combustibili fossili

Un gruppo di giovani del Montana, uno Stato occidentale degli USA, ha vinto in tribunale un’importante causa ambientale: il giudice ha ritenuto incostituzionale la legge in vigore che non prevede – anzi vieta – di tenere in considerazione l’impatto inquinante dei progetti sui combustibili fossili nel momento della loro approvazione. “Il governo sta violando i diritti dei giovani”, si legge nella sentenza, “e le emissioni di gas serra dello Stato hanno dimostrato di essere un fattore sostanziale nel causare impatti climatici negativi sull’ambiente, danneggiando i querelanti”. D’ora in poi, tenendo conto della decisione del giudice, il Montana, sul cui territorio sono presenti 5mila pozzi di gas, 4mila di petrolio, quattro raffinerie di petrolio e sei miniere di carbone, prima di approvare o rinnovare progetti che hanno a che generano emissioni, dovrà valutarne l’effetto sul Pianeta. I 16 ragazzi – di età c...

vai a leggere

Spesso si ritiene che l’energia da fonti petrolifere sia molto più economica rispetto alle fonti rinnovabili: una convinzione che si dimentica di un dettaglio non trascurabile, quello delle enormi sovvenzioni pubbliche che le attività estrattive e le multinazionali che le guidano ricevono dagli Stati sotto forma di finanziamenti diretti o indiretti. Questo fiume di denaro continua a scorrere, ed anzi, nel 2022 – nonostante la tanto decantata transizione verde – ha fatto segnare un nuovo record. Nell’anno appena trascorso, infatti, i soli Paesi del G20 hanno speso 1.400 miliardi di dollari per finanziare i combustibili fossili. A stimare l’enorme cifra è stato un rapporto dell’Istituto Internazionale per lo Sviluppo Sostenibile (IISD), sommando sussidi diretti, investimenti da parte di imprese statali e prestiti da parte di istituzioni finanziarie pubbliche. Secondo i dati raccolti, le venti principali economie al mondo hanno...

vai a leggere

Il colosso petrolifero Shell ha vinto il ricorso contro la storica sentenza sul clima emessa da un tribunale olandese nel 2021. Il tribunale, in seguito alle accuse avanzate dalla ONG Milieudefensie, aveva ordinato alla multinazionale fossile di ridurre del 45% le proprie emissioni di gas serra entro il 2030 rispetto ai livelli del 2019. Tuttavia, la corte d’appello ha stabilito che, sebbene Shell abbia una «responsabilità speciale» nel ridurre le proprie emissioni in quanto grande compagnia petrolifera, tale riduzione non può essere imposta come obiettivo legale specifico. Tre anni fa, un verdetto emesso da un tribunale de L’Aia, sede legale dell’azienda, aveva sancito come la politica sulla sostenibilità di Shell – che aveva stabilito una diminuzione delle emissioni del 20% entro il 2030 – fosse poco «concreta». Per questo motivo era stato imposto all’azienda di rispettare quanto stabilito dagli Accordi di Parigi...

vai a leggere
^