migranti
Le recenti dimissioni del direttore esecutivo di Frontex, Fabrice Leggeri, rappresentano solo l'ultimo tassello di un mosaico di denunce, inchieste giornalistiche e indagini sull'operato dell'Agenzia europea della guardia di frontiera e costiera, accusata di gravissime violazioni dei diritti umani. Il passo indietro del 54enne politico francese, a capo dell'agenzia dal 2015, sarebbe dovuto ai contenuti di un rapporto riservato dell’Ufficio europeo per la lotta antifrode (OLAF). L'indagine, secondo quanto riferito da una fonte interna di Frontex, “individua precise responsabilità dell’agenzia e di Leggeri per alcuni respingimenti avvenuti in Grecia” e indica “un legame diretto fra la riunione in cui si dovevano decidere i provvedimenti disciplinari e le dimissioni di Leggeri”. Il direttore generale dell'OLAF, Ville Itälä, commentando l'inchiesta con alcuni eurodeputati, avrebbe definito Legge...
Irina ha 35 anni ed è originaria di Kropyvnytsky, una cittadina dell’Ucraina centrale. Quindici anni fa, finito il percorso di studi, è arrivata in Italia, a Perugia, per raggiungere sua madre, che era già nel nostro paese dal 2000. «Mia mamma è venuta per bisogno, per lavorare, come hanno fatto tante altre donne ucraine. Da vent’anni assiste anziani e disabili, fa la badante, come dite voi - afferma -. Ha lavorato in tante famiglie, poi, quando ha potuto, ha fatto arrivare noi: prima mio fratello poi me». Un percorso del tutto simile a quello della famiglia del suo compagno, Oleksy. «Anche mia madre ha lasciato la nostra città, Starokostjantyniv, vent’anni fa, prima per lavorare come assistente familiare, poi come operatrice socio-sanitaria. Dopo qualche anno, quando si è stabilizzata, siamo arrivati noi con un ricongiungimento familiare. Ma oggi il nostro pensiero è più che mai in Ucraina». Irina e Ole...
di Andrea Braschayko Alcune settimane fa sono andato da mia nonna, che vive da sola – il resto della famiglia è in Ucraina – in una cittadina vicino Caserta. Come molte donne del suo paese arrivò in Italia rappresentando, con orgoglio e dignità, la povertà dei "selvaggi anni Novanta" post-sovietici che ha costretto una generazione di donne a una vita di caregiving e rimesse. Pur non imparando mai completamente la lingua, mia nonna si mescolò agiatamente tra il provincialismo italiano; qui gli anni Novanta erano, al contrario, ruggenti. Ne era un esempio stereotipato il marito casertano, dolcemente invecchiato a pane e berlusconismo. Per forza di cose abituatasi alle preferenze televisive dell’ormai defunto compagno, circa vent’anni dopo io e mia nonna ci ritroviamo a seguire i dibattiti sulla guerra in Ucraina su una delle reti più viste in quella casa, e per lei principale fonte informativa dal 24 febbraio. Ero ovvi...
Dopo mesi di rinvii, ritardi e tentativi di ostruzionismo, arriva in aula lo ius scholae. Prende il via oggi la discussione alla Camera sul testo di riforma della legge 91/92, che regola l’acquisizione della cittadinanza italiana. Prevede che possa chiedere di diventare cittadino italiano il minore nato in Italia da genitori stranieri purché abbia frequentato per 5 anni uno o più cicli scolastici presso istituti appartenenti al sistema nazionale di istruzione. La possibilità è estesa anche ai minori non nati in Italia ma che abbiano fatto ingresso nel paese entro i 12 anni di età. La cittadinanza si potrà acquisire con una dichiarazione di volontà entro il compimento della maggiore età. Dovrà essere uno dei genitori a farne richiesta. Il testo è stato chiuso nella serata di ieri, con l’introduzione di qualche novità: in particolare, se il ciclo scolastico di cinque anni è quello delle elementari non si richiede sol...
La Corte Suprema boccia all'unanimità il piano di deportazioni in Ruanda Aggiornamento 16 novembre 2023: Mercoledì 15 novembre la Corte Suprema del Regno Unito ha dichiarato illegale il piano del governo britannico che prevede l’invio forzato di richiedenti asilo in Ruanda, in attesa che la loro domanda fosse valutata. La sentenza conferma quanto stabilito dalla Corte d’Appello, secondo cui ci sarebbe stato il rischio di esporre le persone trasferite in Ruanda a gravi violazioni dei diritti umani. In base al principio di “non respingimento”, una persona che richiede asilo non può infatti essere mandata indietro nel suo paese d’origine, se ciò mette a rischio la sua incolumità. La Corte Suprema ha perciò deciso all’unanimità che la scelta del Ruanda non fornisse standard adeguati di sicurezza e rispetto dei diritti umani, sia per quanto riguarda la legge britannica sia per il diritto internazionale. La sentenza non v...