Cambiamento climatico
Il professore di Princeton: le battaglie per l’ambiente devono essere ripensate ocinvolgendo le popolazioni vittime dello sfruttamento
Nei mesi di giugno, luglio e agosto, la temperatura globale è stata di 0,69°C superiore alla media degli ultimi tre decenni
Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Tasse sui carburanti, incentivi edilizi, norme sull’efficienza energetica. Spesso e volentieri sentiamo esperti, politici, rappresentanti del settore industriale, cittadini discutere di quali soluzioni politiche ed economiche sono più vantaggiose ed efficaci nel contrasto del riscaldamento globale e nell’applicazione della cosiddetta transizione ecologica. Un’azione diventata quasi un imperativo da quando, quasi 35 anni fa, il Gruppo intergovernativo di esperti sul cambiamento climatico (IPCC) ha pubblicato il suo primo rapporto in cui rilevava che le attività umane stavano provocando un aumento sostanziale delle concentrazioni di anidride carbonica (CO₂) e di altri gas nell'atmosfera, con conseguente riscaldamento delle temperature del pianeta. Da allora ci sono state tante Conferenze delle Nazioni Unite sul clima, è aumentata...
Un accordo storico e altrettanto deludente. La COP28, la Conferenza sul Clima delle Nazioni Unite di Dubai, dà ragione ai movimenti per il clima: la crisi del clima è la crisi dei combustibili fossili. Ma i paesi che hanno sottoscritto l'accordo non vanno poi fino in fondo rispetto a questa ammissione. Un accordo storico, perché appunto per la prima volta si indicano i combustibili fossili come causa principale della crisi del clima; deludente e devastante per gli impegni presi, anzi non presi. Con vincitori e vinti. COP28: inizia la transizione, ma con molte concessioni all’industria dei combustibili fossili Vince l’industria del petrolio e del gas che gioisce perché non c’è un obbligo chiaro di “abbandono dei combustibili fossili” e ci sono tante scappatoie per poter continuare a esistere; vincono gli Stati Uniti e la Cina, i due principali emettitori mondiali che possono continuare a produrre petrolio e a costruire...
“COP28: i governi parlano, la terra affonda”. È lo slogan utilizzato da Extinction Rebellion, il 9 dicembre, quando gli attivisti hanno messo in scena un'azione di protesta nonviolenta coordinata in cinque città. Subito sono seguiti gli arresti: 28, nello specifico, con le accuse di interruzione di pubblico servizio, violenza privata, manifestazione non autorizzata e sversamento di sostanze pericolose. A cinque persone è stato notificato un foglio di via di 4 anni - che prevede di non poter tornare nel comune da cui si viene allontanati - e ad altre tre un Daspo urbano di 48 ore - una sanzione amministrativa con ordine di allontanamento. A essere stato fermato e poi accusato è stato anche l’ufficio stampa del gruppo. È solo l’ultimo atto di una progressiva tendenza alla criminalizzazione del dissenso a cui si sta assistendo negli ultimi anni, e che sta colpendo in particolare gli...