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GENOVA – Studiare e salvare mangrovie e mangrovieti delle Maldive e degli Emirati arabi uniti. E’ l’obiettivo della collaborazione scientifica internazionale lanciata dall’Università Bicocca di Milano, dall’Acquario di Genova, dall’Università nazionale delle Maldive e dall’Università di Dubai. Quattro istituzioni che uniscono le forze per la tutela di ecosistemi unici al mondo, che forniscono l’habitat vitale per numerose specie marine e terrestri, proteggono le coste dall’erosione, svolgono un ruolo chiave nella mitigazione dei danni causati dagli uragani e, assorbendo grandi quantità di carbonio dall’atmosfera, contribuiscono alla lotta al cambiamento climatico. Realtà fragili che rischiano di scomparire nell’arco di qualche decennio a causa dello sviluppo infrastrutturale, dell’inquinamento da plastica e della riconversione dei terreni.
La prima tappa del percorso di studio e conservazione, già realizzata nel 2023, è stata la mappatura e revisione scientifica sullo stato di salute e conservazione dei mangrovieti delle Maldive, da cui è emersa la presenza di mangrovieti in 108 isole su un totale di circa 1.200 che compongono l’arcipelago maldiviano: sono state registrate quattordici diverse specie di mangrovie, di cui una, la Bruguiera hainesii, in pericolo di estinzione. In natura, si cercherà di individuare le isole maldiviane che custodiscono gli ultimi mangrovieti ancora inesplorati. Sempre alle Maldive, attenzione particolare verrà data allo studio della presenza di micro e nano plastiche. Con l’obiettivo di allargare il progetto ai mangrovieti degli Emirati arabi, si stimerà anche l’aumento del livello del mare, che mette a rischio i mangrovieti stessi.
All’Acquario di Genova, in collaborazione con l’Università Bicocca di Milano, è appena stata aperta un’area dedicata con una vasca che riproduce una piccola porzione di mangrovieto, coltivato dai biologi della struttura. Qui si svolgeranno attività di divulgazione e sensibilizzazione del pubblico, nonché ricerche scientifiche focalizzate sulla possibilità di estrarre dalle mangrovie nuove biomolecole per applicazioni cosmetiche o farmaceutiche, sulla coltivazione in ambiente controllato per il ripascimento dei mangrovieti esistenti, sulla valutazione dello stato di salute dei mangrovieti attraverso l’analisi dei composti volatili rilasciati dalle piante.
Il progetto multidisciplinare è reso possibile dalla presenza alle Maldive del MaRHE Center, centro di eccellenza italiano diretto da Paolo Galli: “Dal 2009- spiega- abbiamo svolto attività di ricerca in diversi campi dell’ecologia marina, tra cui lo studio delle scogliere coralline e del loro ripristino e lo studio dei fondali marini da parte di geologi, ospitando centinaia di ricercatori anche del Mit e della Cambridge University”. Silvia Lavorano, curatrice generale di Costa Edutainment, società che ha in gestione l’Acquario di Genova, si dice “felice di arricchire la collaborazione con l’Università di Milano-Bicocca che già ci vede operare insieme per la salvaguardia, la conservazione e la ricerca sui coralli tropicali, grazie alla sede genovese del MaRHE Center, all’Acquario. Con questo tipo di collaborazioni rafforziamo sempre di più il ruolo dell’Acquario come osservatorio privilegiato della natura e laboratorio di studio e ricerca che consente di sviluppare, in ambiente controllato, nuove conoscenze fondamentali per tutelare il patrimonio naturale”.