transizione ecologica
A inizio luglio la giunta regionale sarda ha approvato una moratoria che blocca l’autorizzazione di nuovi impianti per l’estrazione di energia rinnovabile. Una decisione, seppur giudicata timida e poco risolutiva nei termini in cui è stata adottata, che rappresenta la prima vittoria di un vasto movimento nato e cresciuto negli ultimi mesi che si definisce «contro la speculazione energetica» e contro «l’assalto delle multinazionali» al territorio sardo. Un movimento che non si accontenta e chiede che siano fermati anche i progetti già approvati, che stanno riempiendo la Sardegna di impianti eolici e solari che serviranno non a generare energia per il territorio, ma a fare della regione un centro per l’esportazione di energia verso l’Italia continentale e l’estero. A scendere in campo nella protesta ora sono anche oltre 60 imprese e guide che si occupano di turismo sostenibile e naturalistico, che hanno inviato una lettera...
La scienza ha dimostrato, oltre ogni ragionevole dubbio, l’impatto antropico sull’aumento di temperatura a livello globale. Secondo il report del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) del 2021 l’aumento di temperatura dal 1850-1900 dovuto all’attività umana è stimato a circa 1,1 gradi centigradi e che, anche con interventi rapidi e di larga scala, ci vorranno almeno trent’anni prima che il clima si stabilizzi. La questione quindi si sposta sul tipo di politiche e di cambiamenti comportamentali necessari per raggiungere i target climatici e contenere l’aumento di temperatura tra 1,5 e 2 °C entro la fine del secolo, soglia limite fissata dall’Accordo raggiunto alla Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima del 2015 e, oltre la quale, potrebbero essere superati dei punti di svolta potenzialmente irreversibili, come mostrato in un rapporto sempre dell’IPCC del 2018. Per fare ciò è necessari...
Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Per la prima volta nell’oceano Atlantico un uragano di categoria 5 si è formato all’inizio dell’estate e questo non è un buon segno per il resto dell’anno e il nostro prossimo futuro. È il caso di Beryl, il primo grande uragano di una stagione che arriverà fino a novembre inoltrato, passato nel giro di 48 ore da depressione tropicale a tempesta e quindi a uragano. La velocità con la quale Beryl si è trasformato in uragano di categoria 5 è un brutto segnale per la stagione degli uragani atlantici che, alimentati da temperature oceaniche sempre più in aumento, stanno diventando più pericolosi e imprevedibili. Tanto è vero che, come sottolinea Simone Fant su Materia Rinnovabile, alcuni scienziati stanno proponendo di aggiungere una ulteriore categoria – categoria 6 – per misurare l’...
Sembra preistoria ma nel 2015, all’epoca della COP21 e degli Accordi di Parigi, tra gli impegni fissati per mantenere l’aumento delle temperature entro 1,5 °C rispetto all’era pre-industriale c’era anche lo stanziamento di 100 miliardi di euro all'anno da parte degli Stati più ricchi verso i paesi del cosiddetto sud del mondo. Si trattava, e si tratta, di un punto nodale della finanza per il clima. Come spiega ECCO, il think tank italiano per il clima, “il termine si applica alle risorse finanziarie dedicate ad affrontare i cambiamenti climatici da parte di tutti gli attori pubblici e privati dalla scala globale a locale, inclusi i flussi finanziari internazionali ai paesi in via di sviluppo per assisterli nell’affrontare i cambiamenti climatici”. Per l’Italia il principale strumento pubblico per perseguire l’obiettivo degli Accordi di Parigi è il Fondo Italiano per il Clima: fino al 2026 avrà...
Cosa ne sarà del Green Deal alla luce dei risultati delle elezioni europee del 9 giugno? È quello che si stanno chiedendo in molti tra esperti, attivisti e cittadini preoccupati dall’avanzata dei partiti di estrema destra in Francia e in Germania e dalla contrazione dei consensi per i Verdi che nel 2019 erano stati la quarta forza nel Parlamento Europeo, trainati anche dalla spinta propulsiva dei Fridays for Future e degli scioperi per il clima degli studenti. All’epoca la neoeletta presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, dichiarava agli eurodeputati: “Se c'è un settore in cui il mondo ha bisogno della nostra leadership, è quello della protezione del clima... Non abbiamo un minuto da perdere. Quanto più velocemente l'Europa si muoverà, tanto maggiore sarà il vantaggio per i nostri cittadini, la nostra competitività e la nostra prosperità”. “Clima: il 2019 è stato l’anno d...