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Otto mila chilometri di lunghezza e quindici chilometri di larghezza. Sono queste le impressionanti misure della Grande Muraglia Verde, una cintura arborea che l’Unione Africana sta realizzando al fine di contrastare l’avanzata del deserto. L’ambizioso progetto punta ad attraversare in orizzontale il continente africano. Dal Senegal al Gibuti, la linea alberata passerà per 11 nazioni col nobile scopo di contrastare la degradazione ambientale e la povertà della regione. I costi sono stati stimati in circa 33 miliardi di dollari di cui 14 già investiti. A oltre dieci anni dal lancio ufficiale del progetto, è stato ultimato circa il 20% del percorso. Secondo diverse fonti, l’iniziativa sta però già cambiando le cose in meglio. Perché, a dirla tutta, la Grande Muraglia Verde non è solo un’opera finalizzata a mitigare gli effetti dei cambiamenti climatici. Più che una linea, si tratta infatti di un “mosaico di...

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Non solo le biotecnologie, anche il sapere indigeno è in grado di sviluppare e conservare varietà colturali resistenti ai cambiamenti climatici. Ne sono la prova gli agricoltori indigeni Gurung del Nepal centrale, i quali stanno lavorando attivamente per far rivivere una varietà di miglio quasi dimenticata ma resistente alla siccità come poche altre. Si tratta del miglio a coda di volpe (Setaria italica), un cereale tradizionalmente coltivato come coltura di carestia poiché matura in un periodo dell’anno in cui gli agricoltori hanno già raccolto tutto il resto. «Il miglio a coda di volpe viene raccolto prima del monsone, tra giugno e luglio, quando le altre colture non crescono più. A differenza delle altre colture da reddito, ha però bisogno di molta meno acqua per crescere e richiede solo tre mesi per essere raccolto per il consumo», ha spiegato Bina Gurung, un contadino del piccolo villaggio di Ghopte impegnato nell’impre...

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