barriera corallina
Nell’area di Palau Bontosua, nella porzione sud occidentale dell’isola indonesiana di Sulawesi, tutte le barriere coralline degradate sono state ripristinate in soli quattro anni. A causa del riscaldamento globale e delle attività umane, le barriere coralline della zona erano state praticamente distrutte. Ma ora, grazie ad uno specifico programma di ripristino, stanno crescendo allo stesso ritmo di quelle sane. Per consentire ai coralli di riformarsi, sono state installate delle strutture esagonali in acciaio ricoperte di sabbia, che stabilizzano i detriti e forniscono un habitat per la fauna della barriera. Tuttavia, nonostante si tratti di un ottimo risultato, i ricercatori avvertono che la tecnica utilizzata rappresenta una extrema ratio a cui non bisognerebbe ricorrere in maniera sistematica. Le barriere così restaurate presentano infatti una minore diversità di specie rispetto a quelle sane. A lavorare al progetto è stata un’équipe di sci...
Durante la mappatura del fondale marino tramite un veicolo telecomandato, un gruppo di ricercatori dotato di scanner laser ha scoperto due barriere coralline incontaminate nelle acque al largo delle isole Galápagos, un arcipelago vulcanico dell’Oceano Pacifico, considerato una delle principali destinazioni al mondo per l’osservazione di specie animali e vegetali uniche e una delle aree marine protette più grandi al mondo. Con molta probabilità le due barriere, habitat di numerose specie viventi, si sono formate migliaia di anni fa. Tuttavia gli studi sulle strutture coralline situate in acque profonde sono meno diffusi di quelli redatti su quelle più superficiali. Le conoscenze raccolte fino ad oggi dicono però che le prime, nonostante siano più fredde, buie e profonde rispetto alle seconde, che prosperano grazie alla luce solare, ospitino in realtà la maggior parte di tutte le specie di coralli e fungano da rifugio per moltissimi ani...
Aumenta in maniera eccezionale la presenza di coralli e diminuiscono significativamente i rifiuti marini, mentre si registra una proliferazione di numerose specie aliene e una preoccupante diminuzione della vegetazione di posidonia. È questa la situazione dell’ambiente marino del Mediterraneo, fotografata nell’ultimo rapporto dell’Ispra, presentato in occasione di un convegno a Palermo nell’ambito del Sistema nazionale per la salvaguardia dell’ecosistema marino. Nello specifico, Ispra ha censito formazioni di coralli in 8 regioni italiane e 160 siti oggetto di studio. I nomi delle principali specie osservate sono eunicella, pentapora e paramuricea. In 9 regioni, all’interno di 37 aree di monitoraggio, sono stati rinvenuti anche “letti a rodoliti”, ovvero piccole alghe calcaree dalla forma simile a quella del popcorn. I dati non sono invece molto positivi in riferimento alla posidonia oceanica al largo delle coste italiane, che è...