Tunisia
“Quello che vuole fare questo governo è andare a cercare gli scafisti lungo tutto il globo terracqueo”, ha dichiarato la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, nella conferenza stampa di Cutro, alcuni giorni dopo il naufragio che ha portato alla morte di 92 persone. I cosiddetti scafisti sembrano essere diventati il cuore della linea del governo sull’immigrazione, con un nuovo decreto che inasprisce ulteriormente le pene per chi guida una barca che trasporta migranti. La persecuzione degli scafisti non è una strategia nuova: nell’ultimo decennio è stata un cardine delle politiche migratorie italiane ed europee. Cosa ha significato finora? È davvero la soluzione per fermare le partenze e le morti in mare? E chi sono davvero gli scafisti? “Non possiamo non vedere che è un tema politico caldissimo e che c’è una forte richiesta, basta leggere i giornali, di punizione del più alto numero possibile di scafisti sulla fa...
Migranti, firmato il Memorandum d’intesa UE-Tunisia Aggiornamento 18 luglio 2023: Il 16 luglio l’Unione Europea ha firmato il memorandum d’intesa con la Tunisia che prevede il sostegno economico di Bruxelles in cambio del controllo delle frontiere e dell’attuazione di riforme economiche. In base all’accordo, raggiunto dal presidente tunisino, Kais Saied, dalla presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, dalla presidente del Consiglio dell’Italia, Giorgia Meloni, e dal premier olandese Mark Rutte, l’UE si impegna a fornire sostegno finanziario alla Tunisia per migliorare il suo sistema di ricerca e soccorso in mare, il pattugliamento delle acque territoriali e il controllo delle frontiere, mentre la Tunisia favorirà il rimpatrio dei cittadini tunisini arrivati irregolarmente in Europa. Saied – sottolinea Annalisa Camilli – ha ribadito l’intenzione di non voler aprire campi profughi o centri in...
Come spesso è accaduto in questi anni, il naufragio di Cutro ha riacceso da un giorno all’altro i riflettori sulle stragi nel Mediterraneo, ma non sui contesti autoritari e repressivi dei paesi di transito o di partenza. Secondo la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e il ministro dell’Interno, Matteo Piantedosi, la soluzione sarebbe semplice: “Non dovevano partire”, hanno detto, senza prendere in considerazione che il viaggio in mare è solo l’ultimo di una lunga serie di rischi che le persone migranti corrono, buona parte dei quali prima di imbarcarsi. Le dichiarazioni del ministro Piantedosi alla stampa confermano la tendenza della politica italiana a riproporre una formula che ha già dimostrato i suoi limiti, e che si basa sullo stanziamento di più fondi destinati ai paesi di partenza in cambio di una politica di controllo delle frontiere più dura. A dimostrare perché questa ricetta non funziona è uno dei princip...
Abusi. Violenze. Stupri e aggressioni sessuali. Da un anno e mezzo la lista dei soprusi e delle violazioni che riguarda l’apparato securitario tunisino si fa sempre più lunga. In particolare dal febbraio del 2023 quando il presidente della Repubblica Kais Saied ha pronunciato un duro discorso di Stato contro la comunità subsahariana presente nel paese accusandola di stare compiendo una vera e proprio sostituzione etnica nei confronti della popolazione tunisina. Da allora le violenze a sfondo xenofobo e razzista si sono fatte via via più visibili e hanno toccato direttamente le forze di sicurezza del piccolo Stato nordafricano. Per fermare i migranti paghiamo governi autoritari, razzisti, violenti: cosa succede nella Tunisia del presidente Saied Un’inchiesta del giornale britannico The Guardian ha documentato ciò che da tempo è costretta a subire questa fetta della popolazione. Lo sta subendo anche attraverso strumenti, equipaggiamenti...
“Nella tua città c'è un lager”. È la denuncia degli attivisti che si battono da anni per la chiusura dei CPR (Centri di Permanenza per i Rimpatri), veri e propri buchi neri nei quali finiscono, e a volte perdono anche la vita, i cittadini stranieri sprovvisti di regolare titolo di soggiorno. Con una capienza complessiva di 1.100 posti sono dieci i centri attualmente operativi a Milano, Torino, Gradisca d’Isonzo, Roma-Ponte Galeria, Palazzo San Gervasio, Macomer, Brindisi-Restinco, Bari-Palese, Trapani-Milo e Caltanissetta-Pian del Lago. Si tratta di strutture che in oltre vent'anni hanno prodotto una lunga scia di disperazione, violenze e morti. Istituiti nel 1998 dal governo di centrosinistra guidato da Romano Prodi con la legge sull’immigrazione Turco-Napolitano, i centri furono inizialmente chiamati CPTA (Centri di Permanenza Temporanea e Assistenza), poi CIE (Centri di Identificazione ed Espulsione) e infi...