Perché i treni in Italia costano anche il doppio degli aerei, il report di Greenpeace spiega la beffa: «Così si premiano i mezzi più inquinanti»

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L’associazione ha confrontato il costo di biglietti aerei e ferroviari di 112 tratte europee. Nel 71% dei casi i voli sono più economici dei treni

Nel percorso tracciato dall’Unione Europea per costruire un’economia più sostenibile, il settore dei trasporti svolge un ruolo cruciale. In particolare il trasporto aereo, che secondo l’Agenzia europea per l’ambiente è responsabile da solo del 3,8% delle emissioni di CO2 dell’intero continente. L’alternativa più logica per sostituire alcune delle tratte aeree più frequentate è investire sul potenziamento della rete ferroviaria. Ad oggi però, avverte un report di Greenpeace, i viaggi in treno in Europa costano più del doppio rispetto a quelli in aereo, nonostante abbiano un impatto climatico nettamente inferiore. L’analisi dell’associazione ambientalista ha confrontato i biglietti aerei e ferroviari di 112 tratte europee in 9 diversi periodi di tempo. Il risultato: nel 71% dei casi i voli sono più economici dei treni. Questa situazione si deve in parte alle strategie tariffarie spesso aggressive delle compagnie aeree. Per alcune delle tratte prese in analisi, ai passeggeri vengono offerti voli molto economici con uno scalo intermedio, che causano emissioni di gas serra fino a 10 volte superiori rispetto al semplice viaggio su rotaia.

La situazione in Italia

Guardando alla situazione specifica dell’Italia, l’analisi di Greenpeace stima che in media un viaggio in treno è due volte e mezzo più costoso dell’aereo. Un dato che ci pone al quinto posto in Europa nella classifica che misura la differenza di costo tra le due modalità di trasporto. Nelle 15 tratte italiane prese in esame, 13 prevedono biglietti aerei più economici dei loro corrispettivi in treno. Qualche esempio? Per viaggiare da Roma a Parigi si trovano biglietti aerei a partire da 29€, mentre i prezzi del treno partono da un minimo di 73€ e arrivano a superare i 200€. Stesso discorso anche per la tratta Roma-Vienna, che può arrivare a costare fino a 10 volte in più in treno rispetto all’aereo. Per viaggiare da Milano a Lussemburgo il biglietto aereo costa tre volte in meno del treno, mentre da Venezia a Colonia il costo del viaggio su rotaia è di 2.2 volte superiore rispetto a quello in aereo.

I vantaggi fiscali delle compagnie aeree

Secondo Greenpeace, la differenza di costo tra i due sistemi di trasporto si deve innanzitutto a una ragione: i diversi obblighi fiscali. Ad oggi infatti, fa sapere l’associazione, le compagnie aeree non pagano né l’imposta sul cherosene né l’Iva sui voli internazionali. Le compagnie che si occupano del trasporto su rotaia devono invece pagare le imposte sull’energia, l’Iva e in alcuni casi anche elevati pedaggi ferroviari. «L’industria dell’aviazione è uno dei settori più dannosi per il clima e le compagnie aeree possono offrire biglietti a prezzi stracciati perché beneficiano di vantaggi fiscali scandalosi, che spingono i cittadini europei a scegliere i mezzi più inquinanti per viaggiare», commenta Federico Spadini, campagna Trasporti di Greenpeace Italia. «Le compagnie low-cost – aggiunge Spadini – sfruttano ogni scappatoia per abbassare le tariffe, ma i voli da pochi euro sono possibili solo perché sono l’ambiente e i lavoratori a pagare il conto».

Il «biglietto climatico»

Ed è proprio per correggere questa stortura che Greenpeace, insieme a tante altre associazioni ambientaliste, chiede ai governi europei di intervenire per rendere il trasporto ferroviario più conveniente per i cittadini. Una delle soluzioni proposte è il cosiddetto «climate ticket», un biglietto a lungo termine, economico e valido su tutti i mezzi di trasporto pubblico di un determinato Paese. La soluzione è stata sperimentata con successo dalla Germania, che lo scorso anno ha introdotto il «9 euro ticket». L’esperimento è durato tre mesi e ha portato al numero record di 52 milioni di abbonamenti venduti. Al termine del periodo di prova, il governo di Olaf Scholz ha deciso di prorogare la misura ma alzando il prezzo mensile del biglietto a 50 euro. La filiale italiana di Greenpeace ha lanciato una raccolta firme affinché anche in Italia si introduca un «biglietto climatico». Una misura che, secondo i calcoli dell’associazione, potrebbe essere ripagato tassando gli extra-profitti sulle aziende fossili ed eliminando gradualmente le esenzioni fiscali per le compagnie aeree.

Credits: ANSA/Mourad Balti Touati

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