Ecuador

Mentre come umanità avvertiamo sempre più nella nostra vita quotidiana le conseguenze e l'impatto del cambiamento climatico, stiamo discutendo da settimane del libro del generale Vannacci, vendutissimo in Italia, che definisce la crisi climatica uno “spauracchio” e sostiene che le tonnellate di CO2 che emettiamo sono un bene “perché ci permettono di nascere in un ospedale”. Tutto questo nelle stesse settimane in cui Copernicus, il servizio europeo sui cambiamenti climatici, ha detto che nel 2023 abbiamo avuto l’estate più calda mai registrata. Le ondate di calore, le inondazioni, gli incendi non hanno abbandonato l’Europa e il nord America. Sulle Alpi è stato raggiunto lo zero termico a 5.328 metri (ed è un altro record negativo). È notizia proprio di questi giorni la tempesta che si è abbattuta sulla Libia orientale. Si parla al momento di oltre 5mila morti. Fenomeni di questo tipo si stanno intensifi...

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Più del 30% dell’attuale superficie totale dell’Ecuador è stata impattata dall’attività umana, e gran parte di questa perdita è avvenuta a spese della foresta amazzonica, questo il riassunto di un lungo rapporto prodotto dalle ONG ambientaliste ecuadoriane EcoCiencia e MapBiomas Ecuador insieme ad altri ricercatori indipendenti. La ricerca registra anche la riduzione dei ghiacciai e i cambiamenti della copertura del suolo innescati dall’espansione di attività capitalistiche come l’agricoltura, la silvicoltura e l’estrazione mineraria e petrolifera che hanno interessato il Paese dalla costa alle Ande. I ricercatori hanno analizzato e confrontato le immagini satellitari scattate tra il 1985 e il 2022, constatando che l’Ecuador ha perso 1,16 milioni di ettari di copertura naturale del suolo durante questo periodo. Per comprendere l’ordine di grandezza, si tratta di un’area grande un po’ più dell...

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In Ecuador, quasi il 60% della popolazione ha stabilito un precedente mondiale, scegliendo in una consultazione referendaria di bloccare lo sfruttamento del petrolio da uno dei suoi più importanti giacimenti, sito nel Parco Nazionale Yasuní, cuore dell’Amazzonia ecuadoriana. Il risultato del referendum – che si è svolto ieri parallelamente alle elezioni presidenziali, che sfoceranno nel ballottaggio tra i candidati Luisa González e Daniel Noboa – rappresenta una clamorosa vittoria per la coalizione ambientalista Yasunidos, che ha promosso la consultazione, e di tutto il movimento indigeno contro lo strapotere dei petrolieri. Il referendum era stato convocato per chiedere ai 13,45 milioni di elettori ecuadoriani se volessero che lo sfruttamento del petrolio nello Yasuní, in atto da alcuni anni, proseguisse o meno. Il quesito recitava: “Sei d’accordo che il governo ecuadoriano mantenga il greggio dell’ITT, noto come blocco...

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