combustibili fossili

Alla fine alla COP28 è stato trovato l’accordo. I 198 delegati alla Conferenza delle Nazioni Unite sul clima hanno approvato il cosiddetto Global Stocktake, dove, per la prima volta, si parla di “transizione dai combustibili fossili”. L’obiettivo sarebbe quello di raggiungere la neutralità climatica entro il 2050, ma non è esplicitato se l’abbandono definitivo di gas e petrolio dovrà avvenire effettivamente entro tale data. Il testo non ha infatti incluso le espressioni “phase out” o “phase down” (eliminazione graduale), alle quali si erano opposte le nazioni produttrici di petrolio, a partire dalla padrona di casa Arabia Saudita. Il termine scelto è stato invece il meno impegnativo “transitioning away” (transizione), da attuare in un non meglio specificato modo “equo, giusto e ordinato”. La formulazione adottata è però nel complesso vaga e, soprattutto, non vincolante dato...

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Con l’inizio della Cop28 ospitata dagli Emirati Arabi Uniti a Dubai, sono venuti a galla i mancati adempimenti dell’Italia alla dichiarazione di Glasgow, firmata nel 2020 in occasione della Cop26. La dichiarazione prevedeva, entro il 31 dicembre 2022, uno stop a nuovi finanziamenti per i combustibili fossili. Quello che emerge da un recente rapporto dell’Oil Change Internationale è che, nei primi sei mesi del 2023 l’Italia ha invece investito 1,2 miliardi di dollari di sussidi pubblici per i combustibili fossili, una somma così consistente che la posiziona seconda al mondo, preceduta solo dall’investimento da 1,5 miliardi di dollari degli Stati Uniti. La dichiarazione firmata a Glasgow nel 2020 prevedeva una riduzione dei finanziamenti per i combustibili fossili graduale e non immediata, e permetteva un sostegno limitato alle opere già in corso, nell’ottica comune di indirizzare gli investimenti verso la transizione energetica e la lot...

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Per la prima volta in assoluto un aereo commerciale ha sorvolato l’Oceano Atlantico senza utilizzare i combustibili fossili. Il velivolo è della compagnia britannica Virgin Atlantic, è partito martedì da Londra ed è arrivato fino a New York alimentato solo con carburante per aviazione sostenibile (SAF) ottenuto da grassi di scarto mescolati a cherosene aromatico sintetico di origine vegetale. Il volo avrebbe così emesso il 70% in meno di carbonio rispetto ai tradizionali viaggi a base di petrolio. Si tratta di “una pietra miliare” secondo alcuni esperti, i quali hanno aggiunto che “i carburanti sostenibili potrebbero ridurre l’impronta di carbonio dell’industria aeronautica in futuro”. Di tutt’altra opinione invece alcuni attivisti per il clima, che hanno sottolineato i limiti della tecnologia e denunciato come il primato sia avvenuto proprio a due giorni dall’inizio della COP28, la Conferenza delle Nazioni...

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“Siamo convinti che anche i biocarburanti possano rientrare nella categoria dei combustibili neutri in termini di bilanciamento complessivo di CO2 e contribuiscano alla progressiva decarbonizzazione del settore. Ci adopereremo pertanto, nell’ambito delle procedure di approvazione degli atti legislativi indicati dalla Commissione, a far considerare anche i biocarburanti tra i combustibili neutri in termini di CO2”.  Il commento del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica Gilberto Pichetto Fratin prova a mascherare la delusione del governo Meloni che sui biocarburanti deve incassare un altro boccone amaro europeo. Il 28 marzo, infatti, il Consiglio Energia dell’Unione Europea, in cui erano presenti i rappresentanti governativi sul tema dei 27 Stati membri, ha approvato il regolamento che stabilisce standard di prestazione in materia di emissioni di CO2 più rigorosi per autovetture e furgoni nuovi. In applicazione del pacchetto di misur...

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Fin dai primi anni Settanta, il colosso italiano del gas e del petrolio ENI era a conoscenza degli ingenti danni causati dalle fonti fossili al clima del pianeta. È quanto attesta il secondo rapporto ENI Sapeva, recentemente pubblicato da Greenpeace Italia e ReCommon. Le organizzazioni autrici del report hanno infatti esaminato presso biblioteche e archivi, anche della stessa ENI, pubblicazioni che contenevano già evidenti indicatori sui rischi per il clima legati al crescente consumo di petrolio e gas. Che non hanno, però, fermato l’azione della multinazionale. Il documento ricorda come, già nel 1969, l’azienda avesse affidato a un suo centro studi, l’Istituto per gli Studi sullo Sviluppo Economico e il Progresso Tecnico (ISVET), il compito di realizzare una indagine tecnico-economica in materia ambientale, dal titolo “L’intervento pubblico contro l’inquinamento; valutazione dei costi e dei benefici economici connessi a un proget...

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