proteste

Nonostante le impetuose e partecipate proteste degli agricoltori in tutta Europa che si susseguono ormai da gennaio, il Parlamento europeo ha adottato ieri ufficialmente la prima Legge sul Ripristino della Natura con 329 voti favorevoli, 275 contrari e 24 astensioni. La Legge, che prevede di ripristinare almeno il 20% degli ecosistemi terrestri e marini degradati dell’UE entro il 2030 e il ripristino quasi totale entro il 2050, è stata sostenuta da tutto l’arco di centrosinistra del Parlamento europeo, mentre è stata osteggiata dai partiti conservatori, in particolare dal PPE (Partito Popolare europeo), all’interno del quale solo 25 eurodeputati su un totale complessivo di 177 hanno votato a favore della norma. Quest’ultima costituisce un pilastro importante per conseguire gli obiettivi del Green Deal europeo sulla riduzione delle emissioni di gas serra entro il 2030 e il loro azzeramento entro il 2050. Tuttavia, gli agricoltori vedono nella normativa...

vai a leggere

In vista delle Olimpiadi invernali di Cortina 2026, che inizieranno esattamente tra due anni (il 6 febbraio 2026), è iniziata ieri una settimana di celebrazioni tra Cortina, Trento e altre località. Tuttavia, le criticità legate alla manifestazione sportiva non sono poche, tra costi esorbitanti e “scempi ambientali” denunciati dalle associazioni ambientaliste. Proprio per questo motivo, gli attivisti hanno organizzato una serie di iniziative di protesta, tra cortei, manifestazioni e flash mob, per rilanciare il “no” alle grandi opere che dovrebbero essere realizzate in questi due anni. Il Comitato Insostenibili Olimpiadi – CIO 2026, tra i principali promotori delle proteste, in particolare ha denunciato “l’impatto negativo” dell’evento, tra “devastazione ambientale”, “violenta trasformazione del tessuto sociale” e promozione di un “modello folle di turismo di montagna” ormai insoste...

vai a leggere

Sono quasi 38mila le firme raccolte in due mesi sulla piattaforma Change.org dalla petizione per chiedere a SNAM di deviare il percorso del proprio metanodotto che, se costruito sul tracciato previsto, comporterà la distruzione di un rifugio nel quale vivono oltre 60 animali e di un bosco di circa 600 alberi. A lanciare battaglia sono stati Marta Garaffoni e Federico Raspadori, i coniugi proprietari del rifugio. In segno di protesta, la donna ha anche iniziato uno sciopero della fame, durato ben due settimane. I coniugi hanno raccontato di aver cercato di aprire un confronto con l’azienda, chiedendo di prevedere una piccola deviazione del tracciato. Altrimenti, “una volta terminato il cantiere – hanno detto – ci restituiranno i nostri campi devastati”, che non potranno più utilizzare per i loro progetti “perché la servitù di passaggio a vita su quei terreni implica che SNAM, ogni volta che dovrà fare dei lavori di manutenzion...

vai a leggere

È finita venerdì 13 l’occupazione del cantiere di lavoro sul ghiacciaio della Girosa, in Francia, dopo una settimana di mobilitazione a 3400 metri di altezza che ha bloccato i lavori di costruzione del terzo tronco della funivia di La Greve. Una quindicina di giorni prima, infatti, erano arrivate in elicottero le baracche per i lavoratori, i primi macchinari e una scavatrice per l’installazione di un pilone della funivia. L’accampamento, come scrivono sul loro sito gli occupanti appartenenti alla rete del Soulèvement de la Terre, il movimento ecologista radicale che il governo francese ha tentato di sciogliere pochi mesi fa, “testimonia la volontà di porre fine allo sfruttamento e all’artificializzazione delle montagne, dai terreni delle valli ai ghiacciai.” L’obiettivo era anche quello di far capire che nuovi accampamenti di resistenza potrebbero tornare in primavera se il progetto non verrà definitivamente abbandonato...

vai a leggere
^