Pianura Padana

Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Sono servite una macchia rossa sulla cartografia dell’Agenzia Spaziale Europea (ESA) e un piazzamento sul podio in una classifica di poca rilevanza, come se fosse una competizione delle Olimpiadi, per fare della cattiva qualità dell’aria della Pianura Padana una notizia. Che poi così tanto notizia non è, è quotidianità in alcuni periodi dell’anno e dovrebbe far notizia per la sua periodicità. Ma è sufficiente per far parlare di una questione sistemica ancora una volta in termini di emergenza e ineluttabilità e scatenare la reazione stizzita di sindaci e la solita bagarre di commenti che alla fine generano solo rumore e confusione, spostando l’attenzione dal vero nocciolo della questione: e cioè che l’inquinamento atmosferico è “una importante questione di salute pubblica che minaccia...

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Una nuova ricerca ha fatto chiarezza sul ruolo giocato dagli allevamenti intensivi nel determinare la pessima qualità dell’aria in Lombardia. Lo studio, pubblicato su Environmental Impact Assessment, specifica che l’allevamento di bovini e suini potrebbe aumentare anche di oltre il 25% l’inquinamento atmosferico locale. Secondo i risultati dell’analisi, in particolare, un aumento di 1000 unità di bestiame, corrispondente rispettivamente all’1% e allo 0,3% della popolazione media di bovini e suini in una data unità di area, provoca un corrispondente aumento giornaliero delle concentrazioni di ammoniaca e polveri sottili PM10. L’aumento è risultato più marcato nel caso degli allevamenti bovini, ovvero, +0,26 microgrammi su metro cubo (μg/mc) per l’ammoniaca e +0,29 μg/mc per il PM10, contro i +0,01 e +0,04 μg/mc registrati per i suini. Un dato di particolare rilievo, specie se guardato nell’attuale co...

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Martedì 20 febbraio il Consiglio dell’Unione Europea e il Parlamento Europeo hanno raggiunto un accordo per imporre limiti più stringenti sulla qualità dell’aria, con il quale si punta a dimezzare le sostanze inquinanti entro il 2030. Esso deve ancora venire confermato in via ufficiale da entrambe le parti e mira a compiere un primo importante passo verso l’obiettivo zero emissioni entro il 2050. Cionondimeno all’interno dello stesso accordo sono presenti non poche deroghe, che possono arrivare un allungamento dei tempi di adeguamento ai nuovi standard fino a dieci anni per tutte quelle aree “in cui la conformità con le direttive entro la data di scadenza si proverebbe irraggiungibile a causa di condizioni climatiche e orografiche specifiche, o dove le necessarie riduzioni possono essere ottenute solo con un impatto significativo sui sistemi di riscaldamento esistenti”, tra cui puntualmente figura il Nord Italia e, logicamente, la...

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Domenica 18 febbraio la società svizzera IQAir ha pubblicato un rapporto sulla qualità dell’aria in varie città nel mondo, stilando una classifica di quelle in cui essa risulta più inquinata, nella quale Milano è comparsa terza sotto alle sole Chengdu in Cina e Lahore in Pakistan. La lista ha suscitato parecchio clamore, entrando rapidamente di diritto tra i temi più dibattuti del momento; il Sindaco Beppe Sala, interrogato dai giornalisti, ha fornito una risposta scocciata e sbrigativa sulla questione, chiedendo retoricamente ai suoi stessi intervistatori chi conducesse questo tipo di analisi, per sottolineare l’inaffidabilità dei dati provenienti da enti privati e invitare a fidarsi dei dati ufficiali. Effettivamente pare difficile immaginare che Milano possa collocarsi sul podio delle città con la peggiore qualità di aria al mondo, sopra a grandissimi centri come Nuova Dehli; ciò non toglie tuttavia che la classifica forn...

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Nel 2022 il 98% delle persone residenti in Europa ha vissuto in aree con una concentrazione di particolato fine – una combinazione di piccolissime particelle solide e liquide di diversi materiali e inquinanti, comunemente abbreviato come PM 2.5 – superiore al limite fissato dall’Organizzazione mondiale della Sanità (OMS). I livelli di inquinamento sono risultati particolarmente gravi in alcune parti d’Europa, comprese alcune regioni italiane. Il 73% di chi abita il nostro Paese, infatti, vive nelle 58 città in cui dall’inizio del 2023 – da gennaio ad agosto – la concentrazione di polveri sottili ha superato i limiti suggeriti dall’OMS, pari a cinque microgrammi per metro cubo d’aria – mentre le nuove norme europee sulla qualità dell’aria consentirebbero una concentrazione media annua di 10 microgrammi a partire dal 2035. Secondo lo studio, basato sui monitoraggi atmosferici di Copernicus e promosso dal quo...

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