Cambiamento climatico
Associazione a delinquere finalizzata al disturbo della quiete pubblica. Cinque attivisti di Just Stop Oil, tra cui uno dei suoi co-fondatori, il 58enne Roger Hallam, il 18 luglio sono stati condannati a pene detentive senza precedenti per aver pianificato il blocco dell’autostrada M25 nel novembre 2022: per la condanna è stata sufficiente una call su Zoom che, secondo la sentenza, ha dimostrato “l'intricata pianificazione e la sofisticatezza dell'azione di disturbo” e ha costituito una “prova inconfutabile” dell'esistenza di un'associazione a delinquere. Chi sono gli attivisti di Just Stop Oil? Just Stop Oil è un gruppo britannico di attivisti climatici, fondato nel 2022 e noto per le sue azioni dirompenti, come il blocco delle strade principali, l’interruzione di eventi sportivi, il lancio di vernice a base di farina di mais su monumenti come Stonehenge. Il gruppo definisce le sue tattiche di protesta azioni di “resistenza c...
Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Per la prima volta nell’oceano Atlantico un uragano di categoria 5 si è formato all’inizio dell’estate e questo non è un buon segno per il resto dell’anno e il nostro prossimo futuro. È il caso di Beryl, il primo grande uragano di una stagione che arriverà fino a novembre inoltrato, passato nel giro di 48 ore da depressione tropicale a tempesta e quindi a uragano. La velocità con la quale Beryl si è trasformato in uragano di categoria 5 è un brutto segnale per la stagione degli uragani atlantici che, alimentati da temperature oceaniche sempre più in aumento, stanno diventando più pericolosi e imprevedibili. Tanto è vero che, come sottolinea Simone Fant su Materia Rinnovabile, alcuni scienziati stanno proponendo di aggiungere una ulteriore categoria – categoria 6 – per misurare l’...
In Italia, si sa, i piani si annunciano ma non si rispettano. È il rischio maggiore che aleggia sul PNIEC, il Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima che il governo Meloni ha inviato nei giorni scorsi alla Commissione Europea. Il documento strategico che definisce la politica energetica e climatica a medio e lungo termine di un paese, scrive il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, “conferma gli obiettivi raggiunti nella prima proposta trasmessa a giugno 2023, superando in alcuni casi anche i target comunitari, in particolare sulle energie rinnovabili”. Con l’invio, avvenuto l’1 luglio (e una rettifica di cui parleremo a breve), l’Italia è uno dei pochi paesi europei - insieme a Danimarca, Finlandia, Paesi Bassi, Svezia - ad aver rispettato la scadenza fissata dalla Commissione. Ma lo ha fatto a discapito della trasparenza e della partecipazione, fissando un questionario consultivo della durata di...
C’è chi l’ha definito un “limite vessatorio”, chi ha parlato di una “proposta demagogica”, chi invece l’ha presentata come “una nuova idea di civiltà”. Negli ultimi giorni si è infiammato il dibattito sulle città30, dove il limite di velocità per tutti i mezzi è fissato a 30 chilometri orari: si tratta di un nuovo modello che ha già preso piede in molte città del mondo, e che ora si sta affacciando anche in Italia. A diventare la prima grande città italiana a 30 chilometri orari è stata Bologna, che nel 2022 ha approvato le linee di indirizzo per la realizzazione del piano: da martedì 16 gennaio sono partiti i controlli, e con loro le polemiche. “Ricordo bene che le prime obiezioni alla città30 furono che ‘tanto i limiti non verranno fatti rispettare’, ma se si annunciano i controlli scoppiano le guerre puniche”, ha detto la consigliera comunal...
Sembra preistoria ma nel 2015, all’epoca della COP21 e degli Accordi di Parigi, tra gli impegni fissati per mantenere l’aumento delle temperature entro 1,5 °C rispetto all’era pre-industriale c’era anche lo stanziamento di 100 miliardi di euro all'anno da parte degli Stati più ricchi verso i paesi del cosiddetto sud del mondo. Si trattava, e si tratta, di un punto nodale della finanza per il clima. Come spiega ECCO, il think tank italiano per il clima, “il termine si applica alle risorse finanziarie dedicate ad affrontare i cambiamenti climatici da parte di tutti gli attori pubblici e privati dalla scala globale a locale, inclusi i flussi finanziari internazionali ai paesi in via di sviluppo per assisterli nell’affrontare i cambiamenti climatici”. Per l’Italia il principale strumento pubblico per perseguire l’obiettivo degli Accordi di Parigi è il Fondo Italiano per il Clima: fino al 2026 avrà...