diritti indigeni
La scorsa settimana, il presidente del Brasile Luiz Inácio Lula da Silva, insieme al ministro per i Popoli Indigeni Sonia Guajajara e al ministro della Giustizia e della Pubblica Sicurezza Ricardo Lewandowski, ha firmato i decreti di approvazione di due nuove terre indigene nei territori di Bahia e Mato Grosso. I due nuovi territori, nei quali vivranno membri dei gruppi indigeni Pataxó e Karajá, si estenderanno per circa 35 mila ettari. Diventano così in tutto 10 le terre indigene approvate in circa un anno e mezzo, grazie al lavoro dei due ministeri coinvolti e del FUNAI (Fondazione Nazionale per i Popoli Indigeni). «La protezione dei popoli ancestrali è strettamente legata alla sosteibilità non solo del nostro Paese, ma dell’intero pianeta» ha dichiarato il ministro Lewandowski nel corso della riunione con il CNPI (Consiglio Nazionale per le Politiche Indigene), dove sono stati firmati i decreti. «Sostenere i diritti dei popoli indig...
La tribù Osage dell’Oklahoma ha ottenuto una vittoria storica per i diritti degli indigeni contro il gigante italiano dell’energia Enel, accusato di aver sfruttato la loro terra senza permesso nella corsa verso la transizione energetica. Dopo una lunga battaglia giudiziaria, il tribunale ha sancito che Enel dovrà pagare quasi 260 milioni di dollari per rimuovere 84 turbine eoliche dalle terre della Nazione Osage. Si tratta di una delle prime sentenze negli Stati Uniti a richiedere la dismissione di un progetto eolico in funzione; un processo successivo stabilirà quanto la società dovrà pagare come risarcimento. «Enel, ti costerà una fortuna non averci chiesto un permesso. Era tutto quello che dovevi fare», ha detto al Financial times il presidente dell’Osage Minerals Council, Everett Waller, la cui tribù era stata massacrata nel 1900. A riprendere la loro storia è anche il film di Martin Scorsese, Killers of the Flower...
Riuscire a raggiungere l’obiettivo di ripristinare 12 milioni di ettari di vegetazione autoctona brasiliana entro il 2030, come stabilito dall’accordo di Parigi sul clima, non sarà un’impresa semplice, soprattutto in assenza di un programma governativo solido che vada in questa direzione. Tuttavia è grazie al prezioso lavoro dei raccoglitori di semi, che hanno scoperto che piantarli al posto degli alberelli rende il processo di rimboschimento più efficiente e solido, che la speranza di arrivare alla meta è ancora viva. Una tecnica che gli indigeni hanno dimostrato essere la più adatta per aiutare i giovani alberi a sopravvivere alla siccità e sfruttare al meglio lo spazio a disposizione: seminare permette infatti di piantare circa dieci volte più alberi per ettaro rispetto all’utilizzo delle piantine, dimezzando i costi. Gli sforzi dei raccoglitori di semi si stanno concentrando soprattutto nella zona del Cerrado, un territorio...