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Dopo un blitz notturno dei partiti della maggioranza di centro-destra, il Consiglio regionale dell’Abruzzo ha dato il via libera a un emendamento che ha stravolto la Riserva del Borsacchio. L’area naturale, che si estendeva su 1.100 ettari con i suoi boschi secolari, tra Roseto degli Abruzzi e le frazioni di Cologna Spiaggia e Montepagano, è stata infatti ridotta del 98%, a meno di 25 ettari. Il territorio della Riserva è uno degli ultimi tratti del litorale abruzzese che conserva caratteri di integrità ambientale e paesaggistica. Ora è però concreto rischio che degli investitori edili interessati a costruire si facciano vivi e inizino a deturpare anche quel che ne rimane. In seguito all’approvazione dell’emendamento, si è scatenata la protesta dei partiti di opposizione e delle associazioni ambientaliste, che hanno in particolare preso di mira Marco Marsilio, governatore dell’Abruzzo ed ex parlamentare di Fratelli d’Italia. Un partecipatissimo flash mob contro il colpo di mano della maggioranza è stato organizzato il primo giorno dell’anno all’interno della riserva da attivisti e volontari, che stanno organizzando una raccolta firme e hanno chiesto una marcia indietro sul taglio appellandosi direttamente al governo.
A far passare l’emendamento che ha di fatto cancellato la riserva naturale, presentato alle 2:30 del mattino del 29 dicembre, sono stati i cinque consiglieri Emiliano Di Matteo e Mauro Febbo, di Forza Italia, Simona Cardinali e Federica Rompicapo, della Lega, e Umberto D’Annuntiis, di Fratelli d’Italia. Le opposizioni sono sulle barricate, criticando non solo il contenuto dell’emendamento ma anche le modalità con cui è stato approvato. Esso non è infatti stato anticipato in occasione della riunione informale dei capigruppo andata in scena prima dell’inizio dei lavori della sessione bilancio. La maggioranza ha sostenuto di aver messo mano alla questione per dare voce a “centinaia di agricoltori e operatori economici locali”. «Ci chiediamo chi sono queste persone, quando sono state sentite, quando sono state fatte le audizioni delle commissioni competenti nel consiglio regionale e perché sono state sentite solo queste associazioni e non tutti gli altri portatori di interessi – ha dichiarato Dante Caserta, Responsabile Relazioni Istituzionali WWF Italia -. Tutto questo è vergognoso, non si possono sentire gli ‘amici’ e modificare le leggi per andare loro incontro». Caserta ha poi messo l’accento sulle presunte «violazioni procedurali» di tale decisione, non essendo stati ascoltati «gli enti locali competenti», ovvero la provincia e il Comune, «che non è stato neanche informato di tutto ciò». A confermarlo è stato lo stesso sindaco di Roseto degli Abruzzi, Mario Nugnes, che ha parlato di un «atto scellerato», aggiungendo di essere in attesa «di leggere gli atti ufficiali e di vedere le relative planimetrie, in modo da poterle valutare attentamente» e, nel caso, di riservarsi al confronti «con il territorio, i cittadini e tutte le associazioni» al fine di agire «nell’interesse della comunità rosetana, completamente tagliata dalla ridefinizione dei confini della Riserva». Sabato 6 e domenica 7 gennaio a Roseto degli Abruzzi le associazioni si ritroveranno per raccogliere firme su una petizione che chiede alla Regione di approvare in tempi rapidi nuova legge regionale per cancellare l’emendamento della maggioranza. Le organizzazioni chiedono inoltre alla Regione di approvare subito il Piano di Assetto Naturalistico, atteso da circa 20 anni.
Della Riserva del Borsacchio, ora, resta soltanto una piccola lingua a ridosso del mare. Qui, dopo una mobilitazione lanciata sui social dalle Guide della riserva, con sole quattro ore di preavviso due giorni fa un centinaio di attivisti si sono radunati per protestare contro il taglio, sventolando striscioni con scritte quali “Marsilio la riserva non si tocca”, “La riserva è vita” e “+ verde – cemento”. «Partiremo con una richiesta, con una moratoria per il Consiglio dei Ministri per chiedere di impugnare la legge, che è stata fatta in violazione di alcuni principi legislativi, come coinvolgere l’ente locale. E se ciò non andrà bene abbiamo anche a disposizione la strada del ricorso amministrativo», ha spiegato durante il flash mob Marco Borgatti, anima delle Guide della riserva del Borsacchio, che ha posto l’accento sulle conseguenze della modifica normativa, che influirà sulla perdita di occupazione futura ma anche di milioni di euro di finanziamenti europei per le attività sostenibili nella riserva e per allevatori, agricoltori e operatori turistici. Borgatti ha annunciato che, a breve, sarà lanciata «una grande manifestazione» per la difesa della riserva.
[di Stefano Baudino]