migranti

Le navi di soccorso che operano nel Mediterraneo sono numerose, tuttavia non sufficienti per fronteggiare il numero di persone in pericolo lungo una delle rotte migratorie più pericolose al mondo. Dopo la cessazione del programma Mare Nostrum nel 2014, la Civil Fleet, la flotta civile delle navi di monitoraggio e soccorso attive nel Mediterraneo, è diventata praticamente l'unica risorsa per coloro che rischiano la vita durante la pericolosa traversata illegale. Il tratto di mare che si estende dalla Libia o dalla Tunisia fino all’Italia rappresenta una barriera fisica letale, specialmente per le imbarcazioni di legno o di gomma di fortuna, spesso riciclate più volte dai trafficanti. Fino al 2014, l'operazione Mare Nostrum, avviata nel 2013 in risposta all'aumento dei naufragi nel canale di Sicilia, aveva una doppia missione: garantire il salvataggio in mare e perseguire penalmente coloro che lucrano sul traffico illegale di migranti. Poco dopo la fine di Mare N...

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Degli stranieri residenti in Italia almeno la metà sono donne; nel 2021 sono state censite circa 2,6 milioni di donne con cittadinanza estera, un numero pari al 50,9% dell’intera popolazione straniera residente nel nostro paese. Sin dagli anni Settanta le donne hanno cominciato ad arrivare in Italia con in mente un progetto migratorio d’impronta emancipatoria. Ad oggi, tuttavia, il benessere e lo stato dei diritti delle donne straniere nel nostro paese sono gravemente compromessi, come illustrato dall’ultimo rapporto del Centro Studi e Ricerche Idos.  Per capire i diritti delle donne in Italia oggi, è necessario un approccio intersezionale, vale a dire dover considerare le molteplicità degli aspetti che fanno parte delle nostre identità e dei modi in cui questi si intrecciano creando svantaggi o privilegi. L’intersezionalità si basa sull’assunto che le discriminazioni per le donne non bianche, i soggetti lgbtqia+ e di clas...

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Sono passati otto anni da quando l’immagine del piccolo Alan Kurdi, trovato morto sulla spiaggia di Bodrum, in Turchia, insieme ad altre 12 persone in fuga dalla guerra in Siria, fece il giro del mondo.  Ci si interrogava sull’opportunità o meno di pubblicare la foto del corpo del bambino di 3 anni. Chi lo aveva fatto si era detto convinto che quella immagine avrebbe rappresentato il punto di non ritorno: “If these images don't change Europe, what will?”, avevano titolato diverse testate giornalistiche. Per inchiodare alle proprie responsabilità chi governa. Quella foto, si era scritto all’epoca, era la rappresentazione iconica, la “conseguenza”, di scelte politiche.  Quest’anno è stato ricordato il decennale del naufragio di Lampedusa. Era il 3 ottobre 2013, quando di fronte all’isola di Lampedusa morirono almeno 368 persone, in gran parte eritrei, in fuga dalla Libia. Anche allora le immagini delle...

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“La destra avanza”. “Il Partito Popolare Europeo stravince”. “La vera onda nera deve ancora arrivare”. Sono alcuni dei titoli dei giornali che raccontano l’esito delle elezioni europee di sabato 8 e domenica 9 giugno. I risultati erano attesi: la destra e l’estrema destra hanno incrementato i consensi, ma non hanno ottenuto la maggioranza assoluta al Parlamento Europeo. I tre principali partiti di destra (il più moderato Partito Popolare Europeo, i Conservatori e Riformisti, di cui fa parte Fratelli d’Italia, e Identità e Democrazia, in cui rientra la Lega) hanno posizioni diverse su tante questioni ma sono tutti concordi su un punto: la necessità di dare una stretta alla migrazione in Europa, spingendo verso una politica sempre più restrittiva nei confronti delle persone in arrivo sul territorio dell’Unione. “Vogliamo fermare la migrazione incontrollata”, era lo slogan stampato in caratteri cu...

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  ‘Ho mia madre e tre fratellini a Kabul che dipendono da questo viaggio, fallire non era un’opzione’. Ahmad (nome di fantasia) ha 16 anni. In Europa ci arriva dall’Afghanistan, per dieci volte prova a saltare il muro del porto di Patrasso, in Grecia. Viene anche morso dai cani delle guardie. Ma alla fine ci riesce. E mentre lo fa, si riprende con il suo cellulare.  Piedi, scarpe da ginnastica nere, pantaloni dello stesso colore sbiaditi, un filo azzurro che passa sopra un piede. Le gambe sono appoggiate a una sbarra di metallo, c’è un rumore intenso, potrebbe essere quello di un aereo o di una nave. Il telefonino si alza, ma ancora non si capisce bene dove siamo, uno scheletro di ferro e l’aria che scorre, sembra per un attimo di essere in volo. Il telefonino si abbassa e finalmente è chiaro cosa sta succedendo in questo video: l’asfalto scorre veloce e la ruota di un camion gira alla stessa velocità. Il telefonino...

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Morti: 399. Dispersi: 487. È il tragico bilancio dei naufragi avvenuti nei primi sei mesi del 2024 nella rotta del Mediterraneo centrale, secondo i dati pubblicati dall’Organizzazione Internazionale delle Migrazioni (OIM). Eppure, mentre in mare centinaia di persone continuano a morire tentando di raggiungere le nostre coste, in Italia è sempre più difficile dare conto dei naufragi: i giornalisti sono tenuti lontani dai porti e la stampa deve far fronte a una serie di ostacoli per raccontare questi eventi, che finiscono ormai per essere circondati da un muro di gomma impenetrabile. Il problema non è nuovo: da anni le difficoltà dei cronisti di accedere ai porti si sommano all’impossibilità di entrare in contatto con i superstiti, il che rende praticamente impossibile ricostruire in maniera indipendente la verità dei fatti. A questo si aggiunge la scarsità di comunicazioni ufficiali, e la continua richiesta di autorizzazioni per av...

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Deve esistere, da qualche parte, un manuale segreto di come non ci si comporta davanti a episodi di discriminazione, e nell’ambiente del calcio italiano devono averlo letto tutti. L’episodio di Francesco Acerbi e Juan Jesus è purtroppo solo l’ennesima conferma di un sistema che, nonostante i numerosi precedenti, sembra reagire ogni volta come se fosse la prima. Il razzismo nel calcio non riguarda solo l’Italia. La differenza però sta nella risposta La giornata di lunedì 18 marzo è stata esemplare, da questo punto di vista. Mentre la polemica attorno all’epiteto razzista che sarebbe stato rivolto dal difensore dell’Inter all’avversario brasiliano andava avanti dalla sera precedente, nella mattinata l’agente di Acerbi, Federico Pastorello, interveniva al TransferRoom Summit di Roma sostenendo che in realtà non c’era stato alcun insulto razzista, e che la vicenda era stata “riportata male”. Nel pri...

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