Nel Mediterraneo sono tornati a crescere i coralli

Lindipendente

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Aumenta in maniera eccezionale la presenza di coralli e diminuiscono significativamente i rifiuti marini, mentre si registra una proliferazione di numerose specie aliene e una preoccupante diminuzione della vegetazione di posidonia. È questa la situazione dell’ambiente marino del Mediterraneo, fotografata nell’ultimo rapporto dell’Ispra, presentato in occasione di un convegno a Palermo nell’ambito del Sistema nazionale per la salvaguardia dell’ecosistema marino.

Nello specifico, Ispra ha censito formazioni di coralli in 8 regioni italiane e 160 siti oggetto di studio. I nomi delle principali specie osservate sono eunicella, pentapora e paramuricea. In 9 regioni, all’interno di 37 aree di monitoraggio, sono stati rinvenuti anche “letti a rodoliti”, ovvero piccole alghe calcaree dalla forma simile a quella del popcorn.

I dati non sono invece molto positivi in riferimento alla posidonia oceanica al largo delle coste italiane, che è stata monitorata in tutte le regioni toccate dal Mar Tirreno e dallo Jonio e nell’area del basso Adriatico. Le analisi di Ispra hanno attestato come il 25 per cento dei siti osservati presenta una bassa densità di fasci al metro quadrato, sebbene nell’ambito delle circa 100 aree monitorate la densità sia di tipo “normale” nel 63 per cento dei casi ed “eccezionale” nell’11 per cento.

Rilevante appare l’attestazione della forte riduzione di rifiuti marini. Negli ultimi anni, i rifiuti spiaggiati sono diminuiti quasi della metà, passando, per ogni 100 metri di litorale, dai 460 del 2015 ai 273 nel 2021. I numeri sono però ancora lontani dagli obiettivi che si è data l’Unione Europea, che ha posto il limite di 20 per poter parlare di un buono stato ambientale. Per quanto concerne i rifiuti in acqua, nel periodo 2018-2022 si è registrata una densità costiera media di 105 oggetti per chilometro quadrato e una densità media offshore di 3 oggetti. Gli oggetti analizzati sono rappresentati per più dell’80% da polimeri artificiali, il 20% dei quali è plastica monouso.

In merito alle statistiche sulle specie aliene, lo studio di Ispra – che si è concentrata in particolare sulle aree portuali – ha registrato la presenza di ben 78 specie. Tra queste (20 delle quali sono esclusive del Mar Adriatico, 9 del Mar Ionio e 17 del Mar Tirreno, mentre 11 sono comuni ai tre mari) vi sono 25 anellidi, 18 crostacei e 11 molluschi.

Gli esperti di Ispra descrivono invece in miglioramento la situazione connessa al fenomeno dell’eutrofizzazione in mare, che consiste nel processo che innesca le fioriture di alghe e la riduzione di ossigeno a causa di un eccesso di nutrienti che arrivano da terra. A tal fine, sono risultate fondamentali una serie di misure prese negli ultimi 40 anni, tra cui spiccano la diminuzione del fosforo nei detergenti e dell’uso dei fertilizzanti, nonché migliori impianti di depurazione e fognari.

«Quella che presentiamo è solo una piccola parte del lavoro che tutto il Sistema, in collaborazione con gli enti di Ricerca e le università italiane, sta portando avanti per fornire elementi utili ad una Strategia per il mare che sia efficace e coerente con gli obiettivi che ci derivano dagli obblighi europei e internazionali», ha detto Maria Siclari, direttore generale dell’Ispra, intervenendo al convegno. «La Sicilia ha un’estensione costiera di ben 1.637 Km e la salvaguardia dei mari è per noi un tema di primaria importanza», ha poi evidenziato Vincenzo Infantino, direttore generale di Arpa Sicilia, che ha preso parte come relatore alla conferenza. «L’ambiente marino – ha concluso – è un patrimonio prezioso che deve essere protetto, salvaguardato e ripristinato al fine ultimo di mantenere la biodiversità e preservare la vitalità dei mari».

[di Stefano Baudino]

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