proteste

Non solo in Sardegna, le grandi opere della cosiddetta “energia green” sono arrivate in tutta Italia, a partire dal sud per arrivare fino al centro. È il caso della Toscana, dove ormai da un anno cittadini e cittadine, comitati e gruppi ambientalisti stanno combattendo per preservare il già a rischio territorio del Mugello. Il progetto per la Regione Toscana è sempre lo stesso: piantare torri alte 170 metri, «quanto due campanili di Giotto uno sopra l’altro», in aree naturali a ridosso della montagna, vicine a riserve protette, con basamenti in cemento armato grandi quanto mezzo campo da calcio. Consumo di suolo, grave impatto sull’ambiente, dissesto idrogeologico, questi alcuni dei rischi che corre il Mugello, denunciati da un insieme di gruppi in una lettera aperta contro la speculazione eolica. Tra queste, il Comitato per la tutela dei crinali mugellani, una delle associazioni attive in difesa del territorio, che ha spiegato...

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Piantare ulivi contro l’esproprio indiscriminato e coattivo delle terre. Restituire alla terra le piante estirpate dagli interessi delle aziende. Le radici come emblema della lotta. Questo il senso dietro la sollevazione popolare nata spontaneamente nel giro di poche ore nelle campagne di Selargius, in Sardegna, rinominata sin da subito “la rivolta degli ulivi”. Qui, sabato scorso, un cittadino è stato vittima di un esproprio coattivo. Si era rifiutato di vendere le proprie terre a Terna, l’azienda incaricata di effettuare i lavori per la messa in funzione del Tyrrhenian Link, il lungo cavo che collegherà la Sardegna alla penisola per trasportare l’energia elettrica prodotta dall’eolico sull’isola. In tutta risposta, l’azienda ha iniziato a estirpare gli ulivi piantati sui terreni in modo coatto. La reazione del territorio è stata immediata: un centinaio di persone si sono trovate sul posto, per impedire all’azienda d...

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Nel porto di Oristano, dove negli scorsi giorni è nato il presidio permanente contro il transito dei mezzi speciali che trasportano le pale eoliche, si sono registrati nella notte le prime tensioni con le forze dell’ordine. Un gruppo di persone si è infatti seduta per terra per impedire il transito dei camion che trasportano le componenti delle pale verso le zone dell’isola dove queste verranno poi installate, iniziativa che ha comportato l’immediato intervento della polizia, subito disposta in cordone a protezione dei mezzi in assetto antisommossa. «Le pale eoliche giganti stanno partendo verso territori da devastare nonostante la moratoria, tutti insieme possiamo fermarli» era stato l’appello, nei giorni scorsi, del Gruppo per la Tutela del Territorio Sardo (Gruttes), che ha dato il via all’iniziativa. Nelle scorse settimane, infatti, la Regione aveva dato il via libera a una moratoria che blocca ogni nuovo progetto di energia rinnova...

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Ad appena una settimana di distanza dalle ultime proteste, i cittadini sardi sono tornati nelle strade per ribadire il proprio no alla massiccia costruzione di parchi eolici sul proprio territorio. Nel finesettimana si sono infatti svolte diverse manifestazioni nel sud della Sardegna, in particolare nei pressi dei parchi eolici di Guspini, Sanluri e Quartu e a Oristano. Come specificato ripetutamente dai cittadini in ogni sede delle proteste, queste non sono rivolte a osteggiare la transizione verso l’utilizzo di fonti energetiche più sostenibili, ma la speculazione che vi ruota attorno, la quale va a scapito della popolazione sarda e del patrimonio ambientale e paesaggistico dell’isola. «La transizione energetica deve servire, non asservire»: è questo il motto con il quale il Comitato Su Entu Nostu ha preso parte alle mobilitazioni contro la speculazione eolica, svoltesi durante tutto il finesettimana in Sardegna. «La transizione energetica deve es...

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Si è ufficialmente concluso il G7 Ambiente, Energia e Clima di Venaria Reale, alle porte di Torino, con la firma dei Paesi più industrializzati del mondo – e dunque più lontani dal raggiungimento di obiettivi di natura ambientale – di un documento finale in cui, tra le altre cose, si manifesta addirittura l’impegno di “eliminare progressivamente la generazione di energia a carbone” entro il 2035. Un’intenzione che, specie alla luce delle performance tutt’altro che encomiabili degli ultimi anni da parte degli attori in gioco sulla questione ambientale, profuma di farsa, e che viene formalizzata nel contesto di un evento andato in scena in un clima di forte repressione, come abitualmente avviene quando vanno in scena proteste e contestazioni. Durante le mobilitazioni, infatti, hanno avuto luogo a più riprese scontri tra la polizia e i manifestanti – respinti con idranti, lacrimogeni e manganelli –, che hanno p...

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