ValigiaBlu
La notizia non è sui social del ministero dell’Ambiente e non è stata trattata neppure nella conferenza stampa di fine/inizio anno della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Eppure il fatto che l’Italia si sia finalmente dotata di un Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) dovrebbe essere motivo di vanto da parte del governo, soprattutto perché i cinque esecutivi precedenti non erano riusciti a farlo. La sensazione che emerge è quella di un impegno portato a termine in forte ritardo, senza grande fiducia, come un obbligo da dover rispettare e del quale non si condividono granché l’urgenza e l’esigenza. Dopo quasi nove anni di attesa e disinteresse trasversali agli schieramenti politici (Renzi, Gentiloni, Conte, Conte bis, Draghi), il governo ha finalmente pubblicato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. È un buon inizio e lo celebriamo. Però il piano ha… pic.twitter.c...
Tra il 13 e il 14 settembre sono sbarcati a Lampedusa quasi 7 mila migranti in 48 ore, mettendo in crisi l'approccio politico alla gestione dei flussi migratori del Governo Meloni che, subito dopo il suo insediamento, ha emanato una serie di decreti, a detta dell’esecutivo per contrastare l’immigrazione clandestina, ma che nella pratica azzerano l’accesso ai diritti dei cittadini stranieri. La decisione più sensata sarebbe stata quella di non smantellare il sistema Sprar e garantire un’accoglienza diffusa su tutto il territorio nazionale, per evitare innanzitutto il sovraffolamento degli hotspot di frontiera e fornire un’assistenza concreta ai migranti. Migranti, la soluzione non è fermare le partenze ma riformare un sistema di accoglienza che alimenta la clandestinità Suonano sempre più fuori dalla realtà le dichiarazioni della Presidente del Consiglio che ha espresso la sua soddisfazione per il lavoro di squadra di...
A pochi giorni di distanza dalla conferenza stampa a porte chiuse che ha visto insieme Ursula Von Leyen, Giorgia Meloni e il presidente della Tunisia Kaïs Saïed, dal Mediterraneo arriva l’ennesima notizia di un terribile naufragio, avvenuto nella notte tra il 13 e il 14 giugno. al largo di Pylos, in Grecia. Sono 78 le vittime finora accertate. Si parla però di centinaia di dispersi che potrebbe far salire a 600 il conteggio delle vittime, secondo le ultime stime. Tra i sopravvissuti alcuni hanno riferito che nella stiva dell’imbarcazione erano presenti “almeno 100 bambini”. Nel complesso erano presenti circa 750 persone, provenienti da Pakistan, Egitto, Siria, Afghanistan e Palestina. Mentre proseguono le operazioni in mare, si ripete per l’ennesima volta un copione di responsabilità negate o rimpallate, che avevamo visto di recente col naufragio di Cutro, e che stiamo vedendo ora con i continui cambi di versione della auto...
Migranti, firmato il Memorandum d’intesa UE-Tunisia Aggiornamento 18 luglio 2023: Il 16 luglio l’Unione Europea ha firmato il memorandum d’intesa con la Tunisia che prevede il sostegno economico di Bruxelles in cambio del controllo delle frontiere e dell’attuazione di riforme economiche. In base all’accordo, raggiunto dal presidente tunisino, Kais Saied, dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, dalla presidente del Consiglio dell’Italia, Giorgia Meloni, e dal premier olandese Mark Rutte, l’UE si impegna a fornire sostegno finanziario alla Tunisia per migliorare il suo sistema di ricerca e soccorso in mare, il pattugliamento delle acque territoriali e il controllo delle frontiere, mentre la Tunisia favorirà il rimpatrio dei cittadini tunisini arrivati irregolarmente in Europa. Saied – sottolinea Annalisa Camilli – ha ribadito l’intenzione di non voler aprire campi profughi o centri in...
Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. In questi giorni un'ondata calore sta attraversando ben tre continenti: Europa, Asia, Nord America. Temperature estreme si stanno registrando in buona parte dell'emisfero settentrionale della Terra. Il mese di giugno di quest'anno è stato il più caldo finora registrato. Il ritorno di El Niño, il fenomeno ciclico che causa il riscaldamento della superficie dell'Oceano Pacifico centro-orientale, contribuisce a spingere verso l'alto le temperature del pianeta. Ci sono buone probabilità che il 2023 diventi l'anno più caldo finora registrato. Ma anche se non arriverà al primo posto, scalzando il 2016, siamo certi che sarà tra le prime posizioni. I dieci anni più caldi sono concentrati nell'ultimo decennio. Non è un caso, è una delle tante evidenze della realtà del riscaldamento globale antropico. 🌡️ Extreme...