ValigiaBlu

  Chi è protetto dal sistema penale? E da chi? Chi chiama la polizia? Chi ne ha paura? Chi è più propenso ad andare in prigione? Chi meno? Chi è designato come criminale, chi come vittima? Il calo dei reati è una constatazione reale da svariati anni, una verità statistica difficile da smentire. I reati gravi denunciati in Italia nei primi sei mesi del 2021 sono nel complesso diminuiti rispetto allo stesso periodo del 2019, in epoca pre-pandemia. Erano stati 1.149.914 tre anni fa e sono scesi a 949.120 nel 2021, con un calo del 17,4%: a conferma di una tendenza che si osserva da almeno una decina di anni nel nostro paese. Il 16 maggio 2019, a tale proposito, il Ministero dell’Interno convocava una conferenza stampa per la comunicazione dei primi dati trimestrali relativi a sicurezza e criminalità rapportati allo stesso periodo nel 2018. Il titolo del comunicato pubblicato sul sito del Ministero degli Interni recitava “Reati -9,2%, -31,...

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Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Nel linguaggio della politica odierna c’è un’espressione che è spia di una certa sciatteria, ed è la “vocazione dei territori". Si tratta di una formula accattivante che viene ripetuta da esponenti di ogni colore e latitudine politiche. Di facile presa (e usura), la vocazione dei territori è da intendersi nel senso religioso, come qualcosa di immutabile e a cui aderire in maniera acritica. Ma che in realtà diventa il lasciapassare per provare a imporre la propria visione del mondo. Solo che i territori, i modi in cui li immaginiamo e le modalità con le quali li trasformiamo, sono il frutto di determinate scelte, figlie a loro volta di mediazioni e conflitti - anche l’abbandono è una scelta, come dimostra ad esempio il caso dell’Abruzzo e delle aree interne. In questo senso l’Italia che si sta prova...

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Per ora non risultano feriti o dispersi, ma le immagini delle alluvioni in Emilia-Romagna di queste ore ci hanno riportato alla mente quanto accaduto poco più di un anno fa. Tra i Comuni coinvolti ci sono Faenza e Castel Bolognese, già gravemente colpiti a maggio dello scorso anno. A Faenza è straripato il fiume Marzeno che ha allagato alcune campagne a sud della città. A Castel Bolognese, lo straripamento del Senio ha causato allagamenti che si stanno avvicinando al centro.  Alluvione in Emilia-Romagna: le cause e gli interventi fatti finora, e cosa fare per mitigare il rischio e affrontare il cambiamento climatico Il Comune di Ravenna, nella notte, ha firmato un'ordinanza nella quale invita chi abita lungo le sponde dei fiumi Lamone e Montone a recarsi ai piani alti o a raggiungere il Pala De Andrè, aperto come punto di accoglienza. Nei Comuni di Russi, Bagnacavallo e Forlì, tra le aree più colpite, la cittadinanza è stata invitat...

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Sei anni di carcere. Tanto hanno chiesto i PM di Palermo nei confronti di Matteo Salvini, vicepresidente del Consiglio nonché ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture. La richiesta è arrivata all’interno del processo che vede imputato il leader della Lega con l’accusa di aver sequestrato nel 2019 i passeggeri della nave Open Arms.  Il caso ha avuto e sta avendo un effetto dirompente sulla politica italiana, con le classiche accuse contro la “magistratura politicizzata” e i proclami sulla “difesa dei confini”. In realtà si tratta di un copione che negli anni abbiamo ampiamente visto e stravisto. Le differenze sono nella gravità dei toni e nel contesto generale in cui si colloca il caso.  Di cosa parliamo in questo articolo:Il caso Open ArmsDi cosa è accusato SalviniLa propaganda del governo e i suoi pericoli Il caso Open Arms Nell’agosto 2019, alla nave Open Arms dell’ONG Proactiva Open...

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Mi sono ritrovato in Italia quasi inconsapevolmente. È come se ci avessi sempre vissuto: come chi ci è nato, non ho mai avuto una scelta da prendere. Non avevo ancora compiuto due anni quando fui catapultato nella periferia di Napoli, per scappare dalla devastazione economica e sociale dell’Ucraina post-sovietica. Sono cresciuto sentendomi chiamare Andrea, all’asilo come pure dai miei genitori. Quando mia madre mi spiegava il perché di quell’Andriy sulle scartoffie che rovistavo in giro per casa, faticavo a comprendere. Credevo si riferissero a mio padre, mio omonimo (pratica comune nei paesi dell’Europa orientale), ma poi leggevo la mia data di nascita. Quando arrivai era il 1999. Nello stesso anno sbarcò in Italia anche l’attaccante ucraino Andriy Shevchenko, col quale la maggior parte degli italiani avrebbe finito per associare il mio paese, e quindi anche me, almeno fino agli sconvolgimenti politici dell’ultimo decennio...

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