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L’oleodotto Keystone negli Stati Uniti torna a far parlare di sé, questa volta per fatti decisamente preoccupanti: il 7 dicembre, infatti, nell’infrastruttura che attraversa gli Stati Uniti d’America (Usa) e il Canada si è aperta una falla che ha causato una grossa perdita di petrolio. L’incidente si è verificato vicino alla località di Washington, nel nordest dello stato del Kansas, negli Usa
L’incidente avrebbe causato la fuoriuscita di circa 14mila barili di greggio, pari a circa 2,2 milioni di litri di petrolio, secondo quanto comunicato dalla Pipeline and hazardous materials safety administration che fa capo al dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti. Il petrolio avrebbe raggiunto un corso d’acqua situato poco distante. Per i mezzi d’informazione statunitensi si tratterebbe di uno dei peggiori incidenti degli ultimi dieci anni. La Tc Energy, società canadese che gestisce l’oleodotto, ha comunicato di aver contenuto la fuoriuscita e che il segmento guasto resta momentaneamente fuoriuso. Si continua a indagare sulle cause che hanno portato alla falla, al momento ignote.
Un lunga lista di precedenti
La falla di mercoledì non è tuttavia la prima, anzi: il dipartimento dei Trasporti degli Stati Uniti ha fatto sapere che la fuoriuscita di mercoledì è la più voluminosa di una serie di almeno tre incidenti registrati lungo l’oleodotto negli ultimi cinque anni.
Altre segnalazioni erano state fatte nel 2011, 2016 e 2020. Il tratto interessato fa parte della Cushing Extension, lunga 460 chilometri e completata nel 2011, che porta il greggio da Steele City, in Nebraska, a Cushing, in Oklahoma. Per organizzazione no-profit Sierra Club si tratterebbe addirittura del ventiduesimo incidente verificatosi lungo il Keystone.
La storia travagliata del progetto (e speriamo chiusa) del Keystone Xl
L’oleodotto Keystone è un’infrastruttura molto importante per l’approvvigionamento da idrocarburi negli Stati Uniti. Basti pensare che ogni giorno da qui passano oltre 600mila barili di greggio. L’oleodotto che separa parte degli Stati Uniti rappresenta da anni un terreno di aspri scontri, sia in seno alla società civile che sul piano politico. Il ripetersi di incidenti simili a questo, negli anni, ha destato non poche preoccupazioni da parte di molte amministrazioni, portando alla sospensione di un importante progetto di ampliamento dell’infrastruttura noto come Keystone XL.
L’aggiunta di un ulteriore oleodotto a quello già operativo prevedeva 1.947 chilometri di tubature in grado di trasportare 830mila barili di bitume al giorno dalle sabbie bituminose dell’Alberta (nel Canada occidentale) fino a Steel City, in Nebraska.
Il progetto è stato inizialmente ostacolato dall’amministrazione di Barack Obama, ma trovò la firma favorevole del nuovo presidente Donald Trump, che all’indomani della sua elezione ridette il via alla costruzione del Keystone XL e del Dakota access con la promessa di stimolare l’economia, creare 28mila posti di lavoro e far leva sul petrolio per raggiungere l’indipendenza energetica. Un nuovo e (speriamo) definitivo dietrofront è arrivato con la bocciatura dell’attuale presidente Joe Biden nel 2021, dopo il giudizio negativo della Corte suprema americana.