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RAVENNA – Dal 31 marzo del 2025 Ravenna avrà il suo rigassificatore da cinque miliardi di metri cubi all’anno. Così l’Italia riuscirà ad arrivare agli stessi volumi che importava dalla Russia prima dell’invasione dell’Ucraina. Procedono spediti infatti i lavori dell’impianto offshore di Snam che porterà a 28 miliardi di metri cubi annui la capacità di rigassificazione nazionale, corrispondente a circa il 45% della domanda italiana di gas del 2023, l’equivalente appunto di quello importato da Mosca nel 2021. La nave Bw Singapore, acquistata da Snam nel luglio 2022, diventerà operativa di fatto nel primo trimestre 2025, e posizionata a 8,5 chilometri da Punta Marina, frazione di Ravenna. A fine dicembre si concluderanno i lavori infrastrutturali, per poi passare al collaudo, e, dopo il “rapporto di sicurezza definitivo”, l’ingresso in funzione vero e proprio da fine marzo. “Non scrivete dall’1 aprile, sennò non ci prendono sul serio- scherza l’ad di Snam Stefano Venier- diciamo che partirà dal 31 marzo”.
Il punto sul cronoprogramma dell’opera è stato fatto questa mattina, in occasione della visita del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin al cantiere per la realizzazione della piattaforma di ormeggio a cui sarà ancorato il rigassificatore Bw Singapore di Snam, allo yard Rossetti Marino di Marina di Ravenna, accompagnato per l’occasione dall’amministratore delegato di Snam Stefano Venier e dal sindaco di Ravenna Michele De Pascale. L’avanzamento dei lavori “è assolutamente in linea con i programmi- spiega ancora Venier- i lavori a terra sono stati completati per oltre il 90%, per quelli a mare siamo oltre il 50%. Nei prossimi tre-quattro mesi avremo un’accelerazione”, ma comunque l’ad conta di “rispettare la scadenza di fine anno come data di completamento lavori”.
Il gas, tra tutti i fossili, è il “meno dannoso e sarà uno dei vettori d’accompagnamento fino al 2050, secondo la nostra previsione, come elemento che unisce poi geotermico, idroelettrico, fotovoltaico, eolico e nel contempo anche una parte del nucleare- sottolinea il ministro Pichetto Fratin- fra sette-otto mesi sarà in funzione una garanzia da 5 miliardi di metri cubi che diventa una garanzia per gli italiani, perché con questo rigassificatore raggiungiamo circa quasi la metà del consumo nazionale”. La nave rigassificatrice, costata 500 milioni di euro, si trova attualmente in cantiere a Dubai per gli adeguamenti necessari alla sua futura collocazione al largo della costa ravennate. Da febbraio 2024, inoltre, sono in corso i lavori per lo smantellamento della piattaforma Petra, fase alla quale ha fatto seguito, da metà maggio, l’installazione delle strutture della nuova piattaforma di ormeggio, lunga circa 440 metri e dal peso di oltre 14.000 tonnellate. Infine, entro il 2026 sarà realizzata la diga frangiflutti, necessaria per riparare l’opera dalle intemperie meteomarine, che sarà lunga circa 900 metri, attualmente in fase di gara per un valore stimato di circa 300 milioni di euro. Si stimano poi altri 300 milioni di euro per le commesse ai 240 fornitori coinvolti, di cui 80 sono del territorio di Ravenna o dell’Emilia-Romagna.
Complessivamente, l’opera costerà più di un miliardo di euro. “Rientra nel percorso per mettere in sicurezza l’approvvigionamento dell’energia del Paese- spiega Venier- questa, insieme alla nave di Piombino, è un’opera che serve a ricreare quella situazione di resilienza e di diversificazione nelle fonti che ci consente di non dipendere più da un singolo paese per oltre il 40% dei nostri consumi, ma poter diversificare e ricevere gas da ogni parte del mondo”.
Soddisfatto anche il sindaco di Ravenna Michele de Pascale, che si sofferma non solo sulle ricadute positive per il territorio, ma anche alle opere di mitigazione connesse alla realizzazione dell’impianto. “Le ditte ravennati che stanno lavorando a questo progetto sono eccellenze internazionali- evidenzia il primo cittadino- e poi abbiamo condiviso dentro la procedura 20 milioni di euro di compensazioni”. Tra queste, un’opera di rinaturalizzazione di 100 ettari, “la più grande della storia di Ravenna, il cui progetto sarà approvato entro fine anno e per la prossima primavera consegnato alla città”, e poi “la traformazione a led di tutta l’illuminazione pubblica della città e anche la rigenerazione di parti importanti del nostro litorale”. Insomma, conclude de Pascale, “Ravenna si è fatta trovare pronta”. Ogni anno, poi, Snam sosterrà costi per 30 milioni di euro (servizi marittimi, attività O&M, servizi meteo e monitoraggi), che a loro volta alimenteranno l’economia del territorio. Dal punto di vista occupazionale, sono 800 le risorse impegnate nel progetto, ma in corrispondenza del picco di attività le persone al lavoro saranno più di 1.200.