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Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. I paesi europei devono porre fine alla repressione e alla criminalizzazione delle proteste pacifiche per il clima e agire con urgenza per ridurre le emissioni in linea con l'accordo di Parigi del 2015 per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, ha dichiarato il relatore speciale delle Nazioni Unite sui difensori dell'ambiente, Michel Forst. Al termine di un'indagine durata un anno, che ha compreso la raccolta di prove da diversi paesi europei, Forst ha dichiarato che la repressione subita dagli attivisti ambientali pacifici nel mondo rappresenta una grave minaccia per la democrazia e i diritti umani. Tutti gli Stati coinvolti dall’indagine dell’esperto ONU sui difensori dell’ambiente hanno aderito alla Convenzione di Aarhus, secondo la quale la protesta ambientale pacifica è un esercizio legittimo del diritto del pubblico a partecipare...
Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Qual è il futuro del pianeta? In che direzione sta andando il riscaldamento globale? C’è speranza per evitare il peggio? Siamo ancora in tempo per fermare l’aumento delle temperature? Sta facendo molto discutere un sondaggio del Guardian che ha chiesto a 380 scienziati climatici del Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) cosa prevedono per il futuro del nostro pianeta. Secondo la maggior parte degli esperti contattati, entro il 2100 le temperature globali saliranno di almeno 2,5°C rispetto ai livelli pre-industriali, quasi la metà un riscaldamento globale di 3°C, mentre appena il 6% ritiene che il limite di 1,5°C concordato con l’accordo di Parigi nel 2015. Il limite di 1,5°C è stato indicato dalla comunità internazionale come soglia oltre la quale non andare per evitare...
‘Ho mia madre e tre fratellini a Kabul che dipendono da questo viaggio, fallire non era un’opzione’. Ahmad (nome di fantasia) ha 16 anni. In Europa ci arriva dall’Afghanistan, per dieci volte prova a saltare il muro del porto di Patrasso, in Grecia. Viene anche morso dai cani delle guardie. Ma alla fine ci riesce. E mentre lo fa, si riprende con il suo cellulare. Piedi, scarpe da ginnastica nere, pantaloni dello stesso colore sbiaditi, un filo azzurro che passa sopra un piede. Le gambe sono appoggiate a una sbarra di metallo, c’è un rumore intenso, potrebbe essere quello di un aereo o di una nave. Il telefonino si alza, ma ancora non si capisce bene dove siamo, uno scheletro di ferro e l’aria che scorre, sembra per un attimo di essere in volo. Il telefonino si abbassa e finalmente è chiaro cosa sta succedendo in questo video: l’asfalto scorre veloce e la ruota di un camion gira alla stessa velocità. Il telefonino...
Morti: 399. Dispersi: 487. È il tragico bilancio dei naufragi avvenuti nei primi sei mesi del 2024 nella rotta del Mediterraneo centrale, secondo i dati pubblicati dall’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM). Eppure, mentre in mare centinaia di persone continuano a morire tentando di raggiungere le nostre coste, in Italia è sempre più difficile dare conto dei naufragi: i giornalisti sono tenuti lontani dai porti e la stampa deve far fronte a una serie di ostacoli per raccontare questi eventi, che finiscono ormai per essere circondati da un muro di gomma impenetrabile. Il problema non è nuovo: da anni le difficoltà dei cronisti di accedere ai porti si sommano all’impossibilità di entrare in contatto con i superstiti, il che rende praticamente impossibile ricostruire in maniera indipendente la verità dei fatti. A questo si aggiunge la scarsità di comunicazioni ufficiali, e la continua richiesta di autorizzazioni per av...
Deve esistere, da qualche parte, un manuale segreto di come non ci si comporta davanti a episodi di discriminazione, e nell’ambiente del calcio italiano devono averlo letto tutti. L’episodio di Francesco Acerbi e Juan Jesus è purtroppo solo l’ennesima conferma di un sistema che, nonostante i numerosi precedenti, sembra reagire ogni volta come se fosse la prima. Il razzismo nel calcio non riguarda solo l’Italia. La differenza però sta nella risposta La giornata di lunedì 18 marzo è stata esemplare, da questo punto di vista. Mentre la polemica attorno all’epiteto razzista che sarebbe stato rivolto dal difensore dell’Inter all’avversario brasiliano andava avanti dalla sera precedente, nella mattinata l’agente di Acerbi, Federico Pastorello, interveniva al TransferRoom Summit di Roma sostenendo che in realtà non c’era stato alcun insulto razzista, e che la vicenda era stata “riportata male”. Nel pri...