crisi climatica
La scienza ha dimostrato, oltre ogni ragionevole dubbio, l’impatto antropico sull’aumento di temperatura a livello globale. Secondo il report del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) del 2021 l’aumento di temperatura dal 1850-1900 dovuto all’attività umana è stimato a circa 1,1 gradi centigradi e che, anche con interventi rapidi e di larga scala, ci vorranno almeno trent’anni prima che il clima si stabilizzi. La questione quindi si sposta sul tipo di politiche e di cambiamenti comportamentali necessari per raggiungere i target climatici e contenere l’aumento di temperatura tra 1,5 e 2 °C entro la fine del secolo, soglia limite fissata dall’Accordo raggiunto alla Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima del 2015 e, oltre la quale, potrebbero essere superati dei punti di svolta potenzialmente irreversibili, come mostrato in un rapporto sempre dell’IPCC del 2018. Per fare ciò è necessari...
Col ministro Lollobrigida, si sa, l’ultima gaffe è sempre la penultima. Nel senso che il titolare del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, nonché cognato della premier Giorgia Meloni, ne sforna di continuo. Ma quella del 10 maggio, pronunciata alla seduta di question time del Senato, secondo la quale “per fortuna la siccità quest’anno ha colpito alcune zone del Sud e la Sicilia in particolare", merita particolare attenzione. Innanzitutto perché, come ricorda Il Foglio, la mancanza d’acqua si ripercuote sull’agricoltura in generale e specificamente sulla viticoltura, forse il settore che sta più a cuore a Lollobrigida, nonché sul foraggio e quindi sugli allevamenti, come sottolineato da Coldiretti, l’associazione più ascoltata dal ministro. Ma soprattutto perché la siccità segue la “linea della palma”. L’espressione fu inventata da Leonardo Sci...
La trasformazione delle città è essenziale per rispondere alla crisi climatica, e questo non solo perché nelle città vive la metà dell’umanità (3,5 miliardi di persone) ed entro il 2030 diverrà il 60%, ma anche perché gli insediamenti urbani sono importanti centri di produzione di emissioni climalteranti. Le città occupano appena il 3% del territorio terrestre ma sono responsabili del 60-80% del consumo energetico e del 75% delle emissioni di CO2, nonché del 70% delle emissioni di gas a effetto serra. Se vogliamo realizzare una reale transizione energetica, molte cose dovranno cambiare. A partire da queste considerazioni, all’interno di Horizon Europe è stata definita la missione: raggiungere il numero di 100 città a impatto climatico zero entro il 2030. Le città coinvolte, selezionate tra 377 candidate, dovranno anticipare di 20 anni l’obiettivo globale di neutralità climatica al 2050. Tra i ce...
Associazione a delinquere finalizzata al disturbo della quiete pubblica. Cinque attivisti di Just Stop Oil, tra cui uno dei suoi co-fondatori, il 58enne Roger Hallam, il 18 luglio sono stati condannati a pene detentive senza precedenti per aver pianificato il blocco dell’autostrada M25 nel novembre 2022: per la condanna è stata sufficiente una call su Zoom che, secondo la sentenza, ha dimostrato “l'intricata pianificazione e la sofisticatezza dell'azione di disturbo” e ha costituito una “prova inconfutabile” dell'esistenza di un'associazione a delinquere. Chi sono gli attivisti di Just Stop Oil? Just Stop Oil è un gruppo britannico di attivisti climatici, fondato nel 2022 e noto per le sue azioni dirompenti, come il blocco delle strade principali, l’interruzione di eventi sportivi, il lancio di vernice a base di farina di mais su monumenti come Stonehenge. Il gruppo definisce le sue tattiche di protesta azioni di “resistenza c...
Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Per la prima volta nell’oceano Atlantico un uragano di categoria 5 si è formato all’inizio dell’estate e questo non è un buon segno per il resto dell’anno e il nostro prossimo futuro. È il caso di Beryl, il primo grande uragano di una stagione che arriverà fino a novembre inoltrato, passato nel giro di 48 ore da depressione tropicale a tempesta e quindi a uragano. La velocità con la quale Beryl si è trasformato in uragano di categoria 5 è un brutto segnale per la stagione degli uragani atlantici che, alimentati da temperature oceaniche sempre più in aumento, stanno diventando più pericolosi e imprevedibili. Tanto è vero che, come sottolinea Simone Fant su Materia Rinnovabile, alcuni scienziati stanno proponendo di aggiungere una ulteriore categoria – categoria 6 – per misurare l’...