Biodiversità
Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. Per la prima volta nell’oceano Atlantico un uragano di categoria 5 si è formato all’inizio dell’estate e questo non è un buon segno per il resto dell’anno e il nostro prossimo futuro. È il caso di Beryl, il primo grande uragano di una stagione che arriverà fino a novembre inoltrato, passato nel giro di 48 ore da depressione tropicale a tempesta e quindi a uragano. La velocità con la quale Beryl si è trasformato in uragano di categoria 5 è un brutto segnale per la stagione degli uragani atlantici che, alimentati da temperature oceaniche sempre più in aumento, stanno diventando più pericolosi e imprevedibili. Tanto è vero che, come sottolinea Simone Fant su Materia Rinnovabile, alcuni scienziati stanno proponendo di aggiungere una ulteriore categoria – categoria 6 – per misurare l’...
Il round-up settimanale sulla crisi climatica e i dati sui livelli di anidride carbonica nell'atmosfera. I paesi europei devono porre fine alla repressione e alla criminalizzazione delle proteste pacifiche per il clima e agire con urgenza per ridurre le emissioni in linea con l'accordo di Parigi del 2015 per limitare il riscaldamento globale a 1,5°C, ha dichiarato il relatore speciale delle Nazioni Unite sui difensori dell'ambiente, Michel Forst. Al termine di un'indagine durata un anno, che ha compreso la raccolta di prove da diversi paesi europei, Forst ha dichiarato che la repressione subita dagli attivisti ambientali pacifici nel mondo rappresenta una grave minaccia per la democrazia e i diritti umani. Tutti gli Stati coinvolti dall’indagine dell’esperto ONU sui difensori dell’ambiente hanno aderito alla Convenzione di Aarhus, secondo la quale la protesta ambientale pacifica è un esercizio legittimo del diritto del pubblico a partecipare...
Secondo un nuovo studio pubblicato su Nature, la perdita di biodiversità è la principale causa ambientale delle epidemie di malattie infettive, le quali divengono più pericolose e diffuse. In quella che in gergo tecnico è definita ‘meta-analisi’, i ricercatori hanno scoperto che tra tutti i ‘fattori di cambiamento globale’, la perdita di specie è risultata come il più importante nell’aumentare il rischio di epidemie. Seguono i cambiamenti climatici, l’inquinamento chimico e l’introduzione di specie non autoctone. L’urbanizzazione è risultata invece associata a una diminuzione del rischio, questo perché le aree urbane tendono ad ospitare meno animali selvatici e ad avere migliori infrastrutture igienico-sanitarie rispetto agli ambienti rurali. Gli esperti hanno analizzato 2.938 osservazioni sulle risposte delle malattie infettive ai fattori di cambiamento globale in 1.497 combinazioni ospite-par...
Alcuni scienziati dell’Università Nazionale Autonoma del Messico (UNAM), in collaborazione con degli agricoltori locali, stanno promuovendo un programma di ripristino delle chinampas dell’area umida di Xochimilco, a sud di Città del Messico. Le chinampas sono delle piccole isole artificiali create dagli Aztechi, una sorta di fattorie galleggianti che rivestono un ruolo fondamentale nell’identità di Xochimilco, una zona di laghi e paludi sopravvissuta all’urbanizzazione e all’espansione dell’agricoltura industriale. L’obiettivo dell’iniziativa è quello di conservare il sistema delle chinampas e tutti gli esseri viventi che ne dipendono. Un sistema che, nel 1987, è stato dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO proprio per l’importanza culturale e il valore ecologico che esso riveste. Le chinampas, una volta usate solo per coltivare ortaggi e verdure a foglia, risultano ora in gran parte...
Un nuovo studio pubblicato di recente sulla prestigiosa rivista Science ha confermato che le strategie di conservazione funzionano nel tutelare la biodiversità. L’analisi ha in particolare considerato 186 casi studio per valutare l’impatto degli interventi di conservazione a livello globale nell’ultimo secolo. Nello specifico, la ricerca ha evidenziato l’efficacia di varie strategie di conservazione, come il controllo delle specie invasive, il ripristino degli habitat e la creazione di aree protette, in diverse località geografiche e in differenti ecosistemi e sistemi politici. Le azioni di conservazione, è emerso, hanno migliorato o rallentato il declino delle specie in oltre due terzi dei casi analizzati. «Il nostro studio dimostra che quando le azioni di conservazione funzionano, funzionano davvero – ha dichiarato Jake Bicknell, coautore del lavoro e scienziato della conservazione presso l’Università del Kent nel Regn...