Nigeria
Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. La maggiore intensità e frequenza dei fenomeni meteorologici estremi stanno provocando ormai a tutte le latitudini danni ingenti e purtroppo la morte di tante persone colte impreparate da eventi per i quali non eravamo preparati. Lo abbiamo visto anche in Italia, recentemente in Emilia-Romagna per ben due volte a distanza di poche settimane, e lo scorso settembre nelle Marche. Ma sistemi di allerta precoce e di migliore gestione degli effetti devastanti di questi eventi catastrofici possono salvare tante vite umane. Almeno stando a quanto riporta uno studio dell’Organizzazione Meteorologica Mondiale (OMM). Alluvioni in Emilia-Romagna: un disastro annunciato e perché c’entra anche il cambiamento climatico Secondo il rapporto, nei paesi più esposti alle conseguenze della crisi climatica, inondazioni, tempeste e incendi hanno causato danni economic...
La Corte suprema di Londra ha deciso di dare voce alle continue violazioni di diritti umani perpetrate sugli abitanti delle coste del fiume Niger da parte della filiera locale della multinazionale petrolifera Shell. La decisione è stata presa a seguito delle denunce di oltre 13.000 agricoltori e pescatori delle comunità di Ogale e Billeper riguardo i danni causati dalla decennale e continua estrazione di petrolio nella repubblica nigeriana. La sentenza della Corte inglese prevede quindi l’inizio di un processo in cui però la controparte ha già dichiarato che “la Shell non ha intenzione di lasciare la Nigeria”, nonostante sia stata accertata dalle istituzioni la responsabilità dell’azienda nell’inquinamento del territorio dove opera. I danni ambientali e alla salute umana causati dallo sversamento di petrolio hanno tragicamente delineato una contaminazione dalle radici troppo profonde per poter essere ancora ignorata. Da oltre 60 an...
Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. La Commissione europea ha presentato il 18 ottobre un’altra serie di misure di emergenza per contrastare l’aumento dei prezzi dell’energia, senza però fissare un tetto al prezzo del gas dal momento che gli Stati membri sono ancora divisi al riguardo. A favore oltre 15 paesi UE, tra cui l'Italia, la Polonia, la Grecia e il Belgio, ma non c’è accordo su come strutturare la proposta. Contrari Germania e Paesi Bassi, secondo cui un tetto ai prezzi del gas potrebbe mettere in difficoltà i singoli paesi nell’attrarre il carburante dai mercati globali in un momento in cui le forniture russe scarseggiano. La Francia vorrebbe invece estendere a tutta l’UE lo schema utilizzato quest’estate a livello locale da Spagna e Portogallo. Le proposte dovranno ora essere approvate dagli Stati membri dell'Unione Europea. Tra queste, l...