estrattivismo

Un recente rapporto dell’organizzazione no-profit Global Witness, con sede nel Regno Unito e negli Stati Uniti, illustra i dettagli di come una nuova corsa all’estrazione mineraria guidata dalla domanda di minerali per produrre energia pulita stia rischiando di riprodurre lo stesso modello di estrattivismo che ha impoverito i Paesi africani per secoli. L’indagine dell’organizzazione si fonda su alcuni progetti di estrazione di litio in Zimbabwe, Repubblica Democratica del Congo e Namibia: in tutti e tre i progetti estrattivi si ripetono le dinamiche di sfruttamento che hanno depredato i territori africani fino ad oggi, riproducendo forme di colonialismo estrattivo che di nuovo ha solo i materiali che vengono estratti. Si sente sempre più spesso parlare della necessità della transizione energetica in quanto salvezza dal cambiamento climatico e dalla crisi ambientale; una transizione energetica basata su “nuovi materiali”, le cosiddette ̶...

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È iniziata oggi la terza parte della 28esima sessione dell’ISA, la International Seabed Authority, l’organismo intergovernativo responsabile della supervisione delle operazioni di estrazione in acque profonde e della protezione degli oceani. La sessione di incontri durerà fino all’8 di novembre. A segnare quello che è un passaggio chiave per le politiche globali sugli oceani è stata la richiesta, presentata mercoledì da un centinaio di gruppi ambientalisti che hanno chiesto una moratoria sull’estrazione sottomarina proprio in vista della riunione che si é aperta oggi a Kingston, in Giamaica. Gli oppositori al deep sea mining temono infatti che si stia aprendo la strada all’inizio dello sfruttamento nel prossimo futuro, nonostante le devastanti conseguenze – ancora poco esplorate – che le miniere sui fondali oceanici avranno sull’ecosistema marino. Il peggio – sottolineano gli attivisti – è ch...

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Spesso si ritiene che l’energia da fonti petrolifere sia molto più economica rispetto alle fonti rinnovabili: una convinzione che si dimentica di un dettaglio non trascurabile, quello delle enormi sovvenzioni pubbliche che le attività estrattive e le multinazionali che le guidano ricevono dagli Stati sotto forma di finanziamenti diretti o indiretti. Questo fiume di denaro continua a scorrere, ed anzi, nel 2022 – nonostante la tanto decantata transizione verde – ha fatto segnare un nuovo record. Nell’anno appena trascorso, infatti, i soli Paesi del G20 hanno speso 1.400 miliardi di dollari per finanziare i combustibili fossili. A stimare l’enorme cifra è stato un rapporto dell’Istituto Internazionale per lo Sviluppo Sostenibile (IISD), sommando sussidi diretti, investimenti da parte di imprese statali e prestiti da parte di istituzioni finanziarie pubbliche. Secondo i dati raccolti, le venti principali economie al mondo hanno...

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