Cambiamento climatico

La strategia dell’esecutivo prevede fino al 22% di energia atomica nel 2050. Ma su gas e biocarburanti restano i difetti evidenziati dalla Commissione europea nella «pagella» dello scorso anno

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Le parole del commissario europeo, successore di Frans Timmermans, a Open: «Debito comune per finanziare l’agenda verde? Credo che la prossima Commissione punterà su altre priorità»

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La scienza ha dimostrato, oltre ogni ragionevole dubbio, l’impatto antropico sull’aumento di temperatura a livello globale. Secondo il report del Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico (IPCC) del 2021 l’aumento di temperatura dal 1850-1900 dovuto all’attività umana è stimato a circa 1,1 gradi centigradi e che, anche con interventi rapidi e di larga scala, ci vorranno almeno trent’anni prima che il clima si stabilizzi.  La questione quindi si sposta sul tipo di politiche e di cambiamenti comportamentali necessari per raggiungere i target climatici e contenere l’aumento di temperatura tra 1,5 e 2 °C entro la fine del secolo, soglia limite fissata dall’Accordo raggiunto alla Conferenza delle Nazioni Unite sul Clima del 2015 e, oltre la quale, potrebbero essere superati dei punti di svolta potenzialmente irreversibili, come mostrato in un rapporto sempre dell’IPCC del 2018. Per fare ciò è necessari...

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Col ministro Lollobrigida, si sa, l’ultima gaffe è sempre la penultima. Nel senso che il titolare del Ministero dell’Agricoltura e della Sovranità Alimentare, nonché cognato della premier Giorgia Meloni, ne sforna di continuo. Ma quella del 10 maggio, pronunciata alla seduta di question time del Senato, secondo la quale “per fortuna la siccità quest’anno ha colpito alcune zone del Sud e la Sicilia in particolare", merita particolare attenzione. Innanzitutto perché, come ricorda Il Foglio, la mancanza d’acqua si ripercuote sull’agricoltura in generale e specificamente sulla viticoltura, forse il settore che sta più a cuore a Lollobrigida, nonché sul foraggio e quindi sugli allevamenti, come sottolineato da Coldiretti, l’associazione più ascoltata dal ministro.  Ma soprattutto perché la siccità segue la “linea della palma”. L’espressione fu inventata da Leonardo Sci...

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La trasformazione delle città è essenziale per rispondere alla crisi climatica, e questo non solo perché nelle città vive la metà dell’umanità (3,5 miliardi di persone) ed entro il 2030 diverrà il 60%, ma anche perché gli insediamenti urbani sono importanti centri di produzione di emissioni climalteranti. Le città occupano appena il 3% del territorio terrestre ma sono responsabili del 60-80% del consumo energetico e del 75% delle emissioni di CO2, nonché del 70% delle emissioni di gas a effetto serra. Se vogliamo realizzare una reale transizione energetica, molte cose dovranno cambiare. A partire da queste considerazioni, all’interno di Horizon Europe è stata definita la missione: raggiungere il numero di 100 città a impatto climatico zero entro il 2030. Le città coinvolte, selezionate tra 377 candidate, dovranno anticipare di 20 anni l’obiettivo globale di neutralità climatica al 2050. Tra i ce...

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