combustibili fossili
Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. I paesi europei devono porre fine alla repressione e alla criminalizzazione delle proteste pacifiche per il clima e agire con urgenza per ridurre le emissioni in linea con l'accordo di Parigi del 2015 per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, ha dichiarato il relatore speciale delle Nazioni Unite sui difensori dell'ambiente, Michel Forst. Al termine di un'indagine durata un anno, che ha compreso la raccolta di prove da diversi paesi europei, Forst ha dichiarato che la repressione subita dagli attivisti ambientali pacifici nel mondo rappresenta una grave minaccia per la democrazia e i diritti umani. Tutti gli Stati coinvolti dall’indagine dell’esperto ONU sui difensori dell’ambiente hanno aderito alla Convenzione di Aarhus, secondo la quale la protesta ambientale pacifica è un esercizio legittimo del diritto del pubblico a partecipare...
Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. “Oltre ogni immaginazione”, “Farsesco”, “Menzogne”, “Quando si mette il Conte Dracula a capo della Banca del Sangue…”. Hanno suscitato un’ondata di riprovazione globale le affermazioni del presidente della COP28, Sultan Al Jaber, rese pubbliche dal Guardian e dal Centre for Climate Reporting domenica scorsa. Due settimane fa nel corso di un incontro online, moderato da Mary Robinson, l'ex Presidente dell'Irlanda, ora importante sostenitrice della transizione ecologica, Al Jaber – che, oltre della Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima in corso a Dubai, è anche a capo di Adnoc, la compagnia petrolifera nazionale degli Emirati Arabi Uniti, e di Masdar, la società statale di energia rinnovabile – ha affermato [min. 4] che non esiste alcuna prova scientifica che dimostri che l'elim...
COP, la Conferenza sul clima delle Nazioni Unite, è verosimilmente l’unico posto in cui, nient’affatto contentissima – dato che tutto poteva essere diverso e ogni cosa poteva essere fatta più coraggiosamente e meglio, ma soprattutto prima – mi alzerò in piedi applaudendo un petroliere, quasi in lacrime abbraccerò Ferdinando, lui in lacrime per davvero mentre si nasconde la faccia nelle mani, e parlando al plurale chiederò alle amiche e agli amici che saluterò per rivederci tra un anno secondo questa scansione del tempo tutta nostra: cosa ce ne pare? Che ne pensiamo? Come facciamo adesso? Se c’è una cosa che questa COP ha dimostrato, mi ha detto la ministra spagnola per la Transizione ecologica, Teresa Ribera, è il potere del consenso. Per di più, lo ha fatto quando a crederci non era rimasto nessuno. Nemmeno noi, la stampa, i cosiddetti guardiani della democrazia. Perché il penultimo giorno, un giornali...
Il phase-out, l’abbandono graduale dei combustibili fossili, non è stato inserito nel testo finale del Global Stocktake (GST). Il documento su cui si erano concentrate le maggiori aspettative di questa COP28 è stato approvato la mattina del 13 dicembre, un giorno dopo la fine prevista dei lavori. I combustibili fossili però, innominabili per i paesi produttori di petrolio e innominati nei testi degli ultimi tre decenni di conferenze sul clima delle Nazioni Unite, per la prima volta compaiono, anche se non nella formula che molti avrebbero voluto: erano quasi 130 i paesi schierati per il phase-out, ma le resistenze di quelli produttori di petrolio non hanno concesso di più. Il testo invita (calls on, una terminologia giudicata debole nel gergo della diplomazia climatica, manca l’urgenza) le parti a fare una transizione che li porti lon...
La multinazionale petrolifera italiana ENI ha reso noto il proprio piano di sviluppo industriale per gli anni a venire. In particolare, il Cane a sei zampe prevede di aumentare di molto il denaro circolante nell’azienda, fino a 62 miliardi di euro nell’arco del piano quadriennale. Di conseguenza, prevede anche di aumentare, ancora, i propri introiti. In tutto questo e in barba alla tanto decantata transizione energetica, l’elemento centrale resterà l’esplorazione e produzione di combustibili fossili. «La produzione upstream (l’insieme dei processi operativi da cui ha origine l’attività di produzione fossile) – si legge nel documento – è prevista crescere a un tasso medio annuo del 3-4% fino al 2027, estendendo tale crescita di un ulteriore anno rispetto al Piano precedente». Insomma, di nuovo, una strategia industriale in netto contrasto con gli impegni presi dall’Italia e dalla stessa azienda di Stato per i...