amazzonia

La deforestazione nella più grande distesa pluviale della Terra è diminuita del 22% al 31 luglio 2023 rispetto all’anno precedente. Lo rivelano le analisi dei dati raccolti ed elaborati dall’Istituto nazionale di ricerca spaziale brasiliano (INPE), il quale ha riportato che il disboscamento nell’Amazzonia brasiliana ha raggiunto 9.001 chilometri quadrati, ovvero una quota inferiore alle 10.000 unità per la prima volta dal 2018. Da luglio ad ottobre 2023 poi, i dati aggiornati rivelano che l’area deforestata ha subito un calo del 52% rispetto all’anno precedente e, inoltre, secondo le stime, la diminuzione della perdita di alberi ha ridotto le emissioni di gas serra del Paese del 7,5%, dato tutt’altro che indifferente se si pensa che il Brasile è il sesto più grande produttore di emissioni al mondo. Marina Silva, ministro dell’Ambiente brasiliano, ha dichiarato: «Dietro tutto ciò c’era una decisione polit...

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Più o meno un anno fa, il 15 giugno 2022, venivano ritrovati i corpi senza vita del giornalista del Guardian, Dom Phillips, e di Bruno Pereira, l’esperto brasiliano dell’ente di protezione dei popoli indigeni. Erano scomparsi una decina di giorni prima nella valle del Yavarí, nella foresta amazzonica, durante un viaggio per indagare sullo sfruttamento della foresta e sulle crescenti minacce a cui sono sottoposte le popolazioni indigene. Brasile, il giornalista Dom Phillips e l’attivista Bruno Pereira uccisi mentre indagavano sullo sfruttamento illegale dell’Amazzonia A un anno di distanza, le loro uccisioni sembrano essere sempre più collegate agli interessi di gruppi dediti ad attività illegali su cui i due stavano indagano. La valle del Yavarí – uno dei luoghi più isolati del pianeta, una riserva di 85mila chilometri quadrati coperta dalla foresta amazzonica, senza strade, dove ci si sposta navigando il fiume e al c...

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Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Dopo oltre mezzo secolo di ricerche sulla fusione nucleare, dagli Stati Uniti arriva una svolta importante che potrebbe aprire la strada a enormi quantità di energia pulita in futuro. I ricercatori della US National Ignition Facility, in California, hanno dichiarato che i loro esperimenti di fusione hanno rilasciato più energia di quella pompata dagli enormi laser ad alta potenza del laboratorio. Si tratta di un risultato storico, noto come accensione o guadagno di energia. Finora, infatti, gli esperimenti condotti in tutto il mondo avevano richiesto più energia di quanta ne avessero generata. Tuttavia, scrive il Guardian, questo non significa che siamo nell’utopia energetica. Questa tecnologia è ancora lontana dall’essere pronta per essere trasformata in centrali elettriche, non avrà effetti nell’immediato sulla crisi climatica,...

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Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. La “finestra” per rispettare gli impegni dell’Accordo di Parigi “si sta chiudendo rapidamente”, avverte l'ultimo rapporto del Programma delle Nazioni Unite per l'Ambiente (UNEP) sul “divario delle emissioni” rispetto agli obiettivi per mantenere l’aumento delle temperature entro 1,5°C dall’era pre-industriale. Nonostante gli impegni ambiziosi, nell'anno trascorso dall’ultima Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima, a Glasgow, i progressi sono stati "limitati". Il calo delle emissioni associato alla pandemia di Covid-19 si è rivelato "di breve durata". Nel 2021 le emissioni di CO2 sono tornate ai livelli del 2019 e le emissioni globali di carbone hanno superato i livelli del 2019. Mentre le emissioni di metano e protossido di azoto sono rimaste relativamente stabili, le emissioni di g...

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In Ecuador, quasi il 60% della popolazione ha stabilito un precedente mondiale, scegliendo in una consultazione referendaria di bloccare lo sfruttamento del petrolio da uno dei suoi più importanti giacimenti, sito nel Parco Nazionale Yasuní, cuore dell’Amazzonia ecuadoriana. Il risultato del referendum – che si è svolto ieri parallelamente alle elezioni presidenziali, che sfoceranno nel ballottaggio tra i candidati Luisa González e Daniel Noboa – rappresenta una clamorosa vittoria per la coalizione ambientalista Yasunidos, che ha promosso la consultazione, e di tutto il movimento indigeno contro lo strapotere dei petrolieri. Il referendum era stato convocato per chiedere ai 13,45 milioni di elettori ecuadoriani se volessero che lo sfruttamento del petrolio nello Yasuní, in atto da alcuni anni, proseguisse o meno. Il quesito recitava: “Sei d’accordo che il governo ecuadoriano mantenga il greggio dell’ITT, noto come blocco...

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