crisi climatica
“Le emissioni antropiche di gas serra costituiscono una forma di inquinamento dell’ambiente marino”. È quanto ha stabilito il Tribunale internazionale del diritto del mare (Itlos), un organo indipendente delle Nazioni Unite, in un parere consultivo rilasciato il 21 maggio. Il parere non ha carattere vincolante, ma la decisione ha il potenziale per influenzare la giurisprudenza. In altre parole, la decisione potrà essere usata nei prossimi contenziosi climatici a qualsiasi livello per costringere i governi a migliorare le loro politiche contro la crisi climatica. Il parere arriva in risposta ad un gruppo di piccoli stati insulari particolarmente minacciati dal cambiamento climatico. L’aumento della concentrazione di CO2 in atmosfera comporta che una maggiore quantità reagisca con l’acqua marina, determinando un aumento dell’acidità degli oceani con conseguenze sulla vita marina e sugli equilibri degli ecosistemi assolutamente non t...
Nell’arco degli ultimi 50 anni, le fuoriuscite di petrolio dalle petroliere in mare sono diminuite di oltre il 90%. Dai picchi degli anni ’70, periodo in cui i casi di grandi perdite di petrolio in mare sono arrivati a verificarsi fino a una volta ogni quasi tre giorni, i problemi relativi ai disastri petroliferi sono infatti diminuiti drasticamente, tanto che nel 2023 si è contato solo un caso di grande fuoriuscita. Il dato del 2023, inoltre, non risulta un mero caso isolato, ma si colloca in una generale tendenza di contenimento del fenomeno che va avanti da decenni e che a partire dalla fine dei primi anni 2000 non ha mai visto il numero delle medie e delle grandi fuoriuscite raggiungere la doppia cifra. Tale risultato è stato reso possibile dalle politiche internazionali e dai progressi scientifici, con i quali si è giunti a una implementazione degli impianti petroliferi e delle navi cargo che ha reso più efficienti i sistemi di trasporto e stoccaggi...
La multinazionale petrolifera italiana ENI ha reso noto il proprio piano di sviluppo industriale per gli anni a venire. In particolare, il Cane a sei zampe prevede di aumentare di molto il denaro circolante nell’azienda, fino a 62 miliardi di euro nell’arco del piano quadriennale. Di conseguenza, prevede anche di aumentare, ancora, i propri introiti. In tutto questo e in barba alla tanto decantata transizione energetica, l’elemento centrale resterà l’esplorazione e produzione di combustibili fossili. «La produzione upstream (l’insieme dei processi operativi da cui ha origine l’attività di produzione fossile) – si legge nel documento – è prevista crescere a un tasso medio annuo del 3-4% fino al 2027, estendendo tale crescita di un ulteriore anno rispetto al Piano precedente». Insomma, di nuovo, una strategia industriale in netto contrasto con gli impegni presi dall’Italia e dalla stessa azienda di Stato per i...
Dal Tribunale civile di Roma è arrivato lo stop alla prima causa avviata contro lo Stato italiano per inadempienza contro la crisi climatica. In primo grado, infatti, i giudici hanno pronunciato una sentenza secondo cui la causa, frutto della campagna “Giudizio Universale” – portata avanti da 203 ricorrenti tra associazioni e privati cittadini -, è inammissibile per difetto di giurisdizione. Nel nostro Paese, al contrario di quanto accade in altri Stati europei, non esisterebbero infatti tribunali in grado di esprimere un verdetto su questo tema. L’iter processuale era partito dopo un esposto presentato contro lo Stato italiano da 24 associazioni, 17 minori e 162 adulti, che nell’estate del 2021 unirono le forze per chiedere azioni concrete al fine di contrastare il riscaldamento globale. Ora, in seguito al verdetto del Tribunale, i coordinatori della campagna promettono battaglia, anticipando che impugneranno la decisione. I ricorrenti, in parti...
“Se le cose continuano così, queste destinazioni di vacanza non avranno futuro a lungo termine”. Le recenti polemiche sulle dichiarazioni del ministro tedesco della Sanità, Karl Lauterbach, in vacanza proprio in Italia durante la terribile ondata di caldo di metà luglio che ha visto le temperature costantemente sopra i 40 gradi, sono sintomatiche di un paese che, votato da anni anima e corpo al turismo, concepisce soltanto il dileggio nei confronti di chi osa affermare che il re è nudo (per via del troppo caldo). Se è vero che la cronaca dei successivi giorni, con le crisi delle grandi città come Palermo e Catania e le fughe di turisti dal Veneto e dalla Puglia, si è incaricata di confermare in nuce le previsioni di Lauterbach, è altrettanto innegabile che la reazione degli operatori è stata quella di alzare considerevolmente i prezzi, come rilevato dall’indagine dell’istituto Demoskopica. In una proiezione di cor...