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ROMA – Gli animalisti la chiamano ‘legge ammazza orsi’, una legge provinciale che tra le varie misure conferma la possibilità per il presidente della Provincia di Trento (ad oggi Massimiliano Fugatti) di disporre l’abbattimento di singoli esemplari problematici. Il testo è stato approvato dal consiglio provinciale nel marzo scorso e oggi il Consiglio dei ministri ha deciso di non impugnare la legge trentina sugli orsi.
“La legge, nata da un’intesa a monte tra il livello trentino e l’esecutivo nazionale, rappresenta infatti un cambio di passo importante oltre che un risultato che guarda alla specificità del territorio- dice una nota stampa della Provincia- ha l’obiettivo di favorire la gestione dei grandi carnivori, permettendo alle istituzioni trentine di compiere tutti i passi necessari per la tutela della sicurezza pubblica e delle attività dell’economia di montagna”.
“Apprendiamo con sgomento che il Consiglio dei ministri ha deciso di non impugnare la normativa ‘ammazza-orsi’, la legge provinciale n.2 del 7 marzo 2024 della Pat, che consente di massacrare indiscriminatamente 8 animali l’anno, quattro dei quali cuccioli, e che costituisce una clamorosa, quanto inaccettabile, violazione delle normative europee e internazionali”. Così l’Enpa in una nota.
“E’ un fatto gravissimo che conferma la linea feroce del Governo nei confronti degli animali selvatici, compresi i grandi carnivori. Il DDL ursicida è un provvedimento di inaudita crudeltà che autorizza a sparare nel mucchio e che rappresenta una serie e concreta minaccia alla conservazione della specie. Come Ente Nazionale Protezione Animali- continua l’Enpa- ci mobiliteremo in ogni sede e con tutti gli strumenti a nostra disposizione. Siamo già pronti a rivolgerci all’Unione europea. E questo, ovviamente, significherebbe la probabile apertura di una procedura di infrazione contro l’Italia per la violazione della Direttiva Habitat. E’ inaccettabile che il Governo decida di non intervenire, lasciando il nostro Paese sotto la scure di Bruxelles, con l’ennesima procedura di infrazione a carico di tutti i cittadini italiani”.