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Circa 23 milioni di Stati Unitifamiglie dipendono dai pozzi privati come principale fonte di acqua potabile.Questi proprietari di case sono interamente responsabili di garantire che l’acqua dei loro pozzi sia sicura per il consumo umano. Numerosi studi dimostrano che, nella migliore delle ipotesi, la metà dei proprietari di pozzi privati Sono test con qualsiasi frequenza, e pochissime famiglie effettuano il test una o più volte all'anno, come raccomandano i funzionari della sanità pubblica.Anche in Iowa, che ha alcune delle politiche a livello statale più forti in materia tutelare gli utenti dei pozzi privati, fondi statali per analisi private gratuite della qualità dell'acqua regolarmente non spesi. L’acqua che bevono queste famiglie è sicura?Non ci sono molte prove sistematiche, ma i rischi potrebbero essere grandi. Gli Stati UnitiL’Environmental Protection Agency fa ancora affidamento su uno studio vecchio di 15...
Gli Stati UnitiLa Corte Suprema metterà alla prova quanto flessibili possano essere l’EPA e gli stati nel regolare l’inquinamento dell’acqua ai sensi del Clean Water Act quando ascolterà le argomentazioni orali in Città e contea di San Francisco v.Agenzia per la protezione dell'ambiente il ottobre16, 2024.Questo caso chiede la corte decidere se i regolatori federali possono rilasciare permessi che sono effettivamente ampi ordini di non violare gli standard di qualità dell’acqua, o invece possono solo specificare le concentrazioni di singoli inquinanti che i detentori del permesso possono rilasciare nei corpi idrici. La mia ricerca si concentra sulle questioni idriche, compresa la legge sull'acqua pulita.Questo caso coinvolge sia l'autorità federale che quella statale per il rilascio dei permessi e sarà interessante vedere dove si concentrerà la corte.Sebbene i giudici siano stati disposti a limitare l&rsquo...
Il Living planet report del Wwf testimonia che la crisi della biodiversità è reale e intrecciata alla crisi climatica. Ma possiamo invertire la rotta.
Le emissioni di metano di 29 grandi aziende produttrici di carne e latticini, tra cui l’italiana Cremonini, eguagliano quelle delle 100 principali aziende del settore dei combustibili fossili: è quanto emerge da un nuovo rapporto dell’Ong ambientalista Greenpeace Nordic, che denuncia come tale contributo rappresenti una seria minaccia per la crisi climatica. Il tutto, secondo l’organizzazione, potrebbe essere mitigato dalla riduzione della sovrapproduzione e dell’assunzione di carne e latticini nei paesi a medio e alto reddito – dove spesso se ne consuma in eccesso – abbattendo così la temperatura media globale di 0,12°C entro il 2050. «Per tanto tempo abbiamo osservato la crescita senza freni delle grandi aziende di carne e latticini, come se il settore fosse in qualche modo esente da responsabilità verso la crisi climatica, ma non è affatto così», ha commentato Federica Ferrario, responsabile della campagna A...
Palestina, armi, crisi climatica, intelligenza artificiale. Dal 17 al 20 ottobre, a Modena la finanza etica protagonista di FestiValori.