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- Wopke Hoekstra, commissario europeo designato per il Clima, è stato oggetto di critiche per i suoi legami con l’industria dei combustibili fossili.
- 112 organizzazioni della società civile hanno chiesto a Hoekstra di non portare i lobbisti del fossile alla prossima Cop, che inizierà l’11 novembre a Baku.
- Anche al Parlamento europeo gli è stata posta la stessa critica. Hoekstra non ha dato rassicurazioni.
Mentre il commissario europeo designato per le Politiche climatiche, Wopke Hoekstra, è apparso davanti al Parlamento europeo per confermare la sua linea d’azione dei prossimi cinque anni, e per rispondere alle domande degli eurodeputati, oltre cento organizzazioni della società civile hanno rivolto un appello affinché Hoekstra non porti rappresentanti dell’industria fossile alla Cop29, la conferenza Onu sul clima, come parte della delegazione europea.
Alla Cop dell’anno scorso c’erano 130 delegati del fossile
La presenza di lobbisti dei combustibili fossili nella delegazione dell’Unione europea a Cop29 desta infatti preoccupazioni rispetto alla credibilità delle politiche climatiche dell’Ue e allo stesso Hoekstra, già oggetto di controversie in passato e attuale responsabile della delegazione. L’anno scorso, ai negoziati sul clima di Cop28, l’Ue e i suoi Stati membri hanno portato oltre 130 rappresentanti dell’industria fossile, secondo i dati della campagna Kick big polluters out. Tra questi, il team di Hoekstra ha accolto alti dirigenti di aziende come Eni, Bp e il capo dei lobbisti di ExxonMobil a Bruxelles. Inoltre, negli ultimi 20 anni hanno partecipato almeno 115 lobbisti da parte di Shell ai negoziati delle Nazioni Unite: la compagnia anglo-olandese è una delle industrie fossili più rappresentate durante le Cop e lo stesso Hoekstra ha lavorato per due anni nelle fila di Shell.
Quest’anno, durante i colloqui sul clima a Baku, gli attivisti chiedono un impegno chiaro per un’eliminazione rapida, equa, completa e finanziata dei combustibili fossili. Tuttavia, esiste il fondato timore che i rappresentanti di petrolio e gas cercheranno di ostacolare tali sforzi per proteggere i propri interessi economici.
Nella lettera indirizzata al commissario, le 112 organizzazioni firmatarie hanno espresso preoccupazioni per la preponderanza delle lobby fossili nei dibattiti sulla lotta al riscaldamento globale, e hanno chiesto che Hoekstra sostenga misure che proteggano i processi decisionali dall’influenza di questo settore, come avviene per l’industria del tabacco nella regolamentazione sanitaria.
“Portare i lobbisti dei combustibili fossili a Cop29 è come invitare l’industria del tabacco a una conferenza sulla salute pubblica. È un evidente conflitto di interessi che mina l’integrità delle discussioni sul clima. Non c’è spazio per gli inquinatori nei colloqui sul clima, e proprio per questo serve una barriera protettiva, come esiste per il tabacco”, ha dichiarato Nathan Stewart, coordinatore della campagna Fossil free politics.
Hoekstra non ha rassicurato gli europarlamentari
Il 7 novembre, il commissario Hoekstra è apparso davanti al Parlamento europeo per rispondere alle domande degli europarlamentari sulla sua idoneità a mantenere l’incarico per i prossimi cinque anni. Un’opportunità cruciale per ottenere dal politico olandese impegni concreti a proteggere le politiche climatiche dell’Ue e dell’Onu dall’influenza eccessiva delle industrie fossili.
Eppure, Hoekstra non è riuscito a rassicurare sul fatto che terrà i lobbisti del petrolio e del gas lontani dalle politiche climatiche, quando ha risposto alle domande degli eurodeputati, cercando l’approvazione per riprendere il suo ruolo di Commissario europeo per il clima.
Questa risposta riecheggia quella dello scorso anno, quando, in risposta a una denuncia del Parlamento sulla presenza dei lobbisti del petrolio e del gas nella delegazione dell’Ue alla Cop 28, Hoekstra aveva affermato che erano lì per partecipare a panel durante i negoziati, cosa che appare non vera in più di un caso, come documentato dai giornalisti di DeSmog.
Tuttavia, invitare i delegati dei combustibili fossili a parlare durante i negoziati offre loro ampie opportunità di fare lobbying: sia durante gli eventi, parlando insieme a funzionari senior dell’Ue, che accedendo a zone riservate ai soli governi grazie alla loro presenza in una delegazione governativa. Fossil Free Politics ha messo in dubbio i motivi elencati dalla Commissione europea per giustificare l’invito dei lobbisti: “È evidente che l’unico interesse dei lobbisti del petrolio e del gas nella politica climatica è negare, ritardare, spostare la colpa e continuare a massimizzare i loro profitti a spese delle persone comuni, che pagano bollette energetiche alle stelle e soffrono nella crisi climatica”, è la conclusione di Nathan Stewart.