Cosa ha deciso il G7 Clima e Ambiente di Torino: dall’impegno per eliminare il carbone alla «Coalizione sull’acqua»

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Si chiude il vertice di Venaria Reale. Il commissario europeo Wopke Hoekstra: «Un successo straordinario»

Cala il sipario sul G7 Ambiente, Energia e Clima che si è aperto domenica 28 aprile nella reggia di Venaria Reale, alle porte di Torino. I ministri di Italia, Canada, Francia, Germania, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti hanno raggiunto un accordo su una serie di impegni sul fronte della decarbonizzazione e della lotta ai cambiamenti climatici. L’aspetto più rilevante riguarda il carbone, il più sporco di tutti i combustibili fossili. I Paesi del G7 hanno preso per la prima volta l’impegno di «eliminare progressivamente la generazione di energia a carbone durante la prima metà degli anni Trenta o in un periodo coerente con il mantenimento della temperatura entro 1,5°C». Per quanto riguarda gli altri Paesi, il documento finale include l’impegno a promuovere lo stop all’approvazione di nuove centrali elettriche a carbone nel mondo il più presto possibile.

Il «phase-out» del carbone

A differenza di quanto si possa pensare, il carbone è ancora molto utilizzato in alcuni dei Paesi più industrializzati per produrre elettricità. La maglia nera va sicuramente al Giappone, che nel 2023 ha ricavato il 30% dell’energia elettrica proprio da questo combustibili fossile, tra i principali responsabili della crisi climatica. Fa leggermente meglio la Germania (26%), che si era impegnata però ad abbandonare del tutto l’uso del carbone a partire dal 2038. Lo stesso impegno lo hanno preso anche gli Stati Uniti, che producono dal carbone il 16% dell’elettricità, ma non avevano indicato fino ad ora una data chiara entro cui smettere. Gli altri Paesi del G7, invece, non dovrebbero avere alcun problema a eliminare questa fonte dal proprio mix energetico. Il carbone incide sulla produzione di energia elettrica per il 7% in Canada, il 5% in Italia, l’1% in Francia e nel Regno Unito.

La «coalizione per l’acqua»

Tra le novità del vertice di Torino c’è poi l’annuncio della nascita di una Coalizione del G7 per l’acqua, con l’obiettivo di «identificare obiettivi e strategie comuni, a catalizzare ambizioni e priorità condivise per affrontare la crisi idrica globale e a integrare l’acqua e la sua rilevanza intersettoriale in modo efficace e coerente nei forum e nei processi esistenti». La coalizione si occuperà innanzitutto di redigere «un inventario preliminare dei processi e delle opportunità», per arrivare a definire una vera e propria «agenda globale sull’acqua». D’ora in avanti, la presidenza di turno del G7 organizzerà almeno un incontro all’anno su questo tema, in modo da garantire «che gli obiettivi e i risultati di ogni seminario proposto siano mirati e chiari».

Gli impegni sulle rinnovabili

Sul fronte delle politiche energetiche, il vertice di Torino conferma l’impegno preso alla Cop28 di Dubai di «sostenere la triplicazione della capacità globale di energia rinnovabile» nel mondo, così da «rafforzare la sicurezza energetica. Confermato anche l’obiettivo globale di raggiungere una capacità di stoccaggio dell’energia nel settore energetico di 1.500 GW nel 2030. Per fare tutto ciò, sottolineano i ministri nel documento finale, è fondamentale «espandere, rafforzare, modernizzare e digitalizzare le reti». Uno sforzo per cui sono necessari 600 miliardi di dollari all’anno per raggiungere gli obiettivi fissati per il 2030.

Il sostegno al nucleare

Accanto agli impegni sulle rinnovabili, dal G7 di Torino arriva anche una sponda per sostenere l’avvio del nucleare di nuova generazione. «Per quei Paesi che scelgono di utilizzare l’energia nucleare o sostengono il suo utilizzo», si legge nel comunicato di fine vertice, il G7 si impegna a «promuovere il responsabile dispiegamento delle tecnologie per l’energia nucleare, compresi reattori avanzati e reattori modulari di piccole dimensioni, compresi i microreattori, e lavorare collettivamente per condividere le migliori pratiche nazionali, inclusa la gestione responsabile dei rifiuti». Confermata anche la volontà di proseguire le attività di ricerca sulla tecnologia nucleare della fusione «incoraggiando l’aumento degli investimenti privati e il coinvolgimento pubblico per risolvere le sfide della ricerca e sviluppare catene di approvvigionamento e forze lavoro internazionali».

Gli altri punti dell’accordo

Tra gli altri punti rilevanti dell’accordo c’è anche la conferma dell’impegno a raggiungere un sistema energetico completamente o prevalentemente decarbonizzato entro il 2050, invitando tutte le principali economie a presentare dei piani nazionali nel 2025 che spieghino come intendono raggiungere le zero emissioni nette entro il 2050. Sul fronte dei trasporti, i ministri del G7 riconoscono che la “tecnologia chiave” per raggiungere la decarbonizzazione è l’elettrico. Una mezza sconfitta per il governo italiano, che ottiene però l’inserimento nel testo finale di una menzione ai biocarburanti. Il documento conclusivo del vertice di Torino riconosce poi la necessità di sbloccare finanziamenti per il clima nell’ordine di «migliaia di miliardi» di dollari, con i Paesi del G7 che si impegnano a sostenere i Paesi del Sud globale per mettere a punto piani di investimento completi.

«Un passo in avanti decisivo»

Tra i primi a esprimere soddisfazione per l’esito del G7 di Torino c’è Wopke Hoekstra, commissario europeo al Clima, che parla di «successo straordinario». Alle sue parole ha fatto seguito poco più tardi il ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto, che ha aggiunto: «È stato un lavoro intenso, un lavoro importante. È importante che le grandi economie del pianeta assumano la responsabilità e l’onere anche finanziario di condurre la sfida per la transizione ecologica e per attuare un nuovo modello di sviluppo sostenibile». Pollice in su anche da parte di molte associazioni e centri di ricerca, a partire dal think tank Ecco, una delle realtà più in vista in Italia sul fronte delle politiche ambientali e climatiche. «I Paesi del G7 fanno un passo avanti decisivo per la traduzione della Cop28 di Dubai in politiche nazionali», commenta il direttore Luca Bergamaschi. Mariagrazia Midulla, del Wwf Italia, invita il governo italiano a fare la propria parte: «Ora l’Italia deve dimostrare coerenza e senso di leadership, a partire dalla necessità di ridurre la dipendenza dal gas».

In copertina: Il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, al G7 sul Clima di Torino, 29 aprile 2024 (ANSA/Alessandro Di Marco)

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