L’eclissi solare negli Stati Uniti ci fa capire come migliorare l’uso delle rinnovabili

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L’eclissi negli Usa ha ridotto l’offerta di energia rinnovabile, sostituita dai combustibili fossili. Ma una delle soluzioni sta proprio nell’accumulo.
  • Un’eclisse totale ha oscurato il cielo del Nordamerica per diversi minuti: un test importante per la tenuta del sistema elettrico alimentato dalle energie rinnovabili.
  • Parte dell’energia è stata sostituita da gas ed energia idroelettrica.

L’eclissi totale a cui milioni di persone hanno assistito tra Messico, Stati Uniti e Canada è stata sicuramente una gioia per molti: in primis, gli astronomi che hanno avuto l’occasione di studiare meglio la corona solare, e poi per chi, con il naso all’insù, ha visto progressivamente la Luna oscurare il Sole, fino a coprirlo del tutto. Un’eclissi di questo tipo manca in Italia dal 1961 (e la prossima totale sarà nel 2081).

Ma l’eclisse sul Nordamerica ha significato anche un test per un’economia alimentata a energie rinnovabili: infatti, sebbene i pannelli solari non emettano gas a effetto serra e non peggiorino la qualità dell’aria come fanno le centrali elettriche a combustibili fossili, l’energia solare ha le sue sfide. In particolare, quando il sole non splende, non c’è energia. Questo non è un problema solo durante un’eclissi solare, ovviamente.

Mazatlan, Messico / Hector Vivas/Getty Images

Il 30% dell’energia elettrica del Texas è fotovoltaica

L’eclissi raggiunge la “totalità” quando il Sole è completamente bloccato dalla Luna, una fase che di solito dura per pochi minuti. Ma un’eclissi parziale può persistere per diverse ore. E mentre la generazione solare diminuisce, si prevede un aumento della domanda di elettricità. Questo tipo di squilibrio tra domanda e offerta può portare a interruzioni di corrente.

Secondo il National renewable energy laboratory (Nrel), tutti i 50 Stati hanno subito un certo grado di interruzione della produzione di energia solare durante l’eclissi. Si va dal 93 per cento della potenza di picco dei pannelli solari nella rete del Texas, fino a una riduzione del 71 per cento nella rete elettrica orientale e addirittura il 45 per cento in quella occidentale.

La più grande eclissi solare nella stessa zona c’è stata nel 2017, sette anni fa, e nel frattempo, sempre in quella zona, sono triplicate le installazioni fotovoltaiche. In una giornata di sole, il 30 per cento dell’energia che alimenta il Texas arriva dal solare. Per questo motivo, l’eclissi dell’8 aprile 2024 ha fornito informazioni preziose agli operatori della rete elettrica dello stato del Texas: per 4 minuti, molti GW di solare sono stati oscurati.

Un buon test in vista di eventi climatici estremi. Questa eclissi, infatti, ha quindi fatto capire cosa succede quando le energie rinnovabili vengono ostacolate da eventi imprevedibili. In questo, purtroppo, ancora i combustibili fossili hanno avuto un ruolo centrale: c’è stato un picco di gas e altra energia idroelettrica che hanno coperto i quasi i 90 GW di solare fotovoltaico influenzati da questo evento.

 

L’eclissi solare ha ridato slancio ai combustibili fossili

Circa 32 milioni di persone negli Stati Uniti vivono nel raggio di cinque chilometri da una centrale, cosiddetta, “di picco” (in inglese, peaker power plant), un impianto che di solito funziona a gas e si accende durante i picchi di domanda di energia, come quello previsto per l’eclissi solare. I “peaker” sono alcune delle centrali elettriche più inquinanti del Paese e la maggior parte di esse si trova in comunità povere e abitate in gran parte da afroamericani.

Come alternativa alle centrali di picco, poi, ci sono le centrali idroelettriche: l’accumulo di energia idroelettrica pompata è destinato a compensare il 42 per cento della mancanza di energia solare durante l’eclissi in Texas. Si tratta di pompare l’acqua da un’altitudine inferiore a un’altitudine superiore e di farla scorrere attraverso una turbina per generare elettricità.

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Una cittadina americana guarda l’eclissi con le sue compagne di squadra dopo un allenamento, l’8 aprile 2024 a Columbus, Ohio © Brad Smith/ISI Photos/USSF/Getty Images for USSF

Aumentare la capacità di accumulo

L’ultima volta che si è verificata un’eclissi totale negli Stati Uniti, nel 2017, il gas ha sostituito la maggior parte dell’energia solare persa. Ma da allora sono cambiate molte cose. Per prima cosa, la recente eclissi ha interessato un’area molto più vasta. E poi, l’energia solare è diventata la fonte di elettricità più economica della storia: gli Stati Uniti ne hanno molta di più, circa 2,5 volte la capacità di generazione solare del 2017.

Aumentare la capacità di immagazzinare energia rinnovabile in modo da avere sempre una fornitura affidabile è una delle maggiori sfide che le reti elettriche devono affrontare oggi. L’eclissi solare è solo una prova di quanto gli Stati Uniti siano pronti ad affrontare questa sfida. Per fortuna, si sta andando in questa direzione: l’accumulo di batterie negli Stati Uniti è passato da 0,6 GW durante l’ultima eclissi solare agli attuali 15,4 GW.

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