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GENOVA – Jeans vuol dire tradizione, ma può voler dire anche innovazione responsabile. O, almeno, questo è l’obiettivo principale che si è posto GenovaJeans, la manifestazione promossa dal Comune di Genova per celebrare uno dei tessuti più conosciuti della storia, nella città che gli ha dato i natali. L’ambizione è quella di restituire alla città il suo ruolo di patria del jeans e di guida nell’innovazione responsabile del tessile. Insomma, Genova vuole promuoversi come hub del jeans di nuova generazione, in un’ottica di innovazione responsabile e trasformazione nel segno della sostenibilità. Sostenibilità, d’altronde, è il mantra delle nuove generazioni, ma anche le firme storiche del passato non possono non farci i conti nella loro filiera produttiva.
E’ lo stesso Alberto Candiani ad affermare che “in un mondo in cui le risorse si riducono e le discariche traboccano di abiti dismessi, dobbiamo cercare risorse rinnovabili, oltre a materiali biodegradabili e compostabili”. Così, GenovaJeans ha provato a declinare il tema della sostenibilità in tre diversi modi e altrettante location. Si parte con la sostenibilità introdotta nei processi produttivi dai marchi più famosi, i cosiddetti brand heritage, esposti alla Biblioteca universitaria, che hanno sì una storia, ma che si stanno distinguendo per buone pratiche di sostenibilità. Poi, c’è il settore dei produttori emergenti, esposti al Metelino, che partono da modelli di eco-design, avendo la sostenibilità come orizzonte già alla partenza del loro percorso, tenendo presente in ogni momento della produzione gli impatti che ogni loro decisione può comportare.
“L’area dei nuovi designer che abbiamo allestito al Metelino parla di tante nuove tecnologie: dall’upcycling -che non è solo prendere qualcosa che è stato buttato via e rimetterlo, ma significa andare a conoscere quello che l’uomo ha definito scarto e rivalutarlo attraverso il design, arrivando a collezioni davvero interessanti- al rent e allo swap”, spiega Giusy Bettoni, fondatrice e ceo di C.l.a.s.s., l’ecohub internazionale di materiali innovativi e green nel settore della moda sostenibile, partner di GenovaJeans.
LAVORARE INSIEME
Per Bettoni, “la cosa più bella che è arrivata a Genova grazie a questi designer è la collaborazione”. Collaborazione tra marchi, ma anche tra designer e fornitori degli “ingredienti” con cui viene prodotto un capo di abbigliamento in jeans: “Perché non si può prescindere da tutta la filiera- rimarca Bettoni- non è che il capo nasce così, ma è figlio di scelte a livello di filato, di tessuto, di chi produce, di chi fa le tinture, di chi fa le rifiniture. E queste nuove generazioni sanno benissimo come usare queste cose preziose”.
LA FILIERA ECO-SOSTENIBILE
Ed, ecco, dunque, la terza area espositiva, quella dedicata alla filiera eco-sostenibile, all’ex oratorio di San Tommaso. “Tutte e tre le proposte hanno un semplice obiettivo- sottolinea ancora Giusy Bettoni- dimostrare che le espressioni di creatività, di innovazione, di responsabilità sono davvero tante e sono già disponibili al consumatore finale. Ma abbiamo bisogno di comunicarle. Se abbiamo materiali di nuova generazione, se abbiamo tecnologie di nuova generazione, abbiamo bisogno di una comunicazione di nuova generazione che non parli solo del colore o della composizione, ma che ci dica anche da dove arriva un capo, chi l’ha fatto e come è stato fatto e incontri la positività di un’industria, soprattutto italiana, che queste scelte le ha già fatte”.
Certo, prosegue la Ceo di C.l.a.s.s., “non dobbiamo dimenticarci che facciamo moda e, quindi, vogliamo cose bella, ma la cosa più bella e il valore che viene veicolato attraverso GenovaJeans è proprio una nuova generazione di modo di fare business, ma anche di concepire i capi che portiamo tutti i giorni”.
Insomma, per Bettoni, “Genova ha scritto una pagina di storia con l’invenzione di questo tessuto e con GenovaJeans siamo di nuovo in questa città, non in maniera casuale, perché è tempo di prendere questa grande eredità della storia e portarla nel futuro. Da qui deve partire un messaggio che dica: il jeans è un capo iconico, che hanno tutti, ma ora vogliamo iniziare a parlare di un jeans del presente e del futuro che abbia caratteristiche che si allineino con i valori di nuova generazione, che ci parlano di qualcosa che sia molto bello, perché acquistiamo con gli occhi, innovativo, perché viviamo nella nostra realtà, e responsabile. Vogliamo promuovere il concetto di innovare responsabilmente perché un’innovazione che va a impattare sulle persone, sugli animali, sugli oceani e sull’ambiente non è vera innovazione. E a GenovaJeans abbiamo portato tanti esempi concreti per parlare di queste cose”.