ecocidio
Martedì 18 giugno ha avuto luogo, a Torino, la prima udienza del cosiddetto “processo Smog”, il primo processo per ecoreati mai realizzato in Italia. Tra gli imputati vi sono gli ex sindaci del capoluogo piemontese Chiara Appendino e Piero Fassino, oltre all’ex presidente della Regione Piemonte Sergio Chiamparino. Secondo le accuse, tra il 2015 e il 2019, questi non avrebbero messo in campo misure adeguate per garantire la tutela della qualità dell’aria della città di Torino, che risulta ad oggi essere tra i Comuni più a rischio per questo tipo di inquinamento. Per questo motivo, agli amministratori pubblici viene contestato il reato di inquinamento ambientale colposo. Secondo i consulenti della procura, le concentrazioni sopra i limiti di legge degli inquinanti registrati nell’area torinese avrebbero causato oltre mille morti premature e diversi ricoveri ospedalieri. Un secondo filone dell’inchiesta, riferito a un periodo success...
Di fatto, l’Unione Europea ha introdotto il reato di ecocidio nel diritto comunitario. La nuova direttiva, concordata a novembre dagli organi dell’UE, è stata approvata con 499 voti favorevoli, 100 contrari e 23 astensioni. Ora, chi commette alcuni crimini contro la natura rischia fino a 10 anni di reclusione. Per ecocidio, secondo una delle definizioni esistenti, si intende un illecito a spese di ecosistemi marini e terrestri, alla loro flora e fauna e l’impatto che ne deriva. Nella fattispecie, rientreranno crimini quali il commercio illegale di legname, l’esaurimento delle risorse idriche e le gravi violazioni della legislazione in materia di sostanze chimiche. E ancora: la gestione illecita dei rifiuti pericolosi e dei materiali radioattivi, il commercio illegale di specie selvatiche e la contaminazione delle acque. Chi si macchierà di queste e altre tipologie di reati ambientali – ha reso noto Bruxelles – sarà punibile con la recl...
Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Sembrava una notte tranquilla nei dintorni della centrale idroelettrica di Kakhovka, in Ucraina. Poi all’improvviso un boato e il suono dell’acqua che scorre. “Siamo ormai abituati ai forti boati e così non ho pensato che fosse qualcosa di grave”, ha detto una abitante della città della sponda meridionale di Nova Kakhovka. In pochi minuti l’acqua ha iniziato a scorrere attraverso una breccia. E ben presto il passaggio che attraversa il fiume Dnipro è stato spazzato via. La diga costruita dall’URSS nel 1956, importante fonte d’acqua per la penisola di Crimea annessa alla Russia, per l’agricoltura della regione e per il raffreddamento dei reattori della centrale nucleare di Zaporizhzhia, non esisteva più mentre una massiccia ondata d’acqua iniziava a dirigersi verso valle, provocando una catastrofe...
In seguito a lunghi ed articolati negoziati, le istituzioni europee hanno finalmente sancito un accordo che prevede l’inserimento del concetto di ecocidio – ovvero dei crimini a spese di ecosistemi marini e terrestri, alla loro flora e fauna e l’impatto che ne deriva sul clima e le comunità – nel diritto comunitario. Sebbene l’”ecocidio” non sia ancora stato formalmente inquadrato come crimine internazionale, la Commissione Europea, il Consiglio Europeo e l’Europarlamento si sono compattati attorno a un testo che, attraverso un escamotage lessicale e giuridico, apre la via a una puntuale responsabilizzazione degli autori dei crimini ambientali. È stata infatti introdotta un’infrazione definita “qualificata” che, come si legge nel testo, punta a consentire di incriminare i reati più gravi, ovvero “inquinamenti ambientali estesi, incidenti industriali o gravi incendi, che sono ritenuti coperti dalla fa...