ValigiaBlu

In Italia, si sa, i piani si annunciano ma non si rispettano. È il rischio maggiore che aleggia sul PNIEC, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima che il governo Meloni ha inviato nei giorni scorsi alla Commissione Europea. Il documento strategico che definisce la politica energetica e climatica  a medio e lungo termine di un paese, scrive il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, “conferma gli obiettivi raggiunti nella prima proposta trasmessa a giugno 2023, superando in alcuni casi anche i target comunitari, in particolare sulle energie rinnovabili”. Con l’invio, avvenuto l’1 luglio (e una rettifica di cui parleremo a breve), l’Italia è uno dei pochi paesi europei - insieme a Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Svezia - ad aver rispettato la scadenza fissata dalla Commissione. Ma lo ha fatto a discapito della trasparenza e della partecipazione, fissando un questionario consultivo della durata di...

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C’è chi l’ha definito un “limite vessatorio”, chi ha parlato di una “proposta demagogica”, chi invece l’ha presentata come “una nuova idea di civiltà”. Negli ultimi giorni si è infiammato il dibattito sulle città30, dove il limite di velocità per tutti i mezzi è fissato a 30 chilometri orari: si tratta di un nuovo modello che ha già preso piede in molte città del mondo, e che ora si sta affacciando anche in Italia. A diventare la prima grande città italiana a 30 chilometri orari è stata Bologna, che nel 2022 ha approvato le linee di indirizzo per la realizzazione del piano: da martedì 16 gennaio sono partiti i controlli, e con loro le polemiche. “Ricordo bene che le prime obiezioni alla città30 furono che ‘tanto i limiti non verranno fatti rispettare’, ma se si annunciano i controlli scoppiano le guerre puniche”, ha detto la consigliera comunal...

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Sembra preistoria ma nel 2015, all’epoca della COP21 e degli Accordi di Parigi, tra gli impegni fissati per mantenere l’aumento delle temperature entro 1,5 °C rispetto all’era pre-industriale c’era anche lo stanziamento di 100 miliardi di euro all'anno da parte degli Stati più ricchi verso i paesi del cosiddetto sud del mondo.  Si trattava, e si tratta, di un punto nodale della finanza per il clima. Come spiega ECCO, il think tank italiano per il clima, “il termine si applica alle risorse finanziarie dedicate ad affrontare i cambiamenti climatici da parte di tutti gli attori pubblici e privati dalla scala globale a locale, inclusi i flussi finanziari internazionali ai paesi in via di sviluppo per assisterli nell’affrontare i cambiamenti climatici”.  Per l’Italia il principale strumento pubblico per perseguire l’obiettivo degli Accordi di Parigi è il Fondo Italiano per il Clima: fino al 2026 avrà...

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Le navi di soccorso che operano nel Mediterraneo sono numerose, tuttavia non sufficienti per fronteggiare il numero di persone in pericolo lungo una delle rotte migratorie più pericolose al mondo. Dopo la cessazione del programma Mare Nostrum nel 2014, la Civil Fleet, la flotta civile delle navi di monitoraggio e soccorso attive nel Mediterraneo, è diventata praticamente l'unica risorsa per coloro che rischiano la vita durante la pericolosa traversata illegale. Il tratto di mare che si estende dalla Libia o dalla Tunisia fino all’Italia rappresenta una barriera fisica letale, specialmente per le imbarcazioni di legno o di gomma di fortuna, spesso riciclate più volte dai trafficanti. Fino al 2014, l'operazione Mare Nostrum, avviata nel 2013 in risposta all'aumento dei naufragi nel canale di Sicilia, aveva una doppia missione: garantire il salvataggio in mare e perseguire penalmente coloro che lucrano sul traffico illegale di migranti. Poco dopo la fine di Mare N...

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Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Morte e devastazione. Le forti piogge nel sud del Brasile hanno provocato massicce inondazioni e frane nel Rio Grande do Sul, lo Stato più meridionale del Brasile. Più della metà delle 497 città dello Stato sono state colpite dalle tempeste, con strade e ponti distrutti in diverse aree. Le tempeste hanno anche causato frane e il crollo di una diga idroelettrica vicino alla città di Bento Gonçalves, causando la morte di 30 persone. Le autorità hanno dichiarato che anche una seconda diga nella zona rischia di crollare a causa dell'innalzamento del livello dell'acqua.  “È il quarto disastro ambientale di questo tipo in un anno, dopo le inondazioni di luglio, settembre e novembre 2023. Le inondazioni in tutto lo Stato hanno superato quelle registrate durante lo storico diluvio del 1941”, ricorda AP. Il fiume Guaib...

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