Il piano d’emergenza per salvare il gallo cedrone in Scozia

Lifegate

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In Scozia la popolazione selvatica di gallo cedrone conta ormai solamente 500 individui, per questo è stato avviato un piano per salvarla
  • In Scozia sono rimasti solamente 532 galli cedrone
  • Con dei numeri così bassi gli scienziati prevedono la sua estinzione entro i prossimi 20-30 anni
  • Avviato un piano d’emergenza che prevede la protezione degli habitat e il controllo dei predatori

Nelle Highlands scozzesi è in atto un piano per salvare uno degli uccelli più grandi della Scozia: il gallo cedrone. Per garantire la sopravvivenza del gallo cedrone, minacciato dalla perdita dell’habitat forestale e di riproduzione, dalla presenza umana nelle sue terre e dalla predazione di martore e tassi, secondo gli ambientalisti, non serve una soluzione miracolosa ma un’azione rapida in diverse parti del paese per i prossimi cinque anni.

Il gallo cedrone rischia di estinguersi entro i prossimi 30 anni

Il gallo cedrone (Tetrao urogallus) è un grande uccello appartenente alla famiglia dei tetraonidi, diffuso nelle foreste montane d’Europa. Il suo habitat ideale è caratterizzato da foreste fitte e tranquille, con aree aperte per procurarsi il cibo. Durante la stagione riproduttiva, i maschi si esibiscono in spettacolari parate nuziali, emettendo suoni e allargando le ali e la coda per attirare le femmine. È noto anche per il suo comportamento molto territoriale mostrando un’aggressività marcata. Durante le parate nuziali, i maschi difendono il proprio territorio e cercano di intimidire i rivali attraverso posture minacciose e attacchi diretti. In alcuni casi, i maschi possono diventare aggressivi anche verso gli esseri umani se si sentono minacciati nel loro habitat o durante il periodo degli accoppiamenti.

In Scozia sono presenti circa 532 galli cedroni, tuttavia gli esperti affermano che la specie, con numeri così bassi, potrebbe estinguersi nei prossimi 20-30 anni e per questo motivo il governo ha richiesto un piano d’emergenza. Gli obiettivi alla base del piano di recupero sono la gestione del territorio con lo scopo di migliorare gli habitat come il pascolo boschivo e il ripristino delle torbiere forestali. Uno dei fattori che ha contribuito alla sua scomparsa, è stato proprio la perdita dell’habitat. Come abbiamo anticipato l’habitat forestale (per il foraggiamento) e l’habitat riproduttivo (per potersi accoppiare) sono fondamentali per il gallo cedrone. Un altro fattore decisamente impattante per la sua sopravvivenza è la presenza dei predatori, affamati divoratori delle sue uova, come le martore e i tassi. Per risolvere questo problema si vuole attuare la strategia dell’alimentazione diversiva, ovvero, l’utilizzo di cibo per distogliere l’attenzione dai nidi. Questa alimentazione è stata sperimentata con grande successo dai ricercatori dell’università di Aberdeen, i quali hanno posizionato carne di cervo vicino a finti nidi pieni di uova di gallina per vedere le reazioni dei predatori. I risultati hanno mostrato un tasso di sopravvivenza dell’83 per cento. Infine, un altro punto chiave del piano sarà la valutazione di fattibilità per le reintroduzioni, con l’obiettivo di rafforzare la popolazione scozzese con uccelli provenienti da altre parti d’Europa.

Il parco naturale Cairngorms al centro del progetto

L’85 per cento della popolazione di gallo cedrone del Regno Unito vive all’interno dei confini del Parco nazionale dei Cairngorms a nord di Edimburgo. Proprio le autorità del parco sono state le prime ad spingere per l’avviamento del piano di recupero quinquennale, centralizzando le azioni direttamente all’interno del parco. Il piano di emergenza come abbiamo visto prevede azioni su larga scala e su tutti i fronti, con un lavoro collettivo di oltre 100 parti interessate: dall’agenzia del governo scozzese NaturScot alle associazioni animaliste, tutte impegnate per salvaguardare il futuro di questa specie.

“Data la portata del compito che ci attende per aumentare il numero di galli cedroni in Scozia, rimaniamo realisti ma ottimisti sul fatto che un enorme sforzo collettivo farà una differenza positiva”, sono le parole di Andy Ford, direttore del Nature e climate change authority presso il parco. Mentre Eileen Stuart, vicedirettrice di NatureScot, ha affermato: “Questo è il piano più completo del suo genere mai prodotto per questo uccello iconico, che è riuscito a riunire tutte le parti interessate in ogni aspetto della conservazione del gallo cedrone”. Nel corso degli ultimi anni il parco si era già mosso con il Cairngorms capercaillie project, un progetto dedicato alla riduzione del disturbo umano in centinaia di ettari del parco. Coinvolgendo le comunità di mountain bikers, birdwatchers e dogwalkers, sono state sviluppate soluzioni alternative ottenendo una rete più sviluppata di sentieri locali, proteggendo l’habitat del gallo cedrone.

Gallo cedrone riproduttivo
Il gallo cedrone, soprattutto maschio, durante il periodo riproduttivo ha degli atteggiamenti molto aggressivi anche nei confronti dell’uomo ©Nina Laakso/Flickr

E in Italia come se la passa il gallo cedrone?

In Italia, la popolazione è stata recentemente stimata intorno alle 2-3 mila coppie, distribuite attraverso i boschi delle Alpi, dalle Alpi e prealpi Giulie fino alle Alpi Orobie, rappresentando circa l’1 per cento della popolazione europea stimata intorno alle 300-400 mila coppie. A metà degli anni Ottanta, la popolazione censita raggiungeva i 6-9 mila individui, poi aumentati a 7-10 mila a inizio anni Novanta, per tornare a 6-8 mila alla fine del secolo scorso. Considerando le minacce lo status non è del tutto ottimale e, nonostante una breve fase di stabilità e la sospensione della caccia nella maggior parte delle provincie, la fase di declino non è del tutto terminata.

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