adattamento

La notizia non è sui social del ministero dell’Ambiente e non è stata trattata neppure nella conferenza stampa di fine/inizio anno della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni. Eppure il fatto che l’Italia si sia finalmente dotata di un Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici (PNACC) dovrebbe essere motivo di vanto da parte del governo, soprattutto perché i cinque esecutivi precedenti non erano riusciti a farlo. La sensazione che emerge è quella di un impegno portato a termine in forte ritardo, senza grande fiducia, come un obbligo da dover rispettare e del quale non si condividono granché l’urgenza e l’esigenza. Dopo quasi nove anni di attesa e disinteresse trasversali agli schieramenti politici (Renzi, Gentiloni, Conte, Conte bis, Draghi), il governo ha finalmente pubblicato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. È un buon inizio e lo celebriamo. Però il piano ha… pic.twitter.c...

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Una piccola città nel sud dell’Ecuador ha risolto il problema della siccità ricorrendo ad un antico sistema di raccolta dell’acqua piovana utilizzato in passato dagli indigeni dell’era preincaica, i Palta. Stiamo parlando di Catacocha, cittadina ubicata in una provincia nota per le condizioni di aridità al limite dell’estremo. Le piogge compaiono solo due mesi l’anno, tra gennaio e febbraio, e i cambiamenti climatici non stanno facendo altro che esacerbare la cosa. L’inaspettata soluzione è arrivata quindi volgendo uno sguardo al passato, a un antico sistema di lagune artificiali che i popoli nativi utilizzavano per fronteggiare la già allora intensa aridità. Lo storico locale che l’ha scoperto, Galo Ramón, ha convinto gli abitanti di Catacocha ad applicarlo e i risultati sono stati sorprendenti. A distanza di nove anni, il cambiamento avvenuto è visibile. Nel 2005, la comunità ha ricreato, in uno de...

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Otto mila chilometri di lunghezza e quindici chilometri di larghezza. Sono queste le impressionanti misure della Grande Muraglia Verde, una cintura arborea che l’Unione Africana sta realizzando al fine di contrastare l’avanzata del deserto. L’ambizioso progetto punta ad attraversare in orizzontale il continente africano. Dal Senegal al Gibuti, la linea alberata passerà per 11 nazioni col nobile scopo di contrastare la degradazione ambientale e la povertà della regione. I costi sono stati stimati in circa 33 miliardi di dollari di cui 14 già investiti. A oltre dieci anni dal lancio ufficiale del progetto, è stato ultimato circa il 20% del percorso. Secondo diverse fonti, l’iniziativa sta però già cambiando le cose in meglio. Perché, a dirla tutta, la Grande Muraglia Verde non è solo un’opera finalizzata a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Più che una linea, si tratta infatti di un “mosaico di...

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Negli anni in cui il Vietnam correva verso lo sviluppo industriale e intensivo della propria economia, dopo la fine della guerra contro gli Stati Uniti, gran parte del Delta del Mekong venne rimodellato per supportare l’agricoltura di scala, promuovendo metodi di coltivazione industriale volti a incrementare i raccolti di riso e trasformare la nazione in una centrale di esportazione per il noto cereale. Tra le poche aree non interessate dal piano di sviluppo c’era l’isola costiera di Con Chim ritenuta troppo piccola allo scopo. Qui, i locali hanno potuto continuare a praticare i loro metodi agricoli tradizionali apparentemente fuori tempo. Un modello che, ora che quello intensivo sta mostrando i suoi effetti di lungo periodo, caratterizzati dall’impoverimento dei terreni e l’inquinamento, sta tornando ad ispirare il Paese che ora punta a tornare a pratiche agricole maggiormente basate sulla natura. Un tempo dimenticata, l’isola di Con&...

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In Italia è stato approvato il Piano nazionale di adattamento ai cambiamenti climatici. Ci sono voluti quasi sette anni e quattro governi, ma alla fine anche il Belpaese si è dotato di uno strumento indispensabile per affrontare le conseguenze della crisi climatica. La notizia dell’approvazione l’ha data lo stesso Ministero dell’Ambiente spiegando che l’obiettivo principale del Piano è quello di “fornire un quadro di indirizzo nazionale per l’implementazione di azioni finalizzate a ridurre al minimo possibile i rischi derivanti dai cambiamenti climatici, a migliorare la capacità di adattamento dei sistemi socioeconomici e naturali, nonché a trarre vantaggio dalle eventuali opportunità che si potranno presentare con le nuove condizioni climatiche”. Seppur con ritardo, il testo è stato quindi ufficialmente adottato, ma che venga realmente attuato è però un altro paio di maniche. Il rischio è...

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