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BOLOGNA – Per la salvaguardia e il rilancio del canale Navile di Bologna serve la costituzione di un ente parco, così da coordinare i vari soggetti istituzionali che hanno a che fare con la gestione delle acque, delle aree verdi e degli immobili: l’idea veicolata dal manifesto “Il canale Navile che vogliamo”, elaborato da un gruppo di cittadini e sottoscritto finora da circa 2.000 persone, trova intanto il sostegno dell’amministrazione di Bologna sia a livello di Giunta comunale che di Quartiere.
L’OBIETTIVO: ARMONIZZARE LE INIZIATIVE DI RECUPERO E SALVAGUARDIA
Oltre che al Comune capoluogo, l’appello contenuto nel manifesto è rivolto anche alla Città metropolitana, alla Regione Emilia-Romagna e alle amministrazioni di Castel Maggiore, Bentivoglio, San Giorgio di Piano e Malalbergo per favorire un raccordo tra gli enti coinvolti nella gestione del canale: il Demanio idrico regionale (responsabile dell’alveo, degli organi di manovra e del flusso dell’acqua); l’ufficio del Genio civile del Demanio dello Stato (proprietario degli immobili e del sedime); i Comuni rivieraschi; il Consorzio dei canali di Bologna (responsabile dell’approvvigionamento idrico). “L’ente parco potrebbe essere l’istituzione che sintetizza e armonizza le iniziative di recupero e di salvaguardia”, afferma in conferenza stampa Federico Bellotti, uno dei promotori del manifesto, mentre il suo ‘collega’ Mauro Tolomelli la spiega così: l’obiettivo è “mettere d’accordo quei cinque o sei che dicono sempre che è colpa dell’altro”. Perché il canale Navile, sottolineano i sottoscrittori dell’appello, merita un progetto metropolitano che sia in grado di valorizzarne tutti gli aspetti: da quelli ambientali a quelli storici, da quelli turistici a quelli legati alla mobilità sostenibile.
IN UN ANNO 30 LE BICI RIPESCATE DAI VOLONTARI
Del resto, tanto per dirne una, il Navile dà la possibilità di “vedere un martin pescatore a tre chilometri dalle Due torri”, sottolinea Tolomelli. A fronte di ciò, però, attualmente l’elenco dei problemi è lungo. A cominciare dagli sversamenti (è di oggi la segnalazione di una chiazza blu al ponte dei Terraioli) e dall’abbandono di rifiuti visto che, segnala Tolomelli, i volontari trovano di tutto: di recente anche un armadio blindato, il maxi pupazzo di un puffo e materassi vari. Per le biciclette, poi, si fa la gara: nel 2023, su 30 recuperate, quelle del bike sharing hanno vinto sulle tradizionali per 19 a 11. E poi ci sono le siringhe: “Solo ieri sotto il ponte di Carracci ne abbiamo recuperate 140”, racconta il volontario. Ma di azioni ne servirebbero molte altre, rimarca Tolomelli: ad esempio nuove panchine, eliminazione delle barriere architettoniche e riqualificazioni delle chiuse, perché vederle degradare “è uno schiaffo alla nostra storia”.
L’OK DELL’ASSESSORE: “IL CANALE È UN BENE COMUNE DELLA CITTÀ”
Il manifesto per il rilancio del canale merita “un appoggio politico vero”, dichiara la presidente del Navile, Federica Mazzoni: i suoi contenuti rientrano appieno nel progetto Impronta verde dell’amministrazione e quindi “cogliamo con molto favore questa iniziativa che parte dai cittadini”. Da Palazzo D’Accursio “siamo assolutamente disponibili a favorire un progetto che semplifichi la gestione del canale, che non appartiene al Comune ma è un bene comune della città”, afferma l’assessore alle Reti idriche, Daniele Ara: “Bisogna favorire una gestione unitaria, perché oggi ci sono troppi enti diversi che se ne occupano”. Procedere su questa strada richiederà “un lavoro molto complesso”, avverte il consigliere comunale Claudio Mazzanti, ma il parco “è la cosa migliore per mettere attorno a un tavolo tutti gli attori che hanno competenza sul canale”.