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Su 265 campioni di acqua raccolti questa estate in 15 Regioni costiere italiane, il 37% è risultato oltre i limiti di legge in termini di inquinamento microbiologico. Nel complesso, nei mari del Belpaese, più di un punto su tre è quindi inquinato. La percentuale, che equivale a un punto inquinato ogni 76 km di costa, è in crescita rispetto al 36% del 2023 e al 31% del 2022. A renderlo noto, l’associazione ambientalista Legambiente, attraverso le campagne Goletta verde e Goletta dei laghi 2024. Per quanto riguarda i bacini lacustri, su 129 campionamenti eseguiti in 39 laghi di 11 Regioni, il 33% è risultato oltre i limiti di legge, in aumento rispetto al 23% dell’anno scorso. Guardando a mari e laghi complessivamente, sui quasi 400 punti campionati in 19 Regioni, il 36% è quindi risultato “oltre il limite”.
“Mare e laghi italiani non godono di ottima salute”. Così Legambiente titola il comunicato stampa con cui descrive le ultime campagne Goletta Verde e Goletta dei Laghi. Gli studi sono stati presentati ieri, martedì 13 agosto, a Roma, e sono stati realizzati con le partnership principali di CONOU, Novamont, e la media partnership di Nuova Ecologia, e con ANEV e Renexia. I campionamenti sono stati condotti con l’ausilio di oltre 200 volontari, e hanno interessato un totale di 394 punti tra mari e laghi. Secondo Legambiente “foci dei fiumi, canali e corsi d’acqua che sfociano a mare o nel lago” si sarebbero confermati i “punti critici”. Quasi la metà dei prelievi complessivi (185 su 394) è stata infatti effettuata presso le foci dei fiumi, e di questi, circa il 60% (109 su 185) è risultato oltre la soglia di inquinamento limite; nello specifico il 44% delle rilevazioni è stato giudicato “fortemente inquinato”, e il 16% è risultato “inquinato”. Risultano invece migliori “i risultati dei campioni prelevati nelle acque lacustri e marine sia in aree di maggior afflusso di bagnanti che in prossimità di punti critici”, giudicati negativamente solo nel 14% dei casi (30 su 208). Per quanto riguarda le 265 rilevazioni marittime, Legambiente ha giudicato il 25% dei campioni “fortemente inquinato”, e il 12% “inquinato”. Sul versante lacustre, invece, il 28% è risultato “fortemente inquinato”, e il 5% “inquinato”.
Dal quadro fornito da Legambiente, insomma, più di un terzo delle acque analizzate sono risultate fuori norma. Il problema dell’inquinamento delle acque è legato anche ad altre questioni che come riporta Legambiente vanno dall’emergenza climatica alla crisi energetica. Esso, inoltre, porta con sé ulteriori complicazioni, come nel caso degli allarmi sanitari registratisi in numerose regioni del Belpaese. Dopo tutto, in ciascuna regione d’Italia in cui sono state effettuate rilevazioni per la ricerca di PFAS, sostanze perfluoroalchiliche prodotte dalle industrie e associate a numerose patologie, essi sono stati trovati. In Veneto, regione maggiormente colpita dall’emergenza PFAS, quasi 4.000 persone sarebbero morte a causa delle sostanze, successivamente rilevate anche in Lombardia e Piemonte. A esse, si è poi aggiunta la Toscana, dove sono stati trovati PFAS negli stessi corsi d’acqua.
[di Dario Lucisano]