con il mio lavoro, a capo di una delle principali organizzazioni internazionali per la protezione animale”.
Forza Italia – Partito popolare europeo
Fra le priorità di Forza Italia e Noi moderati, riassunte nel manifesto “Con noi al centro dell’Europa”, c’è la protezione di agricoltura e pesca, “due settori strategici per l’Europa”. “La tutela dell’ambiente – secondo il partito – deve essere raggiunta con la collaborazione di chi lavora la nostra terra”. I candidati si oppongono quindi a “requisiti eccessivi e oneri aggiuntivi per i nostri agricoltori”; propongono una riforma della Politica agricola comune (Pac) e della Politica comune della pesca (Pcp). Nell’ultimo caso, l’obiettivo è quello di “garantire un approvvigionamento di qualità e ridurre la dipendenza dalle importazioni, supportando il settore nella transizione sostenibile”.
Il programma per le elezioni europee del 2024 è integrato da una serie di schede tematiche a cura dei vari dipartimenti di Forza Italia, fra cui una sui diritti degli animali, redatta da Gianluca Comazzi. Fra gli obiettivi riportati, ci sono l’introduzione di nuove norme comunitarie sulla tracciabilità di cani e gatti e l’obbligo di identificazione e registrazione degli animali per prevenire il commercio illegale. Si segnalano poi la necessità di sostenere l’adozione responsabile e la sterilizzazione degli animali da compagnia e di inasprire le sanzioni destinate a chi li maltratta o li abbandona. C’è anche l’impegno a migliorare le condizioni degli animali nei contesti di cattività, proteggere le specie a rischio estinzione e realizzare dei programmi educativi nelle scuole.
Anche il Partito popolare europeo (Ppe) cita la Pac e l’urgenza di conciliare le aspettative della società e dei consumatori con “la protezione delle risorse naturali” e “il benessere animale”, poiché “proteggere la biodiversità e risorse preziose come l’acqua, l’aria e le foreste è la nostra assicurazione per il futuro”.
Lega – Partito identità e democrazia
“Più Italia, meno Europa” è il claim della campagna della Lega di Matteo Salvini, “a difesa della casa e delle auto degli italiani” e dei soldati chiamati a combattere in Ucraina. Sul sito non è ancora stato pubblicato altro, al di là di una breve guida al voto. Nel programma del partito del 2022, tuttavia, c’era un intero capitolo relativo alla “tutela del benessere degli animali”. Fra le proposte, l’abbassamento dell’Iva sulle prestazioni veterinarie e sul cibo per gli animali domestici; la lotta al randagismo; la revisione della normativa che regolamenta il commercio di animali d’affezione e la promozione di adozioni consapevoli; l’istituzione di una commissione parlamentare per il randagismo con commissario ad acta; l’inasprimento delle pene per chi maltratta, abbandona o uccide animali d’affezione. “Occorre riconoscere il ruolo sempre più importante degli animali all’interno delle nostre comunità e famiglie e la mutata sensibilità nei loro confronti: sempre più cittadini condannano fermamente comportamenti di violenza fisica e psicologica nei loro confronti, chiedendo a gran voce un adeguamento dell’attuale normativa vigente in tema di tutela animale”, si legge nel documento.
Nel programma del Partito identità e democrazia, cui la Lega fa riferimento, non c’è alcun rimando all’ambiente. Riportiamo però un commento di Marco Zanni, presidente del gruppo: “Il ripristino della natura rientra nella più ampia strategia del Green deal con cui la Commissione europea ha deciso di mettere il suo sigillo sulla legislatura che sta per concludersi. Anche se in linea di principio alcuni obiettivi per la protezione del clima e della biodiversità potrebbero essere sostenuti, la realizzazione pratica di questo progetto si è rivelata disastrosa. L’ambizione si è trasformata in una pia illusione e il pragmatismo è stato sostituito da un’ideologia che ha prodotto regole e obiettivi irraggiungibili”.
Stati Uniti d’Europa – Alde, Partito democratico europeo
La lista degli Stati Uniti d’Europa riunisce +Europa, il partito di Emma Bonino che ha aderito al manifesto Vote for animals; Italia Viva e altre formazioni. Questo è quanto si legge nella carta dei valori del partito guidato da Matteo Renzi: “La cura del vivente umano e non umano, dell’ambiente, del nostro paesaggio e del patrimonio naturale è per noi centrale. Ci impegniamo a promuovere un modello di sviluppo sostenibile, che si fondi sull’utilizzo responsabile della tecnologia e contrasti la cultura dello spreco. Tutelare l’ambiente significa tutelare la salute nostra e delle generazioni future”.
Nelle priorità del manifesto del Partito democratico europeo (Pde), cui Italia Viva fa riferimento, ci sono la lotta per la conservazione della biodiversità e l’adozione di un programma di azione e sostegno per gli allevamenti di pecore che si trovano a fronteggiare direttamente la convivenza con grandi predatori (orsi, lupi, linci, ecc.). Ci sono anche il sostegno a “una Politica agricola comune che sia equa per tutti gli agricoltori” e “che sostenga una transizione graduale verso metodi di coltivazione che riducano al minimo l’uso di prodotti fitosanitari e li sostituiscano con alternative più rispettose dell’ambiente”, capaci di garantire “elevati standard di benessere animale”.
Anche nel manifesto del partito dell’Alleanza dei liberali e dei democratici per l’Europa (Alde), nel quale rientra invece +Europa, è indicata la volontà di “riformare la Politica agricola comune con l’obiettivo di eliminare gli oneri burocratici per gli agricoltori e sostenere una produzione alimentare sostenibile, nel rispetto della biodiversità e del benessere degli animali”.
Alleanza verdi e sinistra – Verdi europei
Uno dei punti del programma dell’Alleanza verdi e sinistra è “proteggere clima e biodiversità”. Si cita, in particolare, la necessità di “ripristinare la natura e risanare gli ecosistemi oggi a rischio, perché la biodiversità salva il Pianeta”. Un altro punto è il contrasto ai pesticidi, “dannosi per la nostra salute, oltre che per l’ambiente”: la proposta è quella di “cambiare modello e investire nell’agricoltura biologica, nel chilometro zero e nella protezione dei piccoli agricoltori”. È qualcosa che potrebbe giovare anche alla fauna selvatica, dato che l’agricoltura intensiva e l’utilizzo di pesticidi sono fra le principali cause del declino degli insetti impollinatori. Fra le promesse dei candidati, quella di sostenere l’eliminazione progressiva delle gabbie negli allevamenti e la nomina di un Commissario europeo per il benessere animale.
A livello italiano, comunque, l’Alleanza vanta un programma ricco di spunti che potrebbero ispirarne l’operato anche a livello europeo, tra cui: l’abolizione della caccia e la prevenzione del bracconaggio; l’attuazione di piani di gestione relativi a specie minacciate o invasive; l’introduzione di sanzioni più efficaci per il contrasto ai maltrattamenti e agli altri reati a danno degli animali; la prevenzione del randagismo e la promozione delle adozioni consapevoli; il superamento della sperimentazione animale; il superamento dell’uso degli animali nei circhi e la riduzione di quelli negli allevamenti.
Fra le priorità dei Verdi europei ci sono il ripristino della natura e “la fine delle crudeltà nei confronti degli animali”. I candidati assicurano di impegnarsi a “vietare l’uso delle gabbie negli allevamenti e l’allevamento di animali da pelliccia, limitare il trasporto di animali e porre fine al trasporto di esemplari vivi su lunghe distanze a bordo di camion e navi”. Nel manifesto, più lungo, si cita anche l’urgenza di rivoluzionare l’attuale sistema agricolo, basato su “pesticidi, monocolture e sofferenza degli animali” e di “fare del benessere animale una priorità”. L’impegno del partito “si estende a tutti gli animali, compresi quelli utilizzati nella scienza, gli animali domestici (inclusi quelli esotici, ndr) e selvatici”. “Combatteremo per porre fine a pratiche crudeli come l’uccisione sistematica dei pulcini maschi, l’alimentazione forzata, le attività di caccia e le corride”, promettono i Verdi.
Azione – Alde
I membri del partito fondato da Carlo Calenda credono che vada riformato “tutto l’impianto del Green deal”. Il manifesto programmatico, tuttavia, fa riferimento soprattutto alla necessità di rivedere le norme europee “alla luce di una serie di analisi di impatto tecnologicamente neutrali, corredate da una chiara indicazione delle fonti di finanziamento”. Nessun accenno alla tutela degli ecosistemi o dei diritti animali.
Nella versione integrale del documento, si cita l’importanza di stipulare accordi di cooperazione con i paesi africani che portino anche all’attuazione di programmi di riforestazione e desertificazione, per proteggere l’ambiente e le risorse naturali. Sebbene l’obiettivo sia più che altro quello di “affrontare le cause profonde delle migrazioni”, ripristinare gli ecosistemi africani può giovare a specie come i cosiddetti “big five”: leone, leopardo, elefante africano, bufalo africano e rinoceronte. Viene poi segnalata l’esigenza di adottare misure utili a ridurre al minimo i danni provocati dai cambiamenti climatici nell’agricoltura, rivolgendo particolare attenzione alle risorse idriche. I candidati propongono però di ridiscutere gli obiettivi intermedi della strategia Farm to fork, fra cui la riduzione dell’uso di pesticidi, a tutela delle aziende agricole.
Anche Azione, come +Europa, rientra nel partito dell’Alleanza dei liberali e dei democratici per l’Europa (Alde). Come anticipato, le proposte redatte dall’Alde includono una riforma della Pac che, del resto, è uno degli strumenti volti a favorire il raggiungimento degli obiettivi del Green deal citato nel programma di Calenda. I liberali mirano a tutelare “agricoltori, biodiversità e benessere animale”, ma anche “pescatori” e “oceani”. È anche citata l’importanza di “passare all’economia circolare” per ridurre lo sfruttamento delle risorse naturali e il suo impatto sulla biodiversità.
Un’ulteriore dritta
Sul sito della campagna Vote for animals 2024, promossa dalla coalizione “Anche gli animali votano”, è possibile scrivere personalmente ai partiti e monitorare l’impegno di candidati e candidate sui principali temi legati alla salvaguardia della natura e al benessere dei nostri amici a quattro zampe.