Potere del plancton:Sbloccare la capacità nascosta di stoccaggio del carbonio nell’oceano

Ecodaily

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La ricerca rivela che gli oceani immagazzinano il 20% in più di anidride carbonica rispetto a quanto stimato in precedenza, principalmente attraverso il plancton che trasporta il carbonio verso il fondo del mare.Questa nuova comprensione, tuttavia, non ha un impatto significativo sull’attuale crisi delle emissioni di CO2.

La capacità degli oceani di immagazzinare l’anidride carbonica atmosferica è superiore di circa il 20% rispetto alle stime contenute nell’ultimo rapporto dell’IPCC.[1] Questi sono i risultati di uno studio pubblicato sulla rivista Natura il 6 dicembre 2023, guidato da un team internazionale tra cui un biologo del CNRS.[2] Gli scienziati hanno esaminato il ruolo svolto dal plancton nel trasporto naturale del carbonio dalle acque superficiali fino al fondo marino.

Il plancton divora l'anidride carbonica e, man mano che cresce, la converte in tessuto organico tramite la fotosintesi.Quando muoiono, parte del plancton si trasforma in particelle note come “neve marina”.Essendo più dense dell’acqua di mare, queste particelle affondano sul fondo del mare, immagazzinandovi carbonio e fornendo nutrienti essenziali per un’ampia gamma di organismi delle profondità marine, dai minuscoli batteri ai pesci di acque profonde.

Analizzando una banca di dati raccolti in tutto il mondo da navi oceanografiche a partire dagli anni ’70, il team di sette scienziati è stato in grado di mappare digitalmente i flussi di materia organica negli oceani del mondo.La nuova stima risultante della capacità di stoccaggio del carbonio è di 15 gigatonnellate all’anno, un aumento di circa il 20% rispetto agli studi precedenti (11 gigatonnellate all’anno) pubblicati dall’IPCC nel suo rapporto del 2021.

Questa rivalutazione della capacità di stoccaggio dell’oceano rappresenta un progresso significativo nella nostra comprensione degli scambi di carbonio tra l’atmosfera e l’oceano a livello globale.Mentre il team sottolinea che questo processo di assorbimento avviene nell’arco di decine di migliaia di anni, e non è quindi sufficiente a compensare l’aumento esponenziale della CO2 emissioni causate dall’attività industriale mondiale a partire dal 1750, lo studio evidenzia tuttavia l’importanza dell’ecosistema oceanico come attore principale nella regolazione a lungo termine del clima globale.

Fonte : SciTechDaily

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