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In ben sette Paesi europei, dal 30 ottobre al 5 novembre, ha avuto luogo una settimana di azioni di protesta contro la nota catena di supermercati Lidl. L’accusa è di estrema crudeltà sugli animali, così come hanno evidenziato diverse indagini sotto copertura condotte negli ultimi anni. Negli allevamenti collegati al gigante della distribuzione, le inchieste hanno ad esempio rivelato la costante presenza di polli malati e deformi e, in generale, centinaia di milioni di capi avicoli che soffrono in modo sistematico in tutto il continente. Le manifestazioni si sono svolte in Regno Unito, Germania, Portogallo, Austria, Polonia, Svezia e Italia. A Milano e Bologna, gli esponenti dell’organizzazione Essere Animali hanno anche sponsorizzato la campagna europea #LidIChickenScandal, la quale chiede all’azienda di impegnarsi concretamente per eliminare le sofferenze dei polli nella sua filiera.
Obiettivo primario delle organizzazioni che hanno partecipato alle proteste è quello di informare l’opinione pubblica sulle enormi criticità insite nel sistema di selezione genetica dei polli da carne, che si concentra sulla crescita accelerata con la finalità di aumentare rapidamente la massa muscolare dell’animale. I polli a crescita rapida, che raggiungono il peso ideale di macellazione in soli 30-40 giorni e sono predisposti a gravi problematiche e morbi che l’industria liquida come “malattie della produzione” (tra cui spiccano insufficienza cardiaca, zoppia, deformità ossee, malattie muscolari e morte improvvisa), sono gli animali terrestri più sfruttati dall’industria. Soltanto nel 2020, sono stati macellati circa 70 miliardi di polli, di cui oltre 500 milioni in Italia. Una serie di rapporti hanno fatto luce sulle violenze che gli animali subiscono dagli operatori e dalle scarsissime condizioni igieniche in cui essi vivono. Le organizzazioni per la protezione degli animali facenti parte della coalizione Open Wing Alliance hanno ad oggi raccolto oltre mezzo milione di firme per spronare i supermercati tedeschi a interrompere la vendita di polli da carne allevati in maniera intensiva, sottolineando come ciò risulti rischioso anche per la salute umana: secondo un’analisi effettuata in Germania, infatti, il 71% dei campioni di carne di pollo esaminata è risultata contaminata da batteri che resistono all’azione degli antibiotici.
Essere Animali, associazione che in Italia guida la protesta, ha denunciato in una nota “l’inattività di Lidl dopo la pubblicazione, nell’ultimo anno, di sei indagini su presunti maltrattamenti di polli negli allevamenti intensivi associati a suoi fornitori in Spagna, Italia, Germania in due occasioni (a Haselünne e Löningen), Austria e Regno Unito”. In una petizione online che conta, al momento, quasi 49mila sottoscrizioni, l’associazione ha evidenziato come Lidl, che sostiene di attuare politiche per la difesa del benessere animale, sia “tra le aziende che non si sono ancora impegnate a sottoscrivere lo European Chicken Commitment”, documento redatto da una trentina di ong per la protezione degli animali che individua gli standard minimi da implementare negli allevamenti di polli da carne, “tramite il quale potrebbero garantire standard più elevati ai polli allevati dai loro fornitori, risparmiando loro le sofferenze insite negli allevamenti intensivi”. Lo scorso giovedì 5 ottobre, gli attivisti di Essere Animali avevano interrotto pacificamente l’intervento della Responsabile Comunicazione e CSR di Lidl Italia, Alessia Bonifazi, durante il Salone della CSR e dell’innovazione sociale a Milano, per chiedere che anche Lidl Italia (così come fatto in precedenza da Carrefour, Cortilia e Eataly) sottoscriva l’impegno.
«In tutta Europa, attivisti di decine di organizzazioni si sono uniti per prendere posizione verso Lidl e le terribili crudeltà documentate sugli animali nella loro filiera – ha dichiarato Brenda Ferretti, campaigns manager di Essere Animali –. Lidl deve porre fine alle pratiche peggiori per il bene di milioni di polli allevati e dei consumatori che chiedono sempre di più maggior attenzione nei confronti degli animali».
[di Stefano Baudino]