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Le particelle di inquinamento atmosferico provenienti dalle centrali elettriche a carbone sono più dannose per la salute umana di quanto molti esperti pensassero, e lo è più del doppio delle probabilità di contribuire alle morti premature come le particelle di inquinamento atmosferico provenienti da altre fonti, dimostra una nuova ricerca.
Nello studio, pubblicato sulla rivista Science, io e i miei colleghi abbiamo mappato il modo in cui gli Stati Unitile emissioni delle centrali elettriche a carbone hanno viaggiato attraverso l’atmosfera, quindi hanno collegato le emissioni di ciascuna centrale elettrica con i registri di morte degli americani di età superiore ai 65 anni su Medicare.
I nostri risultati suggeriscono che gli inquinanti atmosferici rilasciati dalle centrali elettriche a carbone sono stati associati a quasi mezzo milione di morti premature di anziani americani dal 1999 al 2020.
È un numero sconcertante, ma lo studio contiene anche buone notizie:Morti annuali associate agli Stati Unitile centrali elettriche a carbone sono diminuite drasticamente dalla metà degli anni 2000 i regolamenti federali obbligavano gli operatori per installare depuratori delle emissioni e molti servizi pubblici hanno chiuso completamente le centrali a carbone.
Secondo i nostri risultati, nel 1999, negli Stati Uniti, 55.000 decessi erano attribuibili all’inquinamento atmosferico dovuto al carbone.Nel 2020, quel numero era sceso a 1.600.
Negli Stati Uniti, il carbone viene sostituito dal gas naturale e dalle energie rinnovabili per la generazione di elettricità.A livello globale, tuttavia, l’uso del carbone lo è previsto in aumento nei prossimi anni.Ciò rende i nostri risultati ancora più urgenti affinché i decisori globali possano comprenderli mentre sviluppano le politiche future.
Inquinamento atmosferico da carbone:Cosa lo rende così brutto?
Uno studio fondamentale negli anni ’90, noto come Studio sulle sei città di Harvard, ha collegato minuscole particelle sospese nell’aria chiamate PM2,5 a un aumento del rischio di morte prematura.Da allora altri studi hanno collegato il PM2,5 a malattie polmonari e cardiache, cancro, demenza e altre malattie.
A seguito di tale ricerca, l'Environmental Protection Agency ha iniziato a regolamentare le concentrazioni di PM2,5 nel 1997 e ha abbassato nel tempo il limite accettabile.
Il PM2.5 – particelle abbastanza piccole da poter essere inalate in profondità nei nostri polmoni – proviene da diverse fonti, tra cui la combustione della benzina nei veicoli e il fumo proveniente da incendi di legna e centrali elettriche.È composto da tanti sostanze chimiche diverse.
Il carbone è anche un mix di molte sostanze chimiche – carbonio, idrogeno, zolfo e persino metalli.Quando il carbone viene bruciato, tutte queste sostanze chimiche vengono emessi nell'atmosfera sotto forma di gas o particelle.Una volta lì, vengono trasportati dal vento e interagiscono con altre sostanze chimiche già presenti nell’atmosfera.
Di conseguenza, chiunque si trovi sottovento rispetto a una centrale a carbone potrebbe respirare un complesso cocktail di sostanze chimiche, ciascuna con i propri potenziali effetti sulla salute umana.