sostanze cancerogene
In tutte le regioni d’Italia in cui sono state effettuate rilevazioni per la ricerca di PFAS, sostanze perfluoroalchiliche prodotte dalle industrie e associate a numerose patologie, essi sono stati trovati. È quanto emerge dai risultati di un recente rapporto pubblicato da Greenpeace, dal titolo “La contaminazione da PFAS in Italia”, che ha registrato la presenza di PFAS nei corsi d’acqua di 16 Regioni italiane, tutte quelle in cui sono state svolte ricerche. L’inchiesta è stata effettuata utilizzando i dati ISPRA, il cui database ospita i risultati delle analisi effettuati dalle ARPA regionali e delle province autonome in Italia nel periodo compreso tra il 2019 e il 2022 sulla presenza di PFAS nei corpi idrici, ovvero fiumi, laghi e acque sotterranee. Secondo tali statistiche, la contaminazione da PFAS è presente nel 17% dei risultati ottenuti dai controlli. La percentuale di valori positivi ai PFAS è diversa a seconda della regione og...
Una morte in più ogni tre giorni: si può riassumere così ciò che emerge da un nuovo studio che ha calcolato l’aumento di mortalità dal 1985 al 2018 all’interno dell’area rossa veneta: la zona che comprende 30 comuni e le province di Vicenza, Padova e Verona dove le sostanze Pfas hanno avvelenato centinaia di migliaia di persone. La ricerca – condotta da scienziati dell’Università degli studi di Padova, sottoposta a revisione paritaria e pubblicata sulla rivista scientifica Enviromental Health – è stata commissionata dalla regione Veneto e grazie al contributo del Servizio Statistico dell’Istituto Superiore di Sanità e del gruppo Mamme NO PFAS, ha evidenziato come in 34 anni è come se fosse scomparsa la popolazione totale del comune di Orgiano e Asigliano, dimostrando per la prima volta l’associazione causale tra esposizione a Pfas e rischio elevato di morte per malattie cardiovascolari. «I...
Dopo aver condotto un’inchiesta che ha fatto luce sulla presenza di PFAS – sostanze poli e perfluoroalchiliche – nelle acque potabili di decine di comuni in tutto il Piemonte, negli scorsi giorni l’associazione Greenpeace Italia ha ufficialmente presentato quattro esposti alle Procure di Torino, Ivrea, Alessandria e Novara, chiedendo alla magistratura di prendere “tutti i provvedimenti cautelari del caso” al fine di “impedire che si continui a somministrare alla popolazione acque contenenti PFAS”. Nella denuncia, Greenpeace ha sollecitato i magistrati ad accertare se, considerato lo stato di inquinamento permanente delle aree in questione, “sussistano le condizioni per ipotizzare i reati di disastro ambientale o innominato”, nonché per “omissione di atti d’ufficio conseguente il mancato rispetto della normativa sull’accesso agli atti”. Nonostante lo spaccato emerso dall’indagine di Greenpeace...
Dopo i grandi casi del Veneto, seguiti da quelli lombardi, è stata riportata la contaminazione da PFAS delle acque potabili anche in Piemonte, dove oltre al già noto caso di Alessandria sono stati individuate altre situazioni di inquinamento in oltre 70 comuni della città metropolitana di Torino, capoluogo incluso. A denunciarlo è un rapporto condiviso ieri da Greenpeace, che si basa sui dati ufficiali degli enti pubblici piemontesi per cui l’associazione ha mandato istanza di accesso; oltre a questo genere di dati, Greenpeace ha condotto studi in autonomia, effettuando campionamenti in aree, in cui, contrariamente a quelle di Torino e Alessandria, l’eventuale presenza di PFAS non viene monitorata, riscontrandone la presenza nel novarese. Secondo l’associazione ambientalista, nella Regione Piemonte sono circa 125.000 le persone che potrebbero aver bevuto acqua contaminata da PFAS, dato che nega per l’ennesima volta la narrazione a cui siamo s...